da: La Stampa
Turchia,
Erdogan: “Tolleranza zero”
Notte
di battaglia a piazza Taksim
Istanbul,
la polizia sgombera il Gezi Park. In serata migliaia di manifestanti tornano
sul luogo della protesta. Cariche e scontri, decine di arresti e centinaia di
feriti
Pugno di ferro del “sultano” Recep Tayyip
Erdogan contro il movimento di protesta delle centinaia di migliaia di giovani
scesi nelle piazze del paese per chiedere le sue dimissioni. La polizia
all’alba ha ripreso con la forza il controllo di Piazza Taksim a Istanbul e il
premier ha annunciato «tolleranza zero» verso i manifestanti.
Dopo una giornata tesissima in cui si sono
contati almeno un centinaio di feriti, la guerriglia è riesplosa in serata,
quando i manifestanti sono tornati nella piazza e le forze dell’ordine hanno
reagito con blindati, cariche e lacrimogeni. Già nella notte c’erano stati duri
scontri ad Ankara, dove la polizia aveva disperso con brutalità migliaia di
manifestanti a Tunali.
L’intervento delle forze anti-sommossa
questa mattina a Taksim ha rotto una tregua che durava dal primo giugno, quando
la polizia era stata ritirata dalla piazza simbolo della rivolta. Centinaia di
poliziotti hanno fatto irruzione all’alba, appoggiati da mezzi blindati e
cannoni ad acqua, sparando lacrimogeni e granate assordanti. La maggior parte
dei manifestanti che presidiavano la piazza si è ritirata senza resistere nel
vicino Gezi Park, che il governatore di Istanbul aveva promesso di non prendere
d’assalto. Ci sono stati scontri duri con gruppi di manifestanti che hanno
lanciato pietre e qualche bottiglia incendiaria. Diversi indignados di Taksim
hanno denunciato la presenza di `provocatori´ della polizia. Le “barricate”
sono state smantellate dai bulldozer delle forze antisommossa.
Nonostante le promesse del governatore, la
polizia è penetrata anche nel Gezi Park, sparando gas urticante contro i
manifestanti, ma si è ritirata dopo una decina di minuti. Secondo
l’Associazione medici turchi, ci sono stati almeno 100 manifestanti feriti.
Cinque sono gravi, colpiti alla testa da candelotti lacrimogeni sparati a
altezza d’uomo. Dall’inizio della protesta tre manifestanti sono stati uccisi e
5mila feriti in tutto il Paese. Dieci hanno perso la vista. Un poliziotto è
morto cadendo da un ponte mentre inseguiva i manifestanti.
Durissima la reazione del capo
dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, che ha accusato Erdogan di essere «un
dittatore». Il premier, in un discorso davanti ai parlamentari del suo partito
islamico Akp ha annunciato che «non ci sarà più tolleranza» e che la partita
con i manifestanti «è chiusa». Erdogan li ha accusati di avere portato «un
attacco contro la democrazia», «fatto scappare gli imprenditori stranieri dalla
Turchia» e di avere danneggiato il turismo e l’economia.
La strategia della terra bruciata che
sembra aver adottato il premier turco ha suscitato allarme e condanne anche
all’estero. Il Consiglio d’Europa ha parlato di «inaccettabile violenza della
polizia», Amnesty International di «violenza brutale e vergognosa». La
repressione è scattata anche contro gli avvocati che appoggiano il movimento di
protesta, 73 dei quali sono stati arrestati a Istanbul.
La situazione rimane incandescente.
Migliaia di manifestanti sono tornati a Taksim e nel centro di Ankara questa
sera per denunciare la violenza del governo e gridare “Tayyip Istifa”, “Tayyip
Vattene”. La polizia è di nuovo intervenuta con brutalità, e Taksim è stata
nuovamente avvolta da una nuvola di lacrimogeni. Molti prevedono una notte di
scontri.
Non ha contribuito ad abbassare la tensione
la diffusione di un video che mostra un poliziotto estrarre la pistola e
sparare contro i manifestanti ad Ankara, e poi scappare. Le immagini, secondo
la stampa turca, mostrano la scena dell’uccisione di Ethem Sarisuluk, il
ragazzo dichiarato in stato di morte celebrale lunedì scorso dopo essere stato
colpito da un proiettile alla testa.
Una riunione è sempre prevista domani fra
il premier e una delegazione della Piattaforma per Gezi Park, che ha
organizzato le prime manifestazioni due settimane fa in difesa dei 600 alberi
del parco. Ma non si vede bene che risultati possa produrre. Erdogan infatti
oggi ha confermato che l’ultimo spazio verde del cuore di Istanbul sarà
distrutto per fare posto a una ricostituzione di una caserma ottomana,
liquidando seccamente la questione degli alberi: «Li ripianteremo
altrove».
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