I primi commenti della stampa sono entusiastici nei confronti del risultato percentuale del Pd, il cui merito è attribuito a Renzi.
Lungi da me sminuire la portata del
raggiungimento del 40%, misura inusuale che non ricordo da quante elezioni non veniva
raggiunta da un partito, ma vorrei sottoporre all’attenzione di chi non è impegnato
a stare attaccato al carro di Renzi, a ungerlo e leccarlo in ogni dove perdendo
la salivazione, che sarebbe opportuno dare o ridare un’occhiatina ai dati. E,
soprattutto, avere buoni rapporti con la matematica. Che non è faziosa. E con
la quale si può scoprire – come succede per i dati auditel della tv – che le
percentuali si alzano e si abbassano in ragione dei numeri assoluti.
I dati dell’affluenza dicono che gli
italiani con diritto di voto sono 49.256.169. Ieri alle urne si sono presentati
quasi 29 mln di italiani: il 58,68%. Arrotondiamo a 59%. Alle precedenti
elezioni europee del 2009, avevano votato più di 32,5 mln di italiani che
rappresentavano il 66,46%. Il totale degli aventi diritto al voto è cambiato
solo di poche centinaia di migliaia. Quindi, 3 milioni e mezzo di italiani sono rimasti a casa o sono andati al mare.
Le elezioni europee non hanno mai raggiunto
le percentuali di voto delle elezioni politiche.
Nel 2008, quando stravinse Berlusconi, se
non ricordo male la percentuale era
l’80. Il 24 e 25 febbraio 2013 era il 75%, perché i votanti per la Camera sono stati 35 mln. La differenza tra 35 e 29 è 6 milioni. Una misura consistente in grado di spostare voti da un partito all’altro.
l’80. Il 24 e 25 febbraio 2013 era il 75%, perché i votanti per la Camera sono stati 35 mln. La differenza tra 35 e 29 è 6 milioni. Una misura consistente in grado di spostare voti da un partito all’altro.
Se guardiamo i risultati del Pd nel 2013, alla Camera ha preso 8,6 milioni per il 25,43%. E’ ovvio che se
guardiamo alla percentuale ottenuta ieri del 40%, la differenza percentuale fa gridare al trionfo di Renzi.
Ma se guardiamo i valori assoluti, perché le percentuali variano in ragione di
questi, il Pd ha ottenuto rispetto all’anno
scorso 2.500.000 voti in più. Sì, basterebbe che passata un’euforia oggettivamente esagerata perché
non basata su dati oggettivi, si facessero delle semplici operazioni matematiche da prima elementare.
Non esiste controprova, ma quei 2,5 mln in
più sono quelli che Bersani ha perso nell’ultimo mese della campagna elettorale
per le politiche del 2013, sono quelli che Renzi
avrebbe preso se fosse stato al posto di Bersani. Come dire: non ha ottenuto in termini di voti
elettorali un risultato eclatante. La
percentuale è eclatante. Perché fatta su 29 mln di elettori anziché 35. Per
ottenere il 40% su 35.000.000 di partecipanti al voto il PD deve prendere
14.000.000.
I 2.500.000 di voti in più sono comunque un
dato a doppia vista. Da una parte non sono una misura eccezionale. Due o tre
milioni vanno e vengono. E ci sono 6 milioni di italiani (35 del 2013 contro il
29 di ieri) che non hanno votato Renzi. Questi 6 mln si ripresenteranno,
migliaia più, migliaia meno, alle prossime politiche. E faranno la differenza.
Parte di questi 6 mln andranno a Renzi se saprà fare o apparire come chi ha
fatto, o dimostrare che dove non è riuscito è per responsabilità altrui. Ma
parte di quei 6 mnl è presumibile che non andranno al PD.
Ma, per altro verso, prendere 2.500.000 di
voti in più in un turno elettorale dove calano gli elettori, è segno di salute.
Di potenziale crescita.
Renzi, diversamente dai suoi lecchini, da
coloro che, come sempre, accorrono in soccorso del vincitore, questi conti li
ha già fatti. Sa che i numeri degli elettori contano più delle percentuali.
Ecco perché ha un anno di tempo per passare
dagli annunci a provvedimenti che diano la percezione di un inizio di
cambiamento. Passato un anno, Renzi proseguirà con il vento in poppa o…qualora
non riuscisse a realizzare alcuni progetti, chiamerà il voto. Per prendersi
quei 6 mln di italiani che ieri non lo hanno considerato.
P.S: possibile che i giornalisti o presunti
tali dei principali quotidiani e anche il maratoneta televisivo Mentana, non
abbiano notato certi dati? “Dipendenza” da Renzi o problemi con la matematica.
O entrambi?
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