da: la Repubblica
Sulle
orme di Montalbano
di Giuseppe
Ortolano
Tra Scicli, Modica e Noto. Tra mare e
Barocco. Alla scoperta della Sicilia immortalata nei libri di Camilleri e nella
popolare serie televisiva che ne è scaturita
C'è chi lo visita per i siti archeologici e
chi per la natura o per i pregevoli esempi di architettura barocca. Chi è alla
ricerca dei luoghi dove Camilleri ha ambientato le avventure del Commissario
Moltabano e chi desidera un mare pulito dove tuffarsi. Senza scordare chi ama
perdersi nei piaceri dell'enogastronomia locale o delle numerose tradizioni
popolari che si celebrano nel corso di tutto l'anno. Non mancano certo i motivi
per visitare quell'angolo di Sicilia, posto tra le provincie di Siracusa e
Ragusa, al cui centro si trovano le cittadine di Scicli, Noto e Modica.
Scicli, città-presepe Patrimonio UNESCO, è forse meno conosciuta di Noto e Modica ma, incastonata all'incrocio di tre valloni a pochi chilometri dal mare,
Ma per ammirare quello che viene definito il palazzo barocco più bello di Sicilia si deve raggiungere Palazzo Beneventano, con i suoi caratteristici mascheroni che rappresentano alcune teste di moro. Da Palazzo Beneventano si arriva in Piazza Italia, sulla quale si affacciano Palazzo Massari, Palazzo Mormina-Penna, Palazzo Iacono, Palazzo Fava e dalla Chiesa Madre di Sant'Ignazio. Da qui si raggiunge la cava di San Bartolomeo (canyon naturale dovuto all'azione del torrente San Bartolomeo sulla roccia calcarea) che racchiude la stupenda chiesa omonima e da dove si arriva al complesso di grotte di origine bizantina di Chiafura.
Da visitare poi: la statua marmorea di Pietro di Lorenzo detto Busacca, circondata dal complesso monumentale della Chiesa e del Convento del Carmine, il Convento di San Domenico e le architetture militari del Castiddazzu (torrione di uno scomparso mastio probabilmente risalente al XV secolo) e del Castello dei Tre Cantoni.
Scicli è anche un vivace centro dell'arte contemporanea italiana ed europea. In città è infatti attiva una "scuola di pittura e scultura", chiamata Gruppo di Scicli, i cui lavori sono in parte esposti permanentemente a Palazzo Spadaro. La vocazione artistica di questa località è anche sottolineata dalle numerose gallerie d'arte che si snodano per il centro storico. Ma Scicli è anche mare, con oltre venti chilometri di costa, diciotto di spiaggia finissima e dorata che degrada in un mare cristallino e ben quattro borgate marinare. Tra queste Donnalucata, la più antica e grande, il cui nome deriva dall'arabo "Ayn-Al-Awqat", che significa fonte delle ore.
Qui si trovava una sorgente di acqua dolce
che sgorgava sulla spiaggia, grazie al gioco delle maree, cinque volte, proprio
come le preghiere musulmane. Splendido è il piccolo borgo marinaro
ottocentesco di Sampieri da cui parte una splendida spiaggia a mezzaluna che
culmina a Punta Pisciotto con la Fornace Penna, fabbrica di laterizi costruita
nel 1912 e in disuso dal 1924 quando fu incendiata. Spettacolare esempio di
archeologia industriale fra i più importanti in Italia è una vera e propria
"cattedrale del mare". L'ultimo sabato di maggio Scicli celebra
la Madonna delle Milizie, l'unica Vergine Guerriera della cristianità, venuta
in aiuto agli sciclitani e ai normanni contro i saraceni nella battaglia di
Micenci del 1091. Anima della festa è la rievocazione dei momenti che
precedettero il fatto d'armi che culminano, appunto, con la stessa battaglia
dove avviene la miracolosa apparizione della Vergine a cavallo.
Per alloggiare nella cittadina ci si può affidare alle accoglienti strutture low cost di ScicliOspitalitàDiffusa.it, presenti nel centro storico, vicino al mare o in aperta campagna.
A pochi chilometri da Scicli si incontra Noto, un vero e proprio giardino di pietra fatto di chiese e palazzi nobiliari, capitelli e fregi, tra i quali è piacevole girare per scoprire il fascino del barocco siciliano, che qui prende il colore giallognolo della pietra utilizzata nelle costruzioni. Da non perdere una visita alla cattedrale, alla bella Sala degli Specchi presso Palazzo Ducezio, al Museo Civico e a Palazzo Nicolaci, dimora nobiliare del Settecento. Salendo sulla torre campanaria si gode di un bel panorama sulla città e dei dintorni.
