mercoledì 14 maggio 2014

Il sistema bancario italiano, Ubi Banca: Bazoli e Pesenti indagati dalla procura di Bergamo, una domanda e…un “sospetto”


A me che sono un’”ingenua” (vabbè…fingete di crederci), questa inchiesta su Ubi Banca mi fa sorgere una domanda e mi suscita un “sospetto” su come andrà a finire…

La domanda, facile facile, è per la Procura di Bergamo.
Queste indagini vanno avanti da tempo, non si producono capi d’imputazione come questi da un giorno all’altro. E, allora, mi chiedo: come mai la perquisizione, da cui la notizia in prima pagina, dopo l’assemblea degli azionisti che si è svolta qualche giorno fa e non prima?
Per evitare “turbative” al titolo in Borsa? Non credo. Queste arrivano comunque allo scoppiare della notizia (vera o falsa che sia).
A che si deve questa “sensibilità” della procura di Bergamo?

Arriviamo al “sospetto”.
Parto dal presupposto che la magistratura non si sia inventata nulla, che non si tratti di persecuzione comunista o di altra specie nei confronti di nessuno. Rilevo che i soggetti più noti al centro dell’inchiesta sono due culi di pietra: Bazoli, dotato di entourage clericale bresciano (non di poco conto, Paolo VI da lì veniva) e oggi in predicato di rottamazione (Diego Della Valle lo vorrebbe fuori dal cda del Corriere), mentre un tempo era considerato colui che riuscì a non
farsi inculare da Enrico Cuccia. Il “gestore” del salotto della finanza milanese. Quello che piaceva tanto anche a D’Alema e ai post comunisti (DS o PDS, non ricordo, ma non fa differenza).

In effetti, Bazoli è uno che, per abilità e protettori clericalpolitici, era riuscito a “neutralizzare” le strategie di Cuccia. E non certo perché questo non avesse rete di protettori. Anzi. Era lui la rete di “protettorato” potente che creava e smontava aziende, alla faccia delle regole del libero mercato. Con il 2% al massimo, per quel gioco delle scatole cinesi che tanto piaceva a Cuccia, se eri nel suo giro “strategico” ti compravi aziende o banche. O le disfavi…

Con il passare degli anni, con il radicare di certi posizionamenti, Bazoli si è fatto culo di pietra. E si sta comportando come la maggiore parte dei cosiddetti manager italiani: lo porti via dai cda solo in orizzontale. In verticale, non li smuovi.

Pesenti è un altro culo di pietra. La famiglia Pesenti è originaria di Bergamo e, come tale, in stretta relazione con la Banca Popolare di Bergamo. Bresciani e bergamaschi si amano come i livornesi e i pisani, ma, quando c’è di mezzo il potere, il controllo economico, si superano le “inimicizie” campanilistiche.
Due culi di pietra con il medesimo complesso: dimostrarsi superiori ai milanesi. Complesso che porta certo mondo finanziario-politico della provincia lombarda a cercare di prendere il meglio di Milano e usarlo a piacere. Facendo e disfando. Più disfando che facendo. Perché certi complessi d’inferiorità sono l’implicita ammissione dell’evidente inferiorità. A livello strategico, a livello applicativo, a livello di controllo.

Vedremo che cosa produrrà questa indagine. Mi aspetto che l’inchiesta sia corroborata da fatti che giustificano l’accusa d’intralcio alla vigilanza, truffa e riciclaggio: tutta roba tipica da colletti bianchi. Non vorrei, però, che arrivati alla fine, tutto si riduca al solo pensionamento indotto di certi culi di pietra. Sia chiaro: è più che ora che Bazoli si ritiri e anche Pesenti (nato nel 1931) ha superato ampiamente i requisiti previsti dalla riforma Fornero. Ma i presidenti, i consiglieri, gli amministratori delegati, non fanno tutto da soli.
Sì, perché come ben sa chi conosce le logiche delle strutture aziendali e la normativa societaria, vi sono organi che propongono, altri che deliberano, altri che controllano.
Se le responsabilità dei culi di pietra saranno accertate, ne dovranno pagare le conseguenze in termini civili e penali e – ovviamente – “accomodarsi” fuori dai Consigli di Amministrazione e Consigli di Sorveglianza delle banche. Ma, come dovrebbe sapere la stampa ben informata, certi organismi aziendali sono “badati” da strutture di primo e secondo livello che dovrebbero svolgere certe funzioni.

Insomma, i culi di pietra – ma non solo – anche coloro che stanno aspettando di prendere il loro posto, sono “assistiti” da “badanti” che gli portano la pappa…gli puliscono la bava dalla bocca e… anche il culo.
Chi ha orecchi per intendere, intenda. E chi è solitamente attento a certi intrecci politico-finanziari - come ‘Il Fatto Quotidiano’ – veda di ricostruire, a onor d’informazione – tutti i coinvolgimenti e le responsabilità.
Perché se i culi di pietra rimangono al loro posto, anche certi livelli sottostanti non si smuovono. Al massimo, si trova un capro espiatorio che paga per tutti.
E’ un’altra delle logiche del capitalismo, del libero mercato e balle varie.

Scoprire tutte le responsabilità potrebbe anche essere “divertente”. Oddio…gli unici che non si divertiranno sono i clienti che faticano a ottenere finanziamenti mentre ve ne sono altri - gli amici degli amici - che quando non riescono a rimborsarli, vengono aiutati da certi gruppi bancari che se li accollano a caro prezzo o li impacchettano (cartolarizzazioni) per rifilarli ai risparmiatori sotto forma di obbligazioni. 
Tutto ciò a discapito dei clienti. Che si vedono aumentare commissioni e spese e rifilare sole. Come si suol dire: cornuti e mazziati.
Chi era che diceva: cos’è un delitto, in confronto a una banca.... 

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