da: Lettera 43
Nuova
Sars, la guerra dei brevetti rallenta la ricerca
Arabia
Saudita e Olanda si contendono il vaccino. E frenano la cura. L'Oms: «La salute
prima degli interessi economici».
Anche i virus possono essere brevettati. E
dare adito a dispute internazionali che rallentano la ricerca e la messa a punto
di terapie efficaci.
Se poi si tratta del Mers Cov (Middle East
respiratory syndrome coronavirus), capace di contagiare oltre 50 persone e
di ucciderne un'altra trentina, la questione diventa ancor più dirimente.
Considerando anche che proprio nel 2013 cade l'anniversario della Sars, che 10
anni fa sterminò circa 800 persone.
A GIUGNO 2012 IL PRIMO CASO. La 'guerra dei brevetti' è iniziata a giugno
2012, quando il microbiologo egiziano Ali Mohamed Zaki del Soliman Fakeeh
hospital di Gedda si è trovato alle prese con il caso di un uomo morto per una
polmonite grave e un'insufficienza renale acuta. Non comprendendo la natura del
virus, Zaki ne ha inviato un campione al famoso virologo del centro medico
Erasmus di Rotterdam Ron Fouchier, senza informare le autorità arabe.
FOUCHIER HA SEQUENZIATO IL GENOMA. Il
gruppo di ricerca olandese ha individuato il microrganismo (un coronavirus
trasmesso con ogni probabilità dai pipistrelli), ne ha sequenziato il genoma,
ha pubblicato i risultati sul New England journal of medicine (con il
contributo di Zaki) e si è dato subito da fare per ottenere la proprietà
intellettuale dei metodi usati per isolare e determinare il virus, escludendo
in questo caso il ricercatore egiziano. Fouchier ha fiutato l'affare possibile
e si è accattivato le simpatie delle case farmaceutiche.
È nato così uno scontro tra autorità arabe ed europee. «Se non abbiamo ancora
un test diagnostico è perché il virus è stato brevettato da alcuni scienziati,
che non permettono agli altri di usarli per fare ricerca», ha detto il
viceministro della Salute dell'Arabia Saudita Ziad Memish.
Certo, i responsabili dei laboratori internazionali possono chiedere un
campione del virus, ma non possono inviare ad altri il materiale e non possono
farne un uso a fini economici.
L'OMS NON CI STA. La 'guerra dei brevetti' ha provocato l'ira anche del
massimo organismo mondiale di sanità - l'Oms - che per bocca del direttore
generale Margaret Chan ha espresso la propria preoccupazione: «Non possiamo
permettere che brevetti e gare per pubblicare su riviste scientifiche
impediscano la ricerca a vantaggio della salute pubblica».
Nessun commento:
Posta un commento