venerdì 7 giugno 2013

Siria, Medici Senza Frontiere: gli aiuti non bastano, troppe parole e pochi fatti


da: la Repubblica

Siria, gli aiuti non bastano 
Troppe parole e pochi fatti
Il presidente di Medici Senza Frontiere Italia, da poco rientrato dalla siria, traccia un quadro della situazione nel Paese devastato da due anni di guerra senza tregua. Si continua a fuggire da un conflitto che peggiora di giorno in giorno ed ha già causato quasi 100.000 vittime. Le incredibili difficoltà per tentare di accedere all'assistenza sanitaria.
di Loris De Filippi*


Dopo più di due anni di violento conflitto in Siria, il livello dell'assistenza umanitaria all'interno del paese e nei paesi vicini che ospitano i rifugiati siriani, rimane molto al di sotto degli enormi e crescenti bisogni. In occasione della riunione delle Nazioni Unite a Ginevra, prevista per il 7 giugno, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede a queste e a tutti gli Stati coinvolti di aumentare con urgenza il livello di assistenza alla popolazione siriana, e adempiere alle proprie responsabilità nei confronti dei milioni di vittime della violenza.



Feriti e malati tra ostacoli insormontabili. I siriani continuano a fuggire da una guerra civile che peggiora di giorno in giorno ed ha già causato quasi 100.000 vittime. Ma sono i feriti e i malati che affrontano ostacoli quasi insormontabili,
per tentare di accedere all'assistenza sanitaria, a causa di bombardamenti incessanti, attacchi mirati e distruzione del sistema sanitario siriano. Le condizioni di sicurezza e le importanti restrizioni imposte dal governo siriano ostacolano la fornitura di aiuti attraverso le linee del fronte, all'interno del paese. Mentre l'ONU ha riconosciuto a gennaio che la fornitura di aiuti attraverso i confini della Siria era insufficiente, da allora il fallimento nel fornire assistenza umanitaria indipendente ha contribuito al peggioramento della crisi.

Le sfide dei rifugiati, che sono 1.5 milioni. Fuori dalla Siria, 1,5 milioni di rifugiati devono affrontare una serie di sfide. Molti di coloro che sono fuggiti hanno trovato solo miseria, privazioni, e quasi nessun accesso ai servizi essenziali nei paesi vicini, dove troppe poche agenzie umanitarie rispondono alle schiaccianti esigenze. In Giordania, il sistema sanitario nel campo rifugiati di Zaatari, che ospita 100.000 siriani, rimane fragile. I pochi stanziamenti stanno minacciando la capacità della Giordania di fornire un'assistenza sanitaria adeguata agli ulteriori 350.000 rifugiati che vivono al di fuori del campo. Nel campo di Domeez, nel nord dell'Iraq, più di 35.000 rifugiati vivono in condizioni di sovraffollamento; molti di loro ricevono meno dello standard minimo internazionale di 15-20 litri di acqua per persona, al giorno, durante un'emergenza.

Gli sfollati nel Libano. In Libano, dove più di 500.000 siriani hanno cercato rifugio, molte persone vivono in rifugi di fortuna all'interno delle comunità, in case costruite a metà, o in squallide baracche nei campi agricoli. Molti devono pagare per vivere in condizioni deplorevoli. Decine di migliaia di rifugiati devono ancora essere registrati dalle Nazioni Unite, cosa che impedisce loro di ricevere assistenza, compresa quella sanitaria. In tutti i paesi vicini alla Siria, dall'inizio del conflitto, le équipe di MSF hanno ad oggi effettuato quasi 150.000 visite mediche, e hanno osservato condizioni di salute preoccupanti tra i rifugiati più vulnerabili: i bambini non ricevono le vaccinazioni di routine, l'assistenza sanitaria di base è, nel migliore dei casi, limitata; le donne in stato di gravidanza hanno un accesso insufficiente alle cure pre e post-natali e a un parto sicuro; le persone affette da patologie croniche hanno un accesso molto limitato alle cure e all'assistenza post-trattamento.

Tensioni in aumento. Nonostante gli sforzi tangibili messi in campo da parte dei paesi confinanti con la Siria per far fronte alle conseguenze della crisi, le risorse sono al limite e le tensioni sono in aumento. Mentre richiedono un sostegno urgente per rispondere alle crescenti esigenze dei rifugiati, compresa l'assistenza sanitaria di secondo livello, ripari, acqua e servizi igienico-sanitari, i paesi ospitanti devono comunque tenere aperte le loro frontiere, per garantire ai siriani il diritto a cercare rifugio. È tempo che gli stati donatori stanzino i fondi necessari per sostenere i bisogni di salute e di soccorso dei rifugiati, e che tutti gli attori coinvolti nel conflitto garantiscano che venga fornita un'assistenza umanitaria adeguata, sia all'interno, che all'esterno della Siria. Dalle parole bisogna passare ai fatti. 

* Loris De Filippi Presidente Medici Senza Frontiere Italia 

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