lunedì 26 maggio 2014

Elezioni Europee 25 maggio 2014, il risultato di Renzi: tanta euforia per…..2,5 mln in più di voti rispetto al 2013



I primi commenti della stampa sono entusiastici nei confronti del risultato percentuale del Pd, il cui merito è attribuito a Renzi.
Lungi da me sminuire la portata del raggiungimento del 40%, misura inusuale che non ricordo da quante elezioni non veniva raggiunta da un partito, ma vorrei sottoporre all’attenzione di chi non è impegnato a stare attaccato al carro di Renzi, a ungerlo e leccarlo in ogni dove perdendo la salivazione, che sarebbe opportuno dare o ridare un’occhiatina ai dati. E, soprattutto, avere buoni rapporti con la matematica. Che non è faziosa. E con la quale si può scoprire – come succede per i dati auditel della tv – che le percentuali si alzano e si abbassano in ragione dei numeri assoluti.

I dati dell’affluenza dicono che gli italiani con diritto di voto sono 49.256.169. Ieri alle urne si sono presentati quasi 29 mln di italiani: il 58,68%. Arrotondiamo a 59%. Alle precedenti elezioni europee del 2009, avevano votato più di 32,5 mln di italiani che rappresentavano il 66,46%. Il totale degli aventi diritto al voto è cambiato solo di poche centinaia di migliaia. Quindi, 3 milioni e mezzo di italiani sono rimasti a casa o sono andati al mare.

Le elezioni europee non hanno mai raggiunto le percentuali di voto delle elezioni politiche.
Nel 2008, quando stravinse Berlusconi, se non ricordo male la percentuale era
l’80. Il 24 e 25 febbraio 2013 era il 75%, perché i votanti per la Camera sono stati 35 mln. La differenza tra 35 e 29 è 6 milioni. Una misura consistente in grado di spostare voti da un partito all’altro.

Se guardiamo i risultati del Pd nel 2013, alla Camera ha preso 8,6 milioni per il 25,43%. E’ ovvio che se guardiamo alla percentuale ottenuta ieri del 40%, la differenza percentuale fa gridare al trionfo di Renzi.
Ma se guardiamo i valori assoluti, perché le percentuali variano in ragione di questi, il Pd ha ottenuto rispetto all’anno scorso 2.500.000 voti in più. Sì, basterebbe che passata un’euforia oggettivamente esagerata perché non basata su dati oggettivi, si facessero delle semplici operazioni matematiche da prima elementare.

Non esiste controprova, ma quei 2,5 mln in più sono quelli che Bersani ha perso nell’ultimo mese della campagna elettorale per le politiche del 2013, sono quelli che Renzi avrebbe preso se fosse stato al posto di Bersani. Come dire: non ha ottenuto in termini di voti elettorali un risultato eclatante. La percentuale è eclatante. Perché fatta su 29 mln di elettori anziché 35. Per ottenere il 40% su 35.000.000 di partecipanti al voto il PD deve prendere 14.000.000.

I 2.500.000 di voti in più sono comunque un dato a doppia vista. Da una parte non sono una misura eccezionale. Due o tre milioni vanno e vengono. E ci sono 6 milioni di italiani (35 del 2013 contro il 29 di ieri) che non hanno votato Renzi. Questi 6 mln si ripresenteranno, migliaia più, migliaia meno, alle prossime politiche. E faranno la differenza. Parte di questi 6 mln andranno a Renzi se saprà fare o apparire come chi ha fatto, o dimostrare che dove non è riuscito è per responsabilità altrui. Ma parte di quei 6 mnl è presumibile che non andranno al PD.
Ma, per altro verso, prendere 2.500.000 di voti in più in un turno elettorale dove calano gli elettori, è segno di salute. Di potenziale crescita.
Renzi, diversamente dai suoi lecchini, da coloro che, come sempre, accorrono in soccorso del vincitore, questi conti li ha già fatti. Sa che i numeri degli elettori contano più delle percentuali.
Ecco perché ha un anno di tempo per passare dagli annunci a provvedimenti che diano la percezione di un inizio di cambiamento. Passato un anno, Renzi proseguirà con il vento in poppa o…qualora non riuscisse a realizzare alcuni progetti, chiamerà il voto. Per prendersi quei 6 mln di italiani che ieri non lo hanno considerato.

P.S: possibile che i giornalisti o presunti tali dei principali quotidiani e anche il maratoneta televisivo Mentana, non abbiano notato certi dati? “Dipendenza” da Renzi o problemi con la matematica. O entrambi?

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