da: Lettera 43
Europee 2014, i dossier urgenti di
Strasburgo
Dal Ttip alla dipendenza energetica.
Dalla privacy agli Ogm. Fino all'immigrazione. Quali sono le decisioni che
dovrà prendere il nuovo parlamento di Strasburgo.
di Antonietta Demurtas
A
pochi giorni dalle elezioni europee al parlamento di Bruxelles si mettono a
punto gli ultimi dettagli per la notte elettorale del 25 maggio: dalle ore
23.00, sul tabellone allestito nell'aula plenaria, inizieranno a comparire i
risultati da tutti e 28 i Paesi sino a quando il puzzle parlamentare sarà
completo e si sapranno quali sono i 751 nuovi eurodeputati scelti dai
cittadini.
A
loro il compito di realizzare le promesse fatte durante la campagna elettorale,
ma soprattutto di occuparsi di una serie di tematiche che sono state affrontate
dai loro predecessori e che richiedono ulteriori passaggi istituzionali per
essere portate a termine.
I
DOSSIER SUL TAVOLO. A Bruxelles, sul tavolo delle varie commissioni parlamentari
sono già pronti una serie di dossier fondamentali per la legislatura
2014-2019.
Una fitta agenda che oltre a fare i conti con le tendenze politiche dei vari
gruppi parlamentari, dovrà cercare di risolvere i problemi che già affliggono i
28 Stati membri. Tra questi la crisi economica e la conseguente piaga della
disoccupazione, l'emergenza energetica e climatica, la necessità di
stabilizzare i sistemi finanziari e regolamentare il sistema di protezione dei
dati, il progetto di separazione tra le banche commerciali e quelle di
investimento, il bilancio.
La lunga contrattazione sul Ttip
Una
delle decisioni più importanti su cui i deputati devono confrontarsi è per esempio
l'accordo di partenariato
transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip),
che la Commissione europea sta negoziando con gli Stati Uniti dall’8 aprile
2013. Un business che nelle stime dovrebbe portare a un incremento del Pil
europeo di 119 miliardi di euro l’anno e di 95 miliardi per gli Stati Uniti,
con un risparmio potenziale per ogni famiglia europea di oltre 500 euro annui.
I
PRO E I CONTRO DELL'ACCORDO. Se da un lato però il Ttip è visto come la
possibilità di accrescere la competitività dell'Unione europea e creare nuovi
posti di lavoro, resta la preoccupazione circa la protezione dei dati personali
e la tutela dei prodotti europei. Un tema su cui il parlamento dovrà essere
vigile durante i vari tep della contrattazione.
Agli
europarlamentari è affidata la decisione di approvare o meno l’accordo.
Il diritto alla privacy
Ai
neo deputati spetta inoltre il compito di approvare o meno il pacchetto di
protezione dei dati sia nel settore pubblico sia nel privato. Tema sempre più
attuale soprattutto dopo il Datagate.
La
direttiva relativa al trattamento dei dati personali è stata infatti votata
solo in prima lettura dal parlamento uscente, che non è riuscito ad approvare
la riforma del pacchetto entro la fine del suo mandato, per colpa
dell'opposizione del «Consiglio, o almeno di alcuni Stati membri», ha affermato
il relatore per la direttiva sulla protezione dei dati personali per la
sicurezza, Dimitrios Droutsas (S&D, EL).
Le
nuove regole aggiornano la legislazione europea in vigore, adottata 19 anni fa,
e mirano a dare alle persone il pieno controllo sui loro dati personali. Allo
stesso tempo tendono a facilitare la circolazione di dati delle imprese
all'interno dell'Ue.
Le frontiere e l'integrazione
Uno
dei problemi che necessita un'immediata presa di posizione del nuovo parlamento
è sicuramente la gestione dei flussi migratori. Il tema - diventato centrale
durante la campagna elettorale anche a causa delle ultime stragi del mare a
Lampedusa - richiede infatti una risposta collegiale che sinora è mancata.
NON
INCLUSIONE O INTEGRAZIONE. Nei prossimi cinque anni il parlamento deve decidere
quindi se avere un approccio non inclusivo e quindi investire personale e
risorse per rafforzare l'Agenzia di gestione delle frontiere dell'Ue Frontex,
oppure lavorare sulla migrazione legale e l'integrazione.
