da: Rockol
da: Rockol
Gira voce che questo nuovo disco di Alex
Britti sia molto rock, ma la delicatezza delle dieci tracce racconta ben
altro. “Bene così” è un disco intimo, sensibile, leggero, una carezza senza
pretese, un lavoro senza urla né ambizioni. Una carrellata di stati d’animo,
fotografie sparse di quotidianità, pochi racconti e molte sensazioni. Sostenute
principalmente da chitarra, basso, tastiera e batteria, arrangiamento fresco e
mai ingombrante.
Un album senza la grinta testarda del rock, ma con la forza della semplicità e soprattutto con una purezza fanciullesca che intenerisce e consola. Non il disco di una pop star, ma quello di un uomo, con le sue fragilità e i suoi punti di forza. Otto canzoni e due brani strumentali ci parlano di vita, sogni e passioni, ma con una punta di realismo e una d’incanto.
Un album senza la grinta testarda del rock, ma con la forza della semplicità e soprattutto con una purezza fanciullesca che intenerisce e consola. Non il disco di una pop star, ma quello di un uomo, con le sue fragilità e i suoi punti di forza. Otto canzoni e due brani strumentali ci parlano di vita, sogni e passioni, ma con una punta di realismo e una d’incanto.
“Baciami (e portami a ballare)” è il
singolo di lancio ed è certamente
la canzone più solare e luminosa del disco,
in cui si incita a non lasciarsi intimorire dalle difficoltà del quotidiano in
un’epoca così cupa, ma ad andare avanti con ottimismo e positività. Energia
richiamata anche dalla citazione – certamente voluta - al tema musicale di
“007”, come già in passato fecero, per esempio, i Litfiba in “Re del silenzio”
(1986). Tornando ai temi, l’eco di tanta solarità la ritroviamo sparsa in tutto
il disco, specialmente in una canzone che ha tutte le carte per erigersi a
fiore all’occhiello di questa produzione: “Romantici distratti”, descrizione di
una categoria, quella dei “poeti coraggiosi” che “tra la guerra e la pace”
preferisce far l’amore. Più languida è invece la title track, portabandiera del
romanticismo brittiano, una ballata con innesti orientaleggianti evocati
dall’utilizzo di archi e violini. Citazione a parte merita anche “Gli occhi dei
bambini”, firmata da Stefano Rosso, di cui Alex era fan in giovane età. A
fargliene dono è stato il figlio del cantautore e chitarrista indimenticato,
David, e Britti ne ha curato l’interpretazione con sentimento e partecipazione.
E veniamo alle collaborazioni, poche in
verità, visto che Britti - con l’aiuto di pochissimi musicisti - ha fatto
praticamente tutto da sé, compresa scrittura, produzione e arrangiamento. Ma a
qualche cameo non ha voluto rinunciare, e così figurano Mel Gaynor, batterista
dei Simple Minds, nel brano strumentale che chiude il disco (“Noemi”), e
Federico Zampaglione, in qualità di autore, tastierista e corista nel brano
“Senza chiederci perché”. Una piccola parte è stata affidata anche al giovane
Pierdavide Carone, corista in alcune canzoni. Ribadiamo infine la presenza dei
due brani strumentali: “Velox” e “Naomi” - più virtuosistico e ritmato il
primo, melodico e sognante il secondo - per non dimenticare la grande passione
chitarristica del cantautore romano, che da sempre attira su di sé la giusta
stima di tanti appassionati dello strumento. Bene così.
TRACKLIST:
“Baciami (e portami a ballare)”
“Bene così”
“Senza chiederci di più”
“Romantici distratti”
“Perché mi vuoi”
“Passione e disincanto”
“Velox”
“Gli occhi dei bambini”
“Fino al giorno che respiro”
“Naomi”
“Baciami (e portami a ballare)”
“Bene così”
“Senza chiederci di più”
“Romantici distratti”
“Perché mi vuoi”
“Passione e disincanto”
“Velox”
“Gli occhi dei bambini”
“Fino al giorno che respiro”
“Naomi”
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