mercoledì 12 giugno 2013

M5S: gli anti Grillo crescono…

da: Lettera 43

M5s diviso: gli anti-Grillo crescono di numero
Sono 40 i dissidenti che criticano Beppe. Sulla Gambaro: «Non la espelliamo, ma vada via». Lei: «Mi chieda scusa».

Qualcosa si è rotto nel Movimento 5 stelle. Beppe Grillo non è più il leader carismatico indiscusso, e cresce il numero di chi è sempre più critico nei confronti del fondatore e uomo immagine.
Non solo Adele Gambaro, che l'11 giugno ha avuto il coraggio di addossare all'ex comico le responsabilità di una vera e propria débâcle alle elezioni amministrative. Dietro il volto e le parole di quella senatrice si celano una quarantina di parlamentari non proprio contenti di dover tollerare i soliti toni sprezzanti e le regole rigide di Grillo.
POSSIBILE UN NUOVO GRUPPO. Una vera e propria fronda che potrebbe anche pensare di fondare un nuovo movimento, una mina vagante che potrebbe esplodere se il gruppo del Senato desse seguito alle minacce del leader, avviando la procedura d'espulsione per Gambaro.
Perché stavolta non c'è stata alcuna aperta violazione del codice, come era stato il caso di Marino Mastrangeli, semplicemente l'espressione di una critica personale nei confronti del leader. Diverso sarebbe se la senatrice decidesse di dimettersi di sua spontanea volontà. Lei stessa aveva detto che chi non si fosse più trovato d'accordo con il gruppo avrebbe dovuto lasciarlo, ma qui non sono in discussioni i principi del Movimento, quanto il ruolo e le strategie del leader.

SONDAGGIO SUL BLOG: «È COLPA MIA?». D'altra parte la divisione interna al gruppo del Senato è stata certificata dall'esito delle votazioni per il nuovo portavoce, che hanno premiato 'l'integralista' Nicola Morra, ma con appena due voti di margine (e due schede bianche) nei confronti del più dialogante Luis Orellana.
Intanto Grillo è passato al contrattacco con una sorta di sondaggio sul suo blog in cui chiede ai suoi utenti (solo quelli registrati e solo attraverso i commenti già in passato oggetto di censura) se pensano davvero che la colpa della sconfitta sia sua.

Pepe: «Grillo non può reggere a lungo»

Ma alla voce di Adele Gambaro si è aggiunta quella di Bartolomeo Pepe, intervistato dal Messaggero.
«Siamo troppo Grillo-dipendenti. E Beppe, anche fisiologicamente non può reggere, non dura un'altra legislatura. Ha quasi 65 anni. Lei ce lo vede a 70 nelle piazze che si incazza ancora?», ha detto il senatore campano che per il Movimento prevede una rapida estinzione.
«Dureremo una legislatura. Siamo destinati ad autodistruggerci».
«LE AMMINISTRATIVE NON SONO LE POLITICHE». Certo, ha precisato Pepe, «il fatto che siamo qui significa che abbiamo già vinto» e «le amministrative non sono come le politiche. Dalle mie parti sulle preferenze alle comunali decide ancora la camorra».
Quella che secondo Pepe non è cambiata, è la voglia di partecipazione dei parlamentari 5 stelle, e se la presenza alle assemblee è calata è solo perché c'è da lavorare nelle commissioni: «È impensabile passare tre ore in assemblea. Personalmente ho inventato un sistema: il pallometro: ho comprato tre palle di quelle che si accendono e si spengono. Le tengo nel mio studio. Ognuna dura un'ora. Se si accende la terza vado via».
GAMBARO: «GRILLO CI HA ABBANDONATI». Intanto Gambaro ha respinto ogni accusa al mittente in un'intervista alla Stampa: «I miei colleghi conoscevano bene il mio disagio, noi parlamentari siamo stati lasciati soli. In tre mesi Grillo non l'ho mai visto. Ho visto invece le scolaresche in Aula per cercare di capire come funziona la democrazia. Un momento importantissimo».
E col leader, che dovrebbe incontrare i suoi parlamentari nel giro di breve tempo, con o senza lei, Gambaro ha provato a parlare:«Mi sono fatta dare il numero di Grillo. Ho cercato di chiamarlo. Ho tentato più volte. Niente, non mi ha mai risposto».

Crimi: «Non ce l'aspettavamo da Gambaro»

Della questione ha parlato anche Vito Crimi, ormai ex capogruppo del Movimento al Senato. «A me dispiace per Adele Gambaro, la conosco e non aveva dato mai nessun tipo di segno di disagio precedentemente almeno non con me, non con molti altri», ha detto Crimi intervistato da Radio popolare Roma.
«TUTTI UN PO' SCOSSI». «Siamo rimasti tutti un po' particolarmente scossi. Le sue dichiarazioni sono state forti e indiscutibili e non ci sono dubbi che non si sente più parte del Movimento, oppure non si sente più rappresentata da Grillo. Non so quali sono i suoi problemi. Cercheremo di parlarne oggi».
Quindi, a Radio Popolare, ha aggiunto che il referendum proposto dal capo su se stesso «non è una provocazione. Immagino che Grillo abbia voluto capire. Siccome più di una volta qualcuno ha posto questo problema, lui ha detto 'Va bene. Qualcuno pensa che sia colpa mia? Me lo dica, me lo dica in faccia, un modo per dire non nascondetevi».
«LA MAGGIORANZA È CONTRO GAMBARO». Il senatore ha precisato: «Non si tratta di Grillo che espelle, siamo noi parlamentari che abbiamo qualche difficoltà a comprendere cosa pensa la senatrice Adele Gambaro. L'adesione ad un gruppo è una scelta libera; se stai in un gruppo come M5s, resti se continui a condividerne le idee e le proposte. Nel momento in cui hai qualche dubbio, se non ti senti rappresentato o rappresentativo di un gruppo, lo lasci come hanno fatto altri».
Poco prima Crimi aveva precisato in una nota: «La maggioranza dei senatori non è in sintonia con coloro che hanno rilasciato dichiarazioni di questo tenore».

Un tentativo di mettere a tacere le voci insistenti sulla presenza di una fronda anti-Grillo, classificando le parole di Gambaro come affermazioni «improvvide» forse fatte «con l'obiettivo preciso» di distruggere quanto fatto dal Movimento.
«SE SIAMO QUI È MERITO DI GRILLO». Crimi ha difeso Grillo, sottolineando che se il M5s rappresenta una speranza di «rivoluzione democratica» il merito è suo, e che chi critica è libero di andarsene ma assumendosene la responsabilità di fronte a chi l'ha votato per un progetto.
«Se noi siamo stati eletti lo dobbiamo a Beppe Grillo», ha aggiunto a Quotidiano.netannunciando un incontro con la senatrice Gambaro, durante il quale intende invitarla a «decidere» sul suo futuro: «La inviterò a prendere atto che non ci sono più le condizioni per restare. Nessuna espulsione, ma ci auguriamo che ci sia una presa d'atto».
«Non c'è mai stato nessun impedimento a entrare nel merito nel dissenso di un cittadino parlamentare, se hai qualcosa da dire la dici, ma non alla televisione».

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