martedì 11 giugno 2013

L’Amaca di Michele Serra

da: la Repubblica


Niente di personale contro Gianni Alemanno, ma che a Roma non ci sia più un sindaco che viene dal neofascismo è una notizia di rilievo mondiale. Roma — come New York, Parigi, Londra e pochissime altre — è città che appartiene al mondo, e non solamente alla nostra precaria e smemorata democrazia, che aveva riportato i saluti romani sugli scaloni del Campidoglio. Che a Treviso sia stato sindaco un figuro che inveiva contro “i negri” fa parte solo della miserabile (e anche ridicola) cronaca locale, e al di là del confine a nessuno poteva importare qualcosa. Ma Roma è Roma, e l’esito nero delle amministrative precedenti (dopo la ricandidatura suicida di Rutelli) è stata una delle catastrofi simboliche della sinistra italiana. Ora speriamo che Ignazio Marino, eletto da tanti dei pochi romani che sono andati a votare, non consenta al Pd di equivocare sul risultato, magari attribuendolo all’avvenuta digestione delle “larghe intese” da parte di un elettorato sempre prono. Marino era un candidato anomalo, poco partitico, molto irrequieto sul fronte della riforma della politica. Tenga duro perché adesso molti di quelli che persero Roma cinque anni fa cercheranno di attribuirsi il merito della sua vittoria.

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