A poco più di dieci chilometri dalla città barocca si visita Noto Antica, abbandonata dopo il terremoto del 1693, dove si possono ammirare le necropoli sicule del IX -VIII sec a.C., la Grotta del Carciofo (catacomba ebraica), la Grotta delle Cento Bocche, la Porta della Montagna e i resti dell'imponente cinta muraria e del Castello Reale. Se si prende la via del mare si arriva invece alla Riserva Naturale di Vendicari, un' oasi faunistica e avicola per uccelli migratori. All'interno dell'area protetta si trova la Torre Sveva edificata tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, in epoca aragonese; una tonnara abbandonata nei primi anni del Novecento e un impianto romano per la lavorazione del pesce e per la produzione del "garum", tipica salsa usata dai romani per condire i cibi. Nella vicina contrada Caddeddi si trova la Villa Romana del Tellaro, con mosaici pavimentali ritenuti tra i più belli in Italia.
Per alloggiare nella cittadina ci si può affidare alle accoglienti strutture low cost di ScicliOspitalitàDiffusa.it, presenti nel centro storico, vicino al mare o in aperta campagna.
A pochi chilometri da Scicli si incontra Noto, un vero e proprio giardino di pietra fatto di chiese e palazzi nobiliari, capitelli e fregi, tra i quali è piacevole girare per scoprire il fascino del barocco siciliano, che qui prende il colore giallognolo della pietra utilizzata nelle costruzioni. Da non perdere una visita alla cattedrale, alla bella Sala degli Specchi presso Palazzo Ducezio, al Museo Civico e a Palazzo Nicolaci, dimora nobiliare del Settecento. Salendo sulla torre campanaria si gode di un bel panorama sulla città e dei dintorni.
A poco più di dieci chilometri dalla città barocca si visita Noto Antica, abbandonata dopo il terremoto del 1693, dove si possono ammirare le necropoli sicule del IX -VIII sec a.C., la Grotta del Carciofo (catacomba ebraica), la Grotta delle Cento Bocche, la Porta della Montagna e i resti dell'imponente cinta muraria e del Castello Reale. Se si prende la via del mare si arriva invece alla Riserva Naturale di Vendicari, un' oasi faunistica e avicola per uccelli migratori. All'interno dell'area protetta si trova la Torre Sveva edificata tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, in epoca aragonese; una tonnara abbandonata nei primi anni del Novecento e un impianto romano per la lavorazione del pesce e per la produzione del "garum", tipica salsa usata dai romani per condire i cibi. Nella vicina contrada Caddeddi si trova la Villa Romana del Tellaro, con mosaici pavimentali ritenuti tra i più belli in Italia.
La vicina Modica abbina, invece ai meravigliosi
monumenti del barocco siciliano i suoi celebri laboratori di cioccolato
artigianale, famoso per essere prodotto con la ricetta originale azteca che lo
rende granuloso e friabile. Tra le numerose chiese (c'è chi dice che
siano almeno 100) vale la pena visitare almeno il duomo di San Giorgio,
ritenuto il monumento simbolo dello stile architettonico barocco siciliano, e
quello di San Pietro, le chiese del Carmine e di Santa Maria in Betlem e il
pregevole esempio di architettura rupestre di San Nicolò inferiore.
Se il tempo a disposizione lo permette vale la pena visitare anche Palazzolo Acreide, costruito sull'altopiano che ospitava l'antica colonia greca di Akrai: una città-fortezza della quale si ammirano ancora imponenti vestigia archeologiche. O la Cava d'Ispica, una gola solcata da un ruscello, generalmente secco, con catacombe risalenti all'epoca paleocristiana (IV-V secolo), tracce di abitazioni, antiche chiese e grotte anticamente abitate dall'uomo. A pochi chilometri da Pachino, centro agricolo noto per la produzione di pomodorini, si incontra infine Marzamemi (dall'arabo Marsà al hamen ovvero Rada delle Tortore), una suggestiva borgata bagnata dal mare e sede di un'antica tonnara. Nel centro storico si trovano la bella Piazza Regina Margherita, con le sue due chiese, il Palazzo del Principe di Villadorata, proprietario della tonnara, e le vecchie case dei pescatori, oggi in parte occupate da caratteristici locali turistici.
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