Capita nelle migliori aziende, come nelle
migliori famiglie. Sennonchè, questo scontro avviene all’interno di una
procura. Tra crisi e malaffare continuo, non sentivamo certo il bisogno di un
duello allo scannamento tra procuratori.
da: Il Fatto Quotidiano
Expo,
procuratore Milano Bruti contro Robledo: “A rischio segreto indagini”
Il
capo della Procura di Milano in una nota al Csm (che sta continuando con le
audizioni dei magistrati chiamati in causa) osserva che l’invio dell'aggiunto
anticorruzione al Csm di copie di atti del procedimento ha rischiato di
compromettere l'inchiesta. Tra gli episodi che vengono citati c'è anche quello
di un doppio pedinamento: "Solo la reciproca conoscenza del personale Gdf
che si è incontrato sul terreno ha consentito di evitare gravi danni alle
indagini"
di Giovanna
Trinchella
Lo scontro si sta trasformando in una vera
e propria guerra in Procura a Milano. Da una parte c’è il procuratore aggiunto
anticorruzione, Alfredo Robledo, dall’altra il procuratore capo di quella
cittadella giudiziaria che negli anni ha
visto sviluppare inchieste che sono
entrata nella storia d’Italia, Edmondo Bruti Liberati. Che oggi accusa il suo
aggiunto di aver messo a rischio le indagini su Expo.
L’esposto al Csm con la segnalazione di
anomalie nelle assegnazioni. È un esposto al Csm di Robledo per segnalare anomalie
nell’assegnazione dei fascicoli e ritardi di iscrizioni nel registro degli
indagati a rendere pubbliche tensioni che covavano da tre anni. Sì perché a
Bruti viene contestata una gestione che ha permesso, secondo l’aggiunto, l’iscrizione ritardata nel registro
degli indagati di politici Roberto Formigoni e Guido Podestà,
ritardi nell’esercizio dell’azione penale come il caso Sea-Gamberale perché il
fascicolo era stato dimenticato in cassaforte, l’assegnazione
del caso Ruby alla Dda, il dipartimento guidato da Ilda Boccassini dedicato
alle indagini antimafia.
Bruti: “Ha posto a grave rischio il segreto
delle indagini”. L’offensiva – dopo molte audizioni davanti al Consiglio
superiore della magistratura – viene rilanciata oggi da Bruti Liberati per
cui le iniziative di Robledo (ovvero l’invio di al Csm l’esposto
per denunciare anomalie nell’assegnazione dei fascicoli)
“hanno determinato un reiterato intralcio alle indagini” sull’Expo. Proprio
ques’ultima inchiesta - con i relativi arresti dell’8
maggio – ha riacceso le tensioni.
In una nota al Csm, osserva che l’invio da parte di Robledo al Csm di copie di
atti del procedimento Expo, anche questo conteso tra la Dda e il Dipartimento
anticorruzione, ha anche “posto a grave rischio il segreto delle indagini”.
Il caso del doppio pedinamento. Tra gli
episodi che Bruti cita c’è anche quello di un doppio pedinamento: ”Robledo
pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso un’attività di
pedinamento e controllo su uno degli indagati svolta da personale della polizia
giudiziaria, ha disposto, analogo servizio delegando ad altra struttura della
stessa Guardia di Finanza” sostiene il procuratore, spiegando che “solo la
reciproca conoscenza del personale Gdf che si è incontrato sul terreno ha
consentito di evitare gravi danni alle indagini”. Il fascicolo, allo
stato, è seguito da due pubblici ministeri, Claudio Gittardi (Dda) e Antonio
D’Alessio (Anticorruzione). I reati contestati agli arrestati
(dal compagno G. in giù) sono quelli perseguiti
solitamente dai Dipartimento per i reati contro la Pubblica amministrazione: la
turbativa d’asta, la corruzione et cetera. L’ultimo capitolo dello scontro
arriva a ruota delle dichiarazioni di altre toghe convocate dal Consiglio
superiore della magistratura proprio per capire eventualmente quali
provvedimenti prendere e come dirimere un conflitto che giorno è diventato più
pesante. Tanto da far dire a Bruti, durante
la conferenza stampa sugli arresti per Expo, che l’aggiunto non aveva condiviso
le conclusioni.
Pomarici: “Assegnazione caso Ruby a Dda fu
anomala”. Dopo le dichiarazioni di Ilda Boccassini (“Nessuna violazione
nell’assegnazione del caso Ruby”) arriva, davanti all’organo
di autogoverno dei magistrati, la versione di Ferdinando Pomarici, ex
responsabile proprio della Dda di Milano. Per il pm quell’assegnazione di un
fascicolo in cui si contestava la concussione all’Antimafia è
stata ”anomala”. Il magistrato ha spiegato di aver messo nero su bianco le
sue critiche in una lettera al procuratore Bruti Liberati. A Bruti Pomarici ha
raccontato di aver scritto che l’indagine Ruby era “palesemente estranea”alle competenze
della Dda. E ha riferito che in una successiva riunione alla Procura di Milano
ribadì le sue perplessità sulla scelta del procuratore.
“Anomalia anche nel caso Sallusti”. Pomarici
ha segnalato un’altra anomalia. Quella riguardante il caso del direttore de Il
Giornale Alessandro Sallusti, che era stato condannato alla reclusione per
diffamazione, e che aveva scatenato una vera e
propria rivolta tra le toghe. Secondo Pomarici il
procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati voleva che si facesse “un unicum”,
cioè una deroga che valesse solo per lui. Pomarici ha confermato la
versione data ieri, sempre al Csm, dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto,
responsabile dell’Ufficio esecuzione della Procura di Milano: di fronte alla
richiesta di Bruti di compiere solo per Sallusti una sorta di “operazione
chirurgica“e per cui i pm di quel pool si ribellarono. Qualche giorno dopo il
procuratore emanò una direttiva con la quale stabilì che da quel momento in poi
tutti i casi simili sarebbero stati trattati come quello di Sallusti.
L’iscrizione di Formigoni, per Greco
“nessun ritardo”. Altro fascicolo segnalato dall’aggiunto Robledo nella lista
delle assegnazioni anomale è quello riguardante l’iscrizione con un anno di ritardo
di Roberto Formigoni. Secondo Francesco Greco, responsabile
del pool sui reati finanziari, non ci fu nessun ritardo.
“Formigoni è stato iscritto nell’apposito
registro, quando doveva esserlo” ha sostenuto Greco, facendo peraltro notare al
Csm che si tratta di una materia che va al di fuori delle competenze di Palazzo
dei Marescialli. Greco ha anche confermato la tesi del procuratore Edmondo
Bruti Liberati, secondo cui Robledo non era interessato ad una coassegnazione
dell’inchiesta sul San Raffaele, ma in realtà avrebbe voluto lo spezzettamento
delle indagini. E ha poi fatto notare che comunque il fascicolo era seguito in
prima battuta dal pm Orsi, che proprio in quel periodo era transitato dal pool
di Greco a quello di Robledo. Sulla vicenda invece del fascicolo Sea-Gamberale
dimenticato dal procuratore in cassaforte, come lui stesso ha
ammesso, Greco ha parlato di un atto “incolpevole”. E ha spiegato di aver
assegnato subito il fascicolo sull’indagine al pm Eugenio Fusco, uno dei
magistrati più esperti della Procura. Il fascicolo, a modello 45, senza reato e
senza indagati, rimase dormiente fino a quando un’inchiesta giornalistica
non fece esplodere il caso.
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