giovedì 13 giugno 2013

Film: classici che rinascono in 3D


da: la Repubblica

"Il mago di Oz" splende di nuovo al cinema: la stagione dei classici che rinascono in 3D
A 75 anni dall'uscita, torna in sala il capolavoro di Victor Fleming, rimasterizzato in 3D. È solo il primo di una lunga serie che vede anche I predatori dell'arca perduta, Top Gun, Jurassic Park, La sirenetta e molti altri. Un revival che piace al pubblico (e a chi produce merchandising)
di Filippo Brunamonti

Siete mai stati al di là dell'arcobaleno? Se la risposta è no, in meno di un attimo potreste riuscirci. In occasione del 75esimo anniversario di Il mago di Oz, il capolavoro di Victor Fleming vincitore di due premi Oscar rivive in sala per una settimana (dal 20 settembre a partire dal Nord America) in una versione mai vista prima, rimasterizzata nel suono e nell'immagine, grazie alla conversione in 3D e ai nuovi prestigi Imax. Ci attende una stagione di grandi classici, originariamente concepiti in 2D, più vivi e gonfi d'emozioni. Dal Titanic 3D di James Cameron che ha già dimostrato perizia di profondità e resa cromatica sugli schermi Imax, fino alla riedizione (in 3D per il 20esimo anniversario) diJurassic Park di Steven Spielberg, I predatori dell'arca perduta e Top Gun. 


Una festa per gli occhi, Il mago di Oz in 3D, un'occasione unica per scoprire quella fattoria del Kansas dove la piccola Dorothy aspetta la fiaba della sua vita. Fino al giorno in cui un tornado la trasporta "over the rainbow", appunto al di là dell'arcobaleno, incrociando nuvole e saette, nel meraviglioso paese di Oz, landa di colori sgargianti, paesaggi incantati e bizzarri compagni d'avventura: uno spaventapasseri senza cervello, un uomo di latta che non ha cuore, un leone a cui manca il coraggio e un mago misterioso. A proteggere Dorothy pensa la profetica strega bianca, che ingaggia una lotta all'ultimo sortilegio con la perfida megera di Oz. In questa camera di sogni e dolori tutto somiglia a un sogno in technicolor, ogni cosa appare come già vissuta e conosciuta. E forse il sogno di Dorothy non è poi tanto "sogno"...


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