Nuovi
attacchi chimici in Siria
Un rapporto di Human rights watch (Hrw),
pubblicato il 13 maggio, denuncia l’uso di armi chimiche da parte del governo
siriano negli attacchi contro tre città nel nord della Siria a metà aprile. Il
rapporto pubblicato dall’organizzaziozione fa crescere i timori che Bashar al
Assad continui a usare le armi chimiche contro i ribelli, malgrado l’accordo
stipulato con le Nazioni Unite che prevedeva lo smantellamento del suo arsenale
chimico.
Secondo il rapporto, alcuni elicotteri
militari avrebbero sganciato bombe al cloro, un prodotto usato anche
nell’industria civile. Secondo Hrw, gli elicotteri usati per il bombardamento
sarebbero in dotazione solo dell’esercito regolare di Assad, quindi gli
attacchi non possono essere attribuiti ai ribelli.
Il giornalista
italiano Daniele Ranieri ha fotografato i
fusti che contenevano le armi al cloro a Kfar Zeita. Le sue foto sono state
pubblicate dal Daily Telegraph e sono state prese in considerazione come prove
anche dagli osservatori incaricati di sorvegliare lo smaltimento dell’arsenale
chimico siriano.
Il 29 aprile Ahmet Üzümcü, il direttore
generale dell’Organizzazione per la
proibizione delle armi chimiche, ha
annunciato una nuova missione in Siria per stabilire con certezza se siano
state usate armi chimiche a metà aprile.
Human rights watch ha intervistato una
decina di testimoni oculari, tra cui cinque medici. L’ong ha analizzato il
materiale video e le foto degli attacchi, che secondo i testimoni sarebbero
avvenuti tra l’11 e il 21 aprile in tre città nel nordovest della Siria.
I testimoni riferiscono di aver visto gli
elicotteri che sganciavano bombe, oppure di aver sentito il rumore di un
elicottero prima di un’esplosione. Subito dopo l’esplosione, i testimoni hanno
raccontato di aver sentito un odore molto forte.
Secondo i medici che hanno soccorso le
vittime, sono morte almeno 11 persone e altre 500 sono state intossicate. I
sintomi fanno pensare all’uso del gas cloro.
Gli attacchi documentati da Human rights
watch sono avvenuti:
- A Kfar Zeita, una città a nordovest di
Hama, l’11 e il 18 aprile, nel quale sono morte due persone e sono state
intossicate altre 200, cinque delle quali gravemente.
- Ad Al Temana, una piccola città a nord di
Hama, il 13 e il 18 aprile, nella quale sono morte 6 persone e 150 sono state
intossicate.
- A Telmans, una città a sud di Idlib il 21
aprile, dove sono morte tre persone e ne sono state colpite 133.
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