da: Il Fatto Quotidiano
Carriera
da predestinato. E il signore dei lavori pubblici, dai tempi dell’assessorato a
Milano.
Intanto
Renzi chiede a Cantone di seguire i lavori.
Mentre i magistrati indagavano sui lavori
dell’Expo Maurizio Lupi, 54 anni, potente ministro delle infrastrutture
ciellino, nonostante tutto non avrebbe potuto accorgersi di nulla. Neppure dei
legami della cosiddetta “cupola” degli appalti Expo con Carlo Chiriaco – ex
dirigente dell’Asl di Pavia già condannato a 13 anni in primo grado –
considerato dai pm referente della ’ndrangheta nella sanità lombarda. Non
poteva certo accorgersene, Maurizio Lupi, di questa nuova Tangentopoli che ha
portato alla grande retata dei giorni scorsi , risollevando agli onori delle
cronache vecchie conoscenze come il democristiano Gianstefano Frigerio e il
comunista Primo Greganti, coinvolti nella Mani pulite dei ruggenti e
indimenticabili anni ’90.
È bene chiarire che Lupi non è indagato.
Nelle carte della ma-xi-retata è citato diverse volte, tirato in ballo in
alcune conversazioni, d’altra parte è il ministro delle infrastrutture e di
appalti si parla. I protagonisti come potrebbero non
accennare al ministro che
più tocca le loro sensibilità? Ad esempio rivelano una predilezione di Lupi per
yacht di trenta metri, il ristorante più “in” di Alghero, champagne e aragoste.
Così, mentre conversano sul ministro e sul suo “padre” politico Roberto
Formigoni, si percepisce l’invidia di tal Cattozzo, collaboratore di Frigerio:
“Ma proprio ricchezza sfrenata… proprio vistosa… arriva con questo yacht che
sembra una nave… poi attorniato di belle donne… cioè io ci posso andare da… lui
no… io sono un libero cittadino”. Lupi non può accorgersi di nulla, mentre
l’Expo 2015 affonda nella corruzione, nonostante un curriculum e un’esperienza
nel settore ormai incontestabile. Poche ore dopo la maxi-retata sale lui al
Colle, per tranquillizzare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
“Caro presidente, sono incidenti di percorso, l’Expo non è a rischio, i lavori
vanno avanti”. E ora Renzi è costretto a chiedere all’Autorità anti-corruzione
di Raffaele Cantone di seguire questi benedetti lavori.
Grande esperienza nel settore dicevamo, un
talento compreso già a suo tempo dall’allora sindaco di Milano Gabriele
Albertini che lo vuole nella sua giunta: assessore con deleghe, pensate un po’,
allo sviluppo del territorio, arredo urbano ed edilizia privata. Era il 1997.
Incappò in un’inchiesta, finì in un faldone, ma fu prosciolto con formula piena
perché “il fatto non sussiste”. Il fatto che non sussisteva era la concessione
alla Compagnia delle opere di un appalto per una cascina. Vecchi ricordi
di un passato lontano per un enfant prodige che ne ha fatta di strada e che
recentemente ha piazzato l’ex presidente della Compagnia delle opere, Raffaello
Vignali, a guidare la tesoreria del suo nuovo partito, Ncd. Ma il grande salto
lo compie nel 2001. Per Comunione e liberazione è già uno dei punti di
riferimento più importanti in Forza Italia quando viene eletto deputato. Subito
presidente di una commissione. Indovinate quale? Ovvio, ambiente, territorio e
lavori pubblici. È così bravo nel settore questo Lupi che Berlusconi crea un
dipartimento nazionale “lavori pubblici” di Forza Italia e affida proprio
a lui le chiavi della baracca. Poi c’è l’affetto, il sentimento. Amore
ricambiato con Silvio Berlusconi, al punto che nel 2011 scrive, insieme a
Formigoni, un appello per chiedere agli italiani tutti di sospendere ogni
giudizio morale su Berlusconi indagato per il bunga bunga. Passi per la
concussione ma il reato di prostituzione minorile per un cattolico devoto,
praticante e militante in Cl, dev’esser stato difficile da mandare giù. Eppure
Lupi è stato pronto sempre ad immolarsi per Silvio, anche davanti alle trascendentali
telecamere di Porta a porta, anche davanti alle accuse più penose. Poi è
successo quel che è successo, il Popolo delle libertà si è spaccato e Lupi
mentre il capo del governo cambiava, con Letta freddato da Renzi, rimaneva al
suo posto, inamovibile al Ministero delle Infrastrutture, evidentemente
giudicato talmente esperto da non poterne fare a meno anche da Renzi. Passato
nella nuova avventura di Ncd con Angelino Alfano rimane comunque il più
berlusconiano dei governativi, apostolo delle larghissime intese, ha fatto
della trasversalità la sua seconda religione tra intergruppi parlamentari
fondati con Enrico Letta e convegni di Italianieuropei con baci e abbracci a
Massimo D’Alema.
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