L’uso dei termini è
una dichiarazione esplicita o implicita di un contenuto e di un senso, ma pare non
abbia prodotto osservazioni di alcunchè. Mi riferisco a queste tre parole: decreto del fare.
Il fatto che il governo
Napolitano, pardon: Letta, battezzi un
provvedimento come “decreto del fare”, è come dire implicitamente che si tratta di qualcosa fuori standard, di
eccezionale. Il che, sempre
implicitamente significa, che è tale la “disabitudine” al fare della nostra
classe politica. Contrariamente, sarebbe scontato e superfluo chiamare “del
fare” un provvedimento quale è il decreto che è, giustappunto, la strumento
costituzionale dell’agire concretamente, della proposta di soluzioni, che la
Costituzione assegna al potere esecutivo dal 27 dicembre 1947 e che,
soprattutto dal 2008, è diventato il modo con il quale si riducono le facoltà
del Parlamento chiamato quasi sempre a votare a scatola chiusa (quando i
governi pongono la fiducia: o la maggioranza approva il provvedimento o il
governo si scioglie).
Via libera al decreto legge 'del fare'. In arrivo norme
per ridurre le bollette elettriche di 550 milioni di euro; 5 miliardi di euro
per sostenere le imprese che vogliono investire in macchinari; 3 miliardi di
euro per opere pubbliche con la creazione di 30 mila posti di lavoro;
l'impignorabilità della prima casa nel caso sia l'unico bene. C'è voluto un vero e proprio Cdm fiume, durato quasi 5 ore,
per varare
il primo importante pacchetto a sostegno dell'economia del Governo Letta:
il dl 'del fare' che il premier ha definito "di rilancio dell'economia del
Paese" (Il comunicato di Palazzo Chigi).
Un decreto che verrà accompagnato da una pioggia di provvedimenti che mirano
alla semplificazione burocratica, allo snellimento del rapporto di cittadini e
imprese con la pubblica amministrazione e che sarà varato mercoledì 19 giugno.
Per venerdì 21, invece, è stato fissato l'esame del 'pacchetto lavoro'.
Il decreto 'del
fare' "darà sblocco significativo a molti posti di lavoro" ha
affermato il premier, Enrico Letta, presentando il provvedimento (VIDEO).
Ottanta misure per ripartire -
Un pacchetto di norme corposo, dunque, che spazia dalle agevolazioni per il
credito delle pmi ad Equitalia, dalle assunzioni nell'università alla
liberalizzazione del wi-fi, dal taglio del numero di processi allo sblocco
delle opere infrastrutturali. Sono oltre 80 le norme per rilanciare l'economia
del Paese: ecco le principali misure varate dal Consiglio dei ministri (LA SCHEDA).
Equitalia - Non sarà più
pignorabile la prima casa, a meno che non sia un immobile di pregio, e aumenta
da 2 a 8 il numero massimo di rate inevase per mantenere comunque la
rateizzazione del debito fiscale (Alfano presenta la norma - VIDEO).
5mld per gli investimenti delle imprese -
Più facile l'accesso a risorse per le aziende che vogliono investire in
macchinari. Previsto il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti.
Rafforzato il fondo garanzia -
Renderà più facile l'accesso al credito per le piccole e medie imprese.
Wi-fi - Liberalizzato
completamente Internet, nel senso che nell'uso del wi-fi pubblico non sarà più
richiesta l'identificazione personale degli utilizzatori (Letta rilancia l'agenda digitale)
Giustizia civile - Decisa una
terapia d'urto, ovvero lo smaltimento di 1,2 milioni di pratiche arretrate (La dichiarazione del ministro
Cancellieri)
100 milioni per l'edilizia delle scuole -
Verranno utilizzati per la manutenzione degli edifici. Nell'operazione
coinvolto l'Inail (Il ministro Carrozza illustra il
provvedimento)
Assunzioni nelle università - Viene
allentata la stretta al turn-over, che passa dal 20% al 50%, e questo
consentirà l'assunzione di 1.500 professori ordinari e di 1.500 ricercatori.
Borse di studio - Arrivano
risorse per gli studenti meritevoli che si spostano per andare a studiare in
un'altra regione.
Indennizzo per ritardi P.A. - La
norma viene introdotta in via sperimentale. Le amministrazioni saranno
responsabili se vengono superati i termini.
Stop alla tassa su barche piccole - Resta per le
grandi imbarcazioni, viene dimezzata per quelle medie. La norma vuole essere un
aiuto per il settore della nautica in difficoltà.
Cittadinanza - Si lavorerà per
evitare ritardi causati da errori burocratici (Le parole del ministro Kyenge)
3mld per le opere - Lavori per un totale di circa 3
miliardi di euro in piccole, medie e grandi opere, con una ricaduta a livello
occupazione di almeno 30mila nuovi posti di lavoro (20mila diretti, 10mila
indiretti). Di questi fondi, 2 miliardi riguarderanno le opere strategiche,
cantierate o cantierabili entro la fine dell'anno e alcune infrastrutture
legate all'Expo.
Appalti - La responsabilità
fiscale solidale rimarrà solo per l'Iva.
Oneri
imprese - 450mln - Vengono diminuiti gli oneri per le
imprese, tra i quali alcuni legati alla sicurezza sul lavoro, e questo
comporterà risparmi per 450 milioni di euro.
Nessun commento:
Posta un commento