Per
sapere quale dei due diversi modus operandi sarà perseguito bisogna però
aspettare i risultati delle elezioni europee di maggio. In vista di un'ampia
vittoria della componente nazionalista, populista e xenofoba, una maggiore
difesa delle frontiere potrebbe essere l'opzione con più seguito.
Clima 2030 e la riduzione delle
emissioni
Sotto
il cielo di Bruxelles continua inoltre la battaglia contro il cambiamento
climatico. Gli obiettivi dell'Unione europea per la riduzione delle emissioni
di CO2, il passaggio a fonti rinnovabili e la promozione dell'efficienza
energetica saranno al centro del dibattito: i deputati dovranno negoziare il
prossimo pacchetto di misure per ridurre l'inquinamento energetico nel periodo
2020-2030.
TARGET
PIÙ ALTI E VINCOLANTI. Con una risoluzione approvata il 5 febbraio 2014, il
parlamento europeo ha già chiesto target più alti e vincolanti ai singoli
Stati, criticando le proposte della Commissione presentate il 22 gennaio 2014.
L'assemblea Ue ha sottolineato la necessità di raggiungere non solo a un
obiettivo vincolante Ue per il 2030 di riduzione del 40% delle emissioni di gas
serra rispetto ai livelli del 1990 (target già previsto dalla Commissione), ma
un obiettivo vincolante che preveda la produzione di almeno il 30% del consumo
finale complessivo di energia da fonti rinnovabili. E soprattutto, a differenza
della proposta dell'esecutivo europeo, il parlamento ha chiesto un obiettivo
vincolante dell'Unione per il 2030 che preveda un'efficienza energetica del
40%. Per ora il Consiglio Ue sembra intenzionato a seguire la strada indicata
dalla Commissione, ma la pressione del parlamento potrebbe comunque giocare un
ruolo importante, soprattutto alla luce della crisi ucraina.
Il nodo della dipendenza energetica
Il
nuovo parlamento dovrà infatti contribuire a trovare una risposta adeguata alle
azioni ostili della Russia, che hanno messo in evidenza un'ulteriore debolezza
dell'Ue: la sua dipendenza energetica. La necessità di garantire ai cittadini
l’accesso a forniture energetiche sicure, stabili e diversificate sarà una
sfida al centro del dibattito politico europeo.
La
possibilità di un'unione energetica è il tema già lanciato durante la campagna
elettorale da numerosi candidati e sui cui Strasburgo dovrà lavorare.
La battaglia sugli Ogm
Ancora
irrisolta resta invece la decennale battaglia in materia di Ogm, clonazione,
nuovi prodotti alimentari e altri problematiche connesse alla salute e alla
sicurezza alimentare e all'attualizzazione delle norme di sicurezza dei
prodotti.
Temi
che assieme all'accordo per l'abolizione del 'roaming' imposto ai cittadini che
usano i loro cellulari all'estero devono ancora essere concordati con il
Consiglio dei ministri.
Occhi al bilancio 2014-2021
Ai
nuovi deputati spetta pure il compito di rivedere il bilancio a lungo termine
dell'Ue per il periodo 2014-2021, a partire dal suo ammontare sino alla
decisione delle modalità di finanziamento e di spesa. Tra i temi da affrontare
c'è per esempio anche quello dell'assicurazione universale contro la
disoccupazione da finanziare con il bilancio dell'Unione europea.
Infine
resta aperta la partita che i membri dovranno giocare per ottenere un bilancio
Ue interamente finanziato con risorse proprie. Un obiettivo che ridurrebbe la
quota dei contributi al bilancio degli Stati membri.
Vigilare sull'unione bancaria
Infine
il compito più grande: difendere tutte le battaglie vinte sinora. Nell'ultima
seduta plenaria di aprile i parlamentari hanno votato il via libera definitivo
adottando a larga maggioranza un pacchetto di norme che completano l'unione
bancaria. «Adesso disponiamo di un sistema effettivamente europeo per vigilare
su tutte le banche della zona euro e gestire gli eventuali fallimenti», ha
commentato il commissario al Mercato interno Michel Barnier.
Nel
corso dei negoziati con il Consiglio, il parlamento ha ottenuto concessioni
sostanziali, in particolare sull’istituzione di un unico fondo di risoluzione
di 55 milioni di euro finanziato dalle banche, che sarà creato nel corso di 8
anni (invece dei 10 anni proposti dagli Stati). Ed è sulla messa a punto di
questo fondo che il nuovo parlamento dovrà comunque vigilare.
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