da: Corriere della Sera
Forse anch'io, come Lucia Annunziata, «ho
sbagliato a capire», ma l'intervista che Roberto Fico del Movimento 5 Stelle ha
rilasciato alla conduttrice di «1/2 ora» era molto interessante (Raitre,
domenica, ore 1430). Intanto perché era la prima intervista dopo il corso
accelerato di «public speaking» che Grillo e Casaleggio hanno fatto ad alcuni
dei loro adepti, e poi perché molte cose erano degne di approfondimento (che
purtroppo non c'è stato).
La prima regola dei grillini, se non
«ho sbagliato a capire» (come si dice in annunziatese), è che partecipano solo
a programmi «dove escono fuori i contenuti». Che è uno di quei problemi
epistemologici di non facile soluzione: esiste un contenuto senza forma? E la
forma può essere identificata in un genere? Fico ha confermato di essere
candidato alla Presidenza della Commissione Bicamerale di Vigilanza Rai, perché
laureato in «Scienze della comunicazione» indirizzo «comunicazioni di massa».
Ottimo.
Sarebbe però stato interessante sapere con
chi si è laureato e su che testi perché quando ha cominciato a esporre la sua
teoria sul Servizio pubblico è parso un po' fragile. Le solite cose: la Rai
deve essere tolta al controllo dei partiti e «restituita ai cittadini» (cosa
vuol dire?), la Rai deve essere considerata
un bene comune, come l'acqua (ma
questa è una concezione antiquata, quando le risorse erano scarse), bisogna
creare un Consiglio degli Audiovisivi, che a sua volta controlli il Cda della
Rai. Giusto.
Ma la prima cosa da fare non sarebbe quella di
abolire l'esecrabile istituto della Vigilanza Rai? Forse «ho sbagliato a
capire», ma se la «tv è morta» (quale tv?) cosa significa collegare la Rai alla
rete Internet? Si pensa a una forma moderna di convergenza o a cos'altro? E
quando, infine, si ripete la frase «la Gabanelli poteva alzare il telefono» non
si ripete il più frustro luogo comune dei politici che tentano di difendersi?
Nessun commento:
Posta un commento