Ha vinto Renzi. Non il Pd. Anche perché non esiste. Come non è mai esistito il Pdl.
Ciò significa che ci aspettano vent’anni di
renzismo. Anzi. Neppure Berlusconi era riuscito in una competizione elettorale
– seppure europea, non politica o amministrativa – a raggiungere una simile
percentuale. Ergo: potremmo superare il ventennio. L’erede di Silvio ha
superato il “maestro”.
Devo cominciare a trovare casa all’estero….
Perché Renzi ha vinto nettamente?
Perché gran parte dell’opinione pubblica,
quella composta di persone che non seguono costantemente e attentamente le
cronache politiche, con il rischio, sì, della disinformazione più che dell’informazione,
ma con maggiore possibilità di notare alcune caratteristiche, contraddizioni e
fanfaronate, avevano nella testa pochi ma chiari concetti:
1.
Renzi ha iniziato subito ad annunciare cosa avrebbe fatto il suo governo. E, ai
primi ostacoli (interni più che esterni), non ha fatto retromarcia. Velocità di
annuncio e percorso dritto.
Oggettivamente, la partenza bruciante ha
sorpreso tutti. Ovviamente, rispetto
agli annunci ha realizzato poco, ma, a
oggi, la percezione nel ceto medio italiano è che si stia dando da fare.
Il fatto che sia presidente del consiglio
senza regolare votazione è cosa che, al momento, parte degli italiani non gli
mette in conto. Lo faranno se non attuerà degli interventi prioritari e necessari
per il paese.
2. La
mancetta elettorale di 80 euro è un atto concreto seppure limitato, ma che
consegna a parte degli italiani l’idea che qualcosa si apre dal borsellino
pubblico. Che poi a pagare la mancetta sia stato l’altra parte del borsellino
frega un organo sessuale maschile a dieci milioni d’italiani che l’hanno
incassata.
3.
Renzi è colui che ha voluto la riduzione degli stipendi dei manager. E questa,
a mio avviso, è la mossa più consistente e ripagante. Più significativa della
mancetta elettorale di 80 euro.
4.
Per quanto non sia l’argomento prioritario degli italiani, Renzi ha presentato
una proposta di riforma elettorale che, per quanto mi riguarda, trovo una
TRUFFA, ma è apparso a molti italiani come chi è riuscito a mettere d’accordo
in pochi giorni forze politiche diverse.
E’ ovvio che, questo voto europeo non fa che
confermare che stiamo proseguendo nell’era dell’uomo solo al comando. Questa è anche
la caratteristica intrinseca del bipolarismo o tripolarismo all’italiana più
che all’europea. Del resto, abbiamo avuto vent’anni di berlusconismo con il
partito azienda di Silvio in cui tutto era deciso – e pagato – dal Cavaliere, e
il partito del web, quello dell’”uno vale uno”, retto da due monarchi:
Casaleggio: la mente, Grillo: il braccio esecutivo del guru del marketing.
Il M5S ha perso voti. Parecchi. Ma perché, voleva
vincere? Questo è ciò che diceva Grillo…
1.
M5S ai tempi di Bersani, febbraio-aprile 2013
Il M5S ha iniziato a perdere voti
immediatamente dopo le elezioni politiche del 24-25 febbraio 2014.
Quando Bersani voleva o fingeva di voler
governare con il M5S. Ma Grillo e Casaleggio non hanno voluto. Non avevano
tutti i torti. C’erano ragioni politichesi per non accettare. Il Pd di Bersani
non dava certo la sensazione di poter realizzare quegli accordi che potevano
significare l’inizio di un cambiamento e, conseguentemente, il M5S si sarebbe
sputtanato. O, al contrario, se qualche provvedimento fosse andato in porto, ne
avrebbe beneficiato il Pd più che i Cinquestelle.
Solo che, le ragioni tattiche e strategiche
o anche solo l’aver capito che Bersani voleva usare qualche onorevole e
senatore del M5S, non interessano a parte degli italiani. Che ragionano con la
diligenza del buon padre di famiglia: prova,
solo dopo aver provato puoi dire che non ha funzionato e ci spieghi perché.
Nel contesto economico-sociale nel quale ci
troviamo da qualche anno, non è previsto che un movimento che ottiene milioni di
voti non accetti di “fare qualcosa” anche se in quel qualcosa c’è il trucco. E
il “fare qualcosa” per una parte non irrisoria degli italiani era: accettare
accordi su alcuni temi prioritari governando con il Pd.
E quando a Grillo è stata fatta presente
questa delusione di parte degli elettori, la reazione è apparsa sprezzante:
riprendetevi il voto. Detto. Fatto.
2. M5S
ai tempi di Letta, aprile 2013-febbraio 2014
I voti persi erano in fase di recupero
grazie al governo dei rimandi Letta. Ovviamente, la cosa non è sfuggita a Renzi
che ha colto il momento delle congiunzioni astrali favorevoli, quando qualcuno
raccontava la balla della piccola ripresina e, ha fatto due + due. Il totale è
stato: #staisereno Letta. Ti trombo
ma lo faccio per il bene del paese.
Se fossimo andati a votare a febbraio, il
M5S avrebbe probabilmente mantenuto la percentuale di un anno prima o sarebbe
sceso di non molto. Non c’è controprova ma la logica dell’italiano medio pare
portare a questo.
3.
M5S ai tempi di (Marc’Antonio..quello di Shakespeare) Matteo Renzi.
Grillo inizia a usare l’unica arma a
disposizione: Renzi è un cacciaballe. Ma quando si presenta – suo malgrado – alle consultazioni del
presidente del consiglio incaricato, non usa argomenti che possano
smascherarlo.
Non lo lascia neppure parlare. Qui non c’è
manipolazione televisiva che tenga. Il video è disponibile nella sua interezza.
Chiunque può vedere e ascoltare.
Grillo assume quest’ atteggiamento nei
confronti di Renzi perché lo considera un fanfarone. Questa è la versione
ufficiale. In realtà, inizia a crescere il numero degli italiani che pensa che
dietro a questo comportamento ci sia una scelta tattica precisa. Il M5S non
vuole essere in nessun modo apparire come affiancato a qualsiasi partito – in
particolare al Pd – quindi, non vuole votare nessun provvedimento. Per quanto i
Cinquestelle in giro per i talk sostengano il contrario, è sempre più opinione
degli italiani un po’ più avvezzi alle logiche politiche, che il M5S non voterà
mai un provvedimento con i partiti della maggioranza anche su proposte che
potrebbe condividere. E’ iniziata l’era del “vinciamo soli”.
Dev’essere stato il suo manipolatore
mentale: Casaleggio, a suggerirgli questa scelta tattica.
4.
I toni eccessivi di Grillo. Ossia: come essere il miglior supporter di Renzi.
Mentre Renzi occupava stabilmente il media
politico più diffuso: la televisione. Mentre il web svolgeva il suo compito
prevalente: fare da cassa di risonanza alla tv, mentre la stampa dei gruppi
editoriali disinformava o strumentalizzava alcuni atteggiamenti e parole di
Grillo, questo faceva di tutto per dare una mano a Renzi. Quasi temesse che da
solo non ce la potesse fare.
Grillo sceglie toni eccessivi,
atteggiamenti e parole che si prestano almeno a equivoci. Lui, un affabulatore
e non certo un pirla, che conosce la conformazione mentale dell’italiano medio
da talk televisivo e conosce la strumentalizzazione di certi gruppi editoriali,
si lascia andare a certi toni che fanno scappare l’elettorato di centro destra
in fuga da Berlusconi e gli astensionisti disponibili a ritornare alle urne.
Non parlo per me. I toni di Grillo non mi
hanno disturbato particolarmente. Mi ha fatto un effetto peggiore sentire
Casaleggio affermare che si vedeva fare il ministro. Come si suol dire: al
peggio non c’è mai fine.
Ma io non sono esattamente il prototipo del
cittadino medio italiano e non ho ancora capito che significhi “moderazione”.
Sono un tipo passionale e determinato con una profonda allergia per i
manipolatori mentali, i venditori di balle, gli strateghi del marketing.
Il cittadino medio italiano cosiddetto
moderato, scappa al sentire Grillo. Che dovrebbe sapere che certi atteggiamenti
funzionano nella misura in cui gli italiani sono “distratti” e disinformati.
Cioè scambiano per progetti realizzati quelli che sono annunci. Funziona nella
misura in cui Renzi non realizza nessun intervento necessario. Anche se di
portata limitata.
E’ ovvio che l’occupazione stabile di Renzi
nei media ha “fuorviato” parecchi italiani. Ma a dare una mano a Renzi ci si è
messo proprio chi, secondo il gruppo Espresso-la Repubblica, doveva essere il
suo principale antagonista politico: Giuseppe Piero Grillo.
Contrariamente a quanto pensa la maggior
parte degli italiani e a quanto scrive – non so quanto coscientemente o
inconsapevolmente - la stampa di “autorevoli” opinionisti, Grillo non è stato avverso
a Renzi. Contrapposizione apparente. O per meglio dire: a volte il tuo miglior
amico può essere quello che credi il tuo nemico.
Giuseppe Piero Grillo è stato il miglior
supporter di Renzi. Non bastava non aver accettato di appoggiare Bersani. Non
bastava non aver smascherato le televendite di Renzi. Giusto per non far
correre rischi a Renzi, ecco l’ultimo regalo di Grillo: i toni nella campagna
elettorale.
Persi parte dei voti di provenienza centro
sinistra ci sono quelli degli scappati da Berlusconi e una parte di
astensionismo disponibile a ripresentarsi alle urne. Vogliamo togliere questi
voti a Renzi. Ma certo che no.
E allora ecco i toni che certo non aiutano
quella parte di elettorato che è poi determinante nel sancire chi sarà il primo
partito.
E che dire del guru del marketing Casaleggio.
Per lui queste consultazioni europee altro
non erano che un “esperimento”. Un test per capire i target sociali ed
elettorali. Gli serviva per il suo marketing aziendale. Ora dovrebbe aver
colto, di là del risultato del Pd di Renzi, che più della maggioranza d’italiani
non vota di pancia. Si fa abbindolare dai venditori – ma questo lo sapeva già,
perché anche lui fa uso di tecniche di manipolazione - ma ci sono circa dai
quattro ai sei milioni d’italiani che sono disposti a concedere fiducia ai
“venditori” purché abbiano l’impressione che tra tutto quel dire ci sia anche
qualcosa di concreto. Lo stesso numero d’italiani che – disinformato o
informato – non accetta certe contrapposizioni. Lo stesso numero d’italiani
che, soprattutto da qualche turno elettorale, decide il primo partito nella
repubblica – ahimè – non più parlamentare italiana.
Tralascio l’effetto che hanno avuto le
dichiarazioni di Grillo su Giorgio Napolitano. Personalmente, spero che a
giugno Re Giorgio si tolga dai coglioni ma, per quei milioni di cui sopra, lui
è uno che si è dato da fare per cercare accordi, per evitare che la situazione
precipitasse. Se vuoi diventare il primo
partito in Italia devi prendere quegli italiani lì. Possibile che Casaleggio
non lo sapesse? Possibile che Grillo non sapesse cosa servisse per catturarli.
Non certo Porta a Porta. Non saranno menti
sottili ma non sono mica tutti coglioni 'sti quasi sei milioni d’italiani.
L’atteggiamento di Grillo è prevalso su
qualsiasi efficace apparizione di Di Maio e altri e sul lavoro positivo che
svolgono in Parlamento. Certi atteggiamenti e toni vanno bene nella misura in
cui, chi ti ascolta ha la percezione – magari errata, ma deve averla – che vuoi
spazzare via qualcuno perché sai cosa fare e come farlo al suo posto. Meglio di
lui, prima di lui.
Grillo non ha certo dato la dimostrazione
di voler vincere per costruire. L’opinione di gran parte dell’elettorato
italiano, che pure è realisticamente consapevole del livello di ladrocinio e d’incapacità
della classe politica dalla prima alla seconda repubblica, è che il duo
Casaleggio-Grillo sia più sfascista che costruttivo.
Nel paese dove ancora vige imperante il
modello del berlusconismo, sono premiati i comunicatori e i venditori. E questo
favorisce indubbiamente Renzi. Ma, c’è una parte degli italiani che
realisticamente si rende conto che siamo da troppi anni in mano a degli
“annunciatori”, ma l’alternativa dev’essere un partito, un movimento, un gruppo
politico, che dia l’impressione di voler e saper costruire. A demolire siamo
capaci tutti.
La costruzione è un progetto lungo fatto di
confronto, mediazione e poi sintesi concreta. Il M5S non ha dato a una parte di
elettorato questa impressione. A torto o a ragione, per via di una certa
costante disinformazione. Tutto vero. Ma così è. Questi sono i risultati.
E non riconoscere limiti, errori,
contraddizioni e strumentalizzare, porterà a perdere altri voti.
Se un Pd che non alternativo al modello del
berlusconismo - ed è ancora così - non è
un bene per il paese, non lo è neppure un progressivo ridimensionamento del M5S.
Né per l’Italia, né per l’Europa.
Serve una forza che sia di vera opposizione
e capace, quando viene richiesto dal voto degli italiani, di condividere responsabilità
in Parlamento e di Governo.
Tutto ciò senza perdere la propria identità
di movimento che intende rappresentare i cittadini. Concezione
rispettabilissima e utile. Purché poi, non si converta in strumentalizzazione
da parte del Gatto e la Volpe.
Chi sia il gatto e chi sia la volpe tra
Grillo e Casaleggio, fate vobis.
Da quando sono noti i risultati definitivi,
c’è chi sostiene che Renzi sia stato sottovalutato. No, gli espertoni analisti
politici e i sondaggisti dovevano essere capaci di contare quel gruppo
d’italiani determinante nelle urne elettorali.
Le “grida” di Grillo servivano a questo.
Non a vincere. Non poteva essere così pirla e presuntuoso da pensare che
sarebbe stato in grado di battere Renzi. Ha fatto il suo gioco. Anzi. Grillo ha
fatto il gioco di Casaleggio. Uno che è meglio perderlo che trovarlo.
Ovviamente, il difficile per Renzi viene
ora. Non solo in Europa. Dove dovrà spuntare qualcosa per gli italiani.
Ma anche al governo. Perché dovrà tramutare
gli annunci in provvedimenti concreti e questo lo porterà a scontrarsi con
varie lobby. Perché l’Italia non è cambiata. Vedi lobby dei tassisti a Milano.
Ma lui la via d’uscita ce l’ha. Potrà
sempre dire: non mi hanno lasciato fare, quindi me ne vado…alle elezioni.
E siccome saprà spiegare – raccontando
anche balle – perché non ce l’ha fatta, quel gruppo di elettori italiani – dai
quattro a sei milioni - voterà per lui.
Provare per credere.
E…non è detto che Renzi non ci provi. Non
subito, ovviamente. Ma che si arrivi alla scadenza naturale della legislatura è
tutto da vedere..Meglio passare all’incasso prima che i frutti marciscano.
Soprattutto se sono conservati dentro contenitori di…balle. O se non sono i
frutti che erano stati promessi.
Gli scarsi risultati del 3° millennio? Sono da attribuire a l’apatia dei Giovani
RispondiEliminae alla disonestà (dei sessantottini che appartengono alla classe manageriale e politica) serva dei capitalisti che là discesa in campo di SB ha spianato loro la strada.
Rendendo l’Italia quello che è. Un grande mercato delle vacche dove il popolo sarà solo lo spalatore di letame. VITTORIO
PS L’Ultima generazione nata? per potere sperare in un futuro più giusto Dovrebbe ritornare
al dopo Guerra e rincominciare tutto da capo. Mettendo in conto tutti gli errori fatti in 66 anni di mala politica da tutti i partiti (nessuno escluso)
Ci tengo a precisare che ho 75 anni sono pensionato ho la seconda elementare e confidavo nel movimento 5 stelle Come me molti anziani che conosco.
Confido nel movimento perchè è l'unico che non fa inciuci per portare avanti le sue idee.