Alcuni dei film citati nell’articolo non li
ho visti. Non mi interessano le corse psuedo-spettacolari. Mi piace un altro
tipo di corsa e inseguimento, dove la corsa in macchina è co-protagonista del racconto umano. Ecco perchè amo questi tre capolavori cinematografici:
‘Il Sorpasso’, ‘Bullit’, ‘Duel’, che sono tra i film che preferisco in
assoluto.
Ai quali aggiungo, per rimanere nel genere
proposto: ‘Un maggiolino tutto matto’.
da: Il Sole 24 Ore
Da
«Il sorpasso» a «Drive», i migliori film automobilistici della storia del
cinema
di Andrea
Chimento
Cinema e motori: un connubio che ha
attraversato la storia della settima arte dando vita a inseguimenti mozzafiato,
incidenti spettacolari e avvincenti simbiosi uomo-auto.
Tra le tante pellicole sul tema, ne abbiamo scelte quindici, in ordine
cronologico, in grado di rappresentare i diversi "volti"
dell'automobile sul grande schermo.
Il
sorpasso di Dino Risi (1962)
Uno dei manifesti della nostra commedia,
«Il sorpasso» illustra contraddizioni, meschinità e passioni dell'Italia del
boom economico. Protagonista
è Bruno (Vittorio Gassman), quarantenne
cialtronesco e amante della guida sportiva, che, a bordo della sua Lancia
Aurelia B24, cerca di svezzare un timido studente di legge (Jean-Louis
Trintignant). Per la prima volta nella storia del cinema, l'automobile incarna
la psiche del personaggio diventando un vero e proprio specchio dei suoi
sentimenti e dei suoi desideri.
Grand Prix di John Frankenheimer (1966)
Vita, morte e miracoli dei piloti di
Formula 1: «Grand Prix» è il primo film ambientato nel mondo dell'alta
velocità, sui grandi circuiti internazionali, da Montecarlo a Monza. Grande
appassionato di quattro ruote, l'americano John Frankenheimer ha utilizzato
tecniche di ripresa particolarmente innovative: cineprese a bordo delle vetture
e split-screen in primis.
Bullit
di Peter Yates (1968)
L'inseguimento più famoso della storia del
cinema? Una Ford Mustang G.T. 390 Fastback e una Dodge Charger R/T 440 Magnum
tra i saliscendi delle strade di S.Francisco: una sequenza che, accompagnata
dalla colonna sonora di Lalo Schifrin, ha regalato fama al poliziesco «Bullit».
Protagonista è Steve McQueen che negli anni successivi tornerà al volante ne
«Il rally dei campioni» di Bruce Brown e ne «La 24 ore di Le Mans» di Lee
H.Katzin.
Un
maggiolino tutto matto di Robert Stevenson (1968)
Un pilota in declino compra per caso una
Volkswagen di seconda mano, ignaro dei poteri straordinari della vettura, che
chiamerà Herbie. Una classica commedia Disney per famiglie, «Un maggiolino
tutto matto» ebbe un grandissimo successo commerciale, tanto da dare il via a
una serie che proseguirà con altri quattro episodi.
Un
colpo all'italiana di Peter Collinson (1969)
Un gruppo di ladri inglesi escogita un
piano per il furto di quattro milioni di dollari, depositati dal governo cinese
alla Fiat di Torino per la costruzione di uno stabilimento a Pechino. La banda
riesce a paralizzare il traffico, compiere la rapina e fuggire a bordo di tre
Mini Cooper. «Un colpo all'italiana» è un prodotto di grande eleganza,
supportato da un cast in ottima forma. Nel 2003 è stato realizzato un remake,
«The Italian Job», con Mark Wahlberg e Charlize Theron.
Duel
di Steven Spielberg (1971)
Opera seconda di Spielberg (dopo lo
sperimentale «Firelight» del 1964), «Duel» è un film pensato per il piccolo
schermo che in breve tempo divenne un vero e proprio cult del periodo. I contendenti
del "duello" sono un tranquillo commesso viaggiatore, a bordo di una
Plymouth Valiant, e l'autista di un'autocisterna deciso a buttare l'auto fuori
strada: crudele rappresentazione di come la provincia americana trovi nella
sfida un modo per vincere la noia?
Punto
zero di Richard C. Sarafian (1971)
Kowalski, un ex marine che lavora per una
società di trasporto auto, scommette di riuscire a percorrere in quindici ore
la strada che porta da Denver a San Francisco. I poliziotti dei diversi stati
che attraversa cercano in tutti i modi di fermarlo. La vera protagonista di
«Punto zero», film dinamico con un'ottima colonna sonora rock, è la Dodge
Challenger R/T, l'auto del protagonista. Da questa pellicola, Quentin Tarantino
ha preso ispirazione per il suo «Grindhouse-A prova di morte».
Strada
a doppia corsia di Monte Hellman (1971)
Due giovani californiani, un pilota e un
meccanico, scorrazzano per le strade del Sudovest americano a bordo di una
Chevrolet truccata del 1955. Vivono alla giornata e il loro unico scopo è
partecipare a corse clandestine e parlare di motori. Dopo essersi dedicato al
cinema western, Monte Hellman con «Strada a doppia corsia» ha realizzato un
road-movie anticonvenzionale, segnato da tempi dilatati e toni crepuscolari.
Christine,
la macchina infernale di John Carpenter (1983)
Tratto dall'omonimo romanzo di Stephen
King, «Christine» ha come protagonista una Plymouth Fury del '58 dai poteri
demoniaci. Il maestro dell'horror John Carpenter dopo aver rappresentato serial
killer («Halloween»), fantasmi («Fog») e alieni («La cosa») ha scelto
un'automobile come ennesimo esemplare della sua sterminata galleria di mostri.
Il risultato è bizzarro e divertente.
Crash
di David Cronenberg (1996)
Un film sul rapporto tra automobili e corpo
umano, dove la sessualità viene rimodellata tramite la tecnologia. Prendendo
spunto da un testo di James Ballard, Cronenberg ha realