da: La Stampa
Costituita
la commissione dei saggi. Trentacinque nomi per le riforme
Letta
scioglie le riserve. Nella rosa ci sono anche Frattini e Violante. Giovedì
l’appuntamento al Quirinale
Ecco la commissione dei “saggi” sulle
riforme costituzionali. Il governo procede a tappe forzate per mantenere entro
la settimana l’impegno assunto con il capo dello Stato a farsi motore di
propulsione delle modifiche alla Carta. E mentre si lavora al testo del ddl
sull’iter delle riforme, con l’obiettivo di vararlo nel Consiglio dei ministri
di venerdì, il premier Enrico Letta firma la nomina dei 35 esperti del diritto
(10 donne) con funzione consultiva rispetto al governo.
Il primo organo a entrare in campo nella
nuova partita per le riforme, è dunque la commissione di teorici e pratici del
diritto incaricata di fornire i suoi input nel merito delle modifiche da
apportare alla Costituzione. Gli esperti, che saranno ricevuti giovedì al
Quirinale, lavoreranno nel tempo necessario al Parlamento per approvare il ddl
costituzionale che definirà l’iter delle riforme. Fino a quando, insomma,
saranno le Camere a entrare nel merito. Probabilmente dopo l’estate.
Dai nomi appare evidente lo sforzo di
rappresentare tutti gli orientamenti e le anime politiche. Si va da Lorenza
Carlassare, nota costituzionalista vicina agli ambienti di sinistra, a Nicolo’
Zanon, che nel Csm è un laico espressione del Pdl. Ci sono poi i “saggi”
Valerio Onida e Giovanni Pitruzzella. C’è Luciano Violante, ma anche l’ex
ministro di Berlusconi Franco Frattini e l’Udc Francesco D’Onofrio. E ancora:
l’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini, il costituzionalista Michele Ainis
e il politologo Angelo Panebianco. Stavolta niente gaffe: le donne sono 10 su
35, da Nadia Urbinati a Elisabetta Catelani.
Intanto, i tecnici limano il testo del ddl
costituzionale che disegnerà il percorso delle riforme. I contenuti saranno
quelli indicati nella mozione di maggioranza approvata in Parlamento. A partire
dal `Comitato dei 40´ (20 deputati, 20 senatori), che elaborerà i testi. In queste
ore, raccontano, si sta cercando `l’algoritmo´ che dovrà definire la presenza
dei partiti nel Comitato. Si cercherà un equilibrio tra consistenza dei gruppi
e voti alle elezioni, per evitare uno sbilanciamento in favore dei dem, causa
premio di maggioranza. Ma l’equazione starebbe creando qualche problema.
Il Comitato avrà in ogni caso solo poteri
referenti: i testi saranno insomma emendabili in Aula. Ma per evitare che le
leggi restino impantanate nel dibattito parlamentare, è probabile che nel ddl
del governo sia indicato uno scansionamento preciso e serrato dei lavori, che
garantisca di raggiungere il traguardo entro 18 mesi. A partire da una
riduzione da tre a due mesi dei tempi che devono passare tra le letture delle
due Camere. Di sicuro, ci sarà la possibilità di svolgere in ogni caso un
referendum confermativo al termine del percorso.
Non si entrerà nel merito delle riforme, se
non per indicare - ipotizzano fonti parlamentari - i confini dell’intervento:
l’esame di progetti di legge di revisione della seconda parte della
Costituzione, nonché di una legge elettorale che sia coerente con il nuovo
assetto istituzionale. Un riferimento, secondo qualche deputato, potrebbe
essere fatto però anche alla necessità di garantire un bilanciamento dei poteri
ove si mettesse mano alla forma di Stato e di governo.
Ed è ancora il semipresidenzialismo ad
accendere il dibattito tra i partiti. Mentre Silvio Berlusconi e i suoi
continuano a premere in questa direzione, il segretario del Pd Guglielmo
Epifani non chiude la porta al modello francese e invita tutti a «non piantare
muri», ma sottolinea la necessità di «fermarsi un attimo e discutere seriamente
nelle sedi competenti con gli argomenti giusti, con tempi giusti e nell’ordine
giusto». In particolare, il segretario Pd ricorda la necessità di riforme «pesi
ed equilibri», a partire da una «moderna legge sul conflitto d’interesse». E
incassa la piena disponibilità da parte del capogruppo Pdl Renato
Brunetta.
Il dibattito entrerà nel vivo in
Parlamento: «governo e presidente della Repubblica - ammonisce Epifani - devono
essere lasciati fuori dalla mischia».
I
nomi
Michele Ainis – Università Roma 3
Augusto Barbera – Università di
Bologna
Beniamino Caravita di Toritto – Università
la Sapienza Roma
Lorenza Carlassare – Università di
Padova
Elisabetta Catelani – Università di
Pisa
Stefano Ceccanti – Università Roma 3
Ginevra Cerrina Feroni – Università di
Firenze
Enzo Cheli – Presidente Emerito Corte
Costituzionale
Mario Chiti – Università di Firenze
Pietro Ciarlo – Università di
Cagliari
Francesco Clementi – Università di
Perugia
Francesco D’Onofrio – Università La
Sapienza Roma
Giuseppe de Vergottini – Università di
Bologna
Giuseppe Di Federico – Università di
Bologna
Mario Dogliani – Università di Torino
Giandomenico Falcon – Università di
Trento
Franco Frattini – Presidente Società
Italiana per l’Organizzazione Internazionale
Maria Cristina Grisolia – Università di
Firenze
Massimo Luciani – Università La Sapienza
Roma
Stefano Mannoni – Università di
Firenze
Cesare Mirabelli - Presidente Emerito Corte
Costituzionale
Anna Moscarini – Università della
Tuscia
Ida Nicotra – Università di Catania
Marco Olivetti – Università di Foggia
Valerio Onida - Presidente Emerito Corte
Costituzionale
Angelo Panebianco – Università di
Bologna
Giovanni Pitruzzella – Università di
Palermo
Anna Maria Poggi – Università di
Torino
Carmela Salazar –Università di Reggio
Calabria
Guido Tabellini – Università Bocconi di
Milano
Nadia Urbinati – Columbia University
Luciano Vandelli – Università di
Bologna
Luciano Violante – Università di
Camerino
Lorenza Violini – Università di
Milano
Nicolò Zanon – Università di Milano
Nessun commento:
Posta un commento