Darsena,
via al restyling Expo: «Rinasce il porto di Milano»
Assegnato
l'appalto, partono i lavori di riqualificazione
di Armando Stella
Una coperta di alghe
verdi stesa sull'acqua, il profilo delle mura spagnole divorato dall'erba, le
tracce di Leonardo lasciate nel fango, un paio di scarpe nere da uomo, un
triciclo affogato, lattine di Coca Cola , bottiglie di plastica nel canneto,
graffiti sui muri e reti da cantiere sfasciate sull'asfalto. I lavori di
riqualificazione dovranno risollevare la Darsena dalla voragine in cui è
sprofondata. Quasi nove anni di abbandono. Il progetto di un parcheggio che ha
devastato il quartiere e umiliato le speranza di rinascita. E ancora: il
rimpallo delle responsabilità, la burocrazia dei ricorsi. I tempi, delusi:
rinvii e ritardi
cronici. Ma ora ci siamo. La società Expo assegnerà a giorni
l'appalto per gli «interventi di ristrutturazione e nuova costruzione
dell'ambito Darsena». Costo dell'operazione: circa 19 milioni di euro. La gara
è stata vinta da un consorzio d'imprese (la Gi.Ma.Co di Sondrio, l'Emilio
Giovetti di Modena, l'Ingeco di Bologna e la milanese Rappo) che ha presentato
un'offerta al ribasso del 28-30 per cento. Il contratto ordina di finire il restyling
in 548 giorni consecutivi. Entro Natale 2014.
Poco di buono da
segnalare: due barchette all'ancora sotto il ponte di viale Gorizia e una
famigliola di anatroccoli metropolitani. Per immaginare cosa sarà bisogna
tornare all'inverno 2004 e agl'impegni del sindaco Gabriele Albertini.
Ricordate? Il Comune organizza un concorso internazionale di idee e sceglie la
proposta del gruppo Bodin & Associés. Poi, la promessa: «Lavori nel 2006 e
inaugurazione del porto nel 2011». Le scadenze sono saltate da tempo. L'ultimo
bando Expo ha però salvato - in parte - le linee guida del progetto Bodin. Il
masterplan, dunque. Sparisce il traffico da piazza XXIV Maggio, che diventerà
isola pedonale e ciclabile (Expo mette altri 3,5 milioni per sostituire i
binari dei tram Atm); riaffiorerà una parte del canale Ticinello tra la Presa
sul margine Est del bacino e l'Arco del Cagnola; l'edificio del mercato
comunale sarà demolito e ricostruito; l'«area di lavoro portuale» sarà ricavata
sulla sponda Sud; saranno risistemati gli argini; tra gli «innesti strutturali»
ci sono i pontili per l'ormeggio, una passarella a sormontare il laghetto,
posteggi, giardini, qualche metro quadro di negozi e una caffetteria per
ristorare turisti, passanti e naviganti. I primi cantieri saranno allestiti a
fine mese.
La Darsena, per
definizione: la parte più interna del porto destinata alle riparazioni navali.
Geografia: qui si mescolano le acque del Naviglio Grande, dopo 45 chilometri di
discesa da Turbigo, e quelle del Naviglio Pavese, che prosegue per 35
chilometri fino all'antica Ticinum. Storia: il cuore del sistema idrico di
Milano custodisce un tesoretto monumentale (l'assito ligneo ritrovato sul fondo
del bacino è documentato nelle carte di Leonardo) e racconta l'impresa della
fabbrica del Duomo (le vie d'acqua vennero usate per trasportare il marmo della
cattedrale). Cos'è rimasto, oggi? Immobilismo; incuria; sciatteria. Con la
svolta Expo, ha rimarcato il sindaco Pisapia, «rimediamo alla violenza
urbanistica perpetrata per troppi anni verso uno dei luoghi storici più belli
di Milano». E Giuseppe Sala, l'ad di Expo: «La Darsena sarà uno dei segni
concreti di rinnovamento che la manifestazione porterà alla città».
La deriva era iniziata il 29 dicembre 2004, con la firma della convenzione per il parcheggio interrato. Gli operai, nella Darsena, non sono mai entrati. Solo gli archeologi: hanno perlustrato l'area, scavato, identificato la conca leonardesca e liberato dalla terra le mura cinquecentesche. Questi «reperti monumentali», assicurano dalla società Expo, saranno «conservati».
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