da: la Repubblica
L'eterna
amicona resta inesorabilmente zitella
Sensibile,
psicologicamente attenta, empatica. La persona cui tutti raccontano i propri
problemi di cuore è quella che, alla fine, resta sempre single. La nostra
fenomenologia del ruolo dell'"amicone" comprende un'intervista a
Giorgio Pasotti, che lo interpreta al cinema con il film Diario di un maniaco
perbene in uscita l'8 maggio, i consigli del life coah e due storie molto,
molto personali
di Veronica
Mazza
Carini, sensibili e sempre single. Sono gli
eterni amiconi, capaci di essere dei perfetti consulenti d’amore, quelli che
tutti cercano quando hanno bisogno di confessare problemi di cuore, quelli che
dispensano consigli mentre la loro vita sentimentale è ridotta a zero. E’
quello che succede al Lupo, il protagonista del film “Diario di un maniaco
perbene”, di Michele Picchi, nelle sale dall’8 maggio. A interpretarlo e a
dargli voce è l’attore Giorgio Pasotti, con cui abbiamo fatto quattro
chiacchiere.
Ci racconti in breve il tuo personaggio e perché si incastra in questo ruolo?
"Lupo è un pittore quarantenne in
crisi artistica, che non ha più ispirazione. Ma nonostante questo è
inspiegabilmente un punto di riferimento femminile. Tutte le donne, anche le
sue ex, lo cercano e gli chiedono consigli su come comportarsi con l'altro
sesso. E Lupo, come fosse un guru, si presta al gioco con pazienza e perizia,
ma su di sé non ha altrettante risposte. Alla fine però riesce a uscire da
questa veste: dopo una discreta gamma di relazioni, e perfino un maldestro
tentativo di sedurre una suora, ritroverà il suo equilibrio, pittorico e di
coppia.
Ti è mai capitato di fare la parte dell’amicone, nella vita?
"Sì, ma non andò bene. Mi spinsi molto
in là nell'amicizia, lei non seppe mai del mio sentimento e io soffrii di una
storia tutta interiore di cui solo io ero a conoscenza. Non ne uscii mai, ma
siamo rimasti amici".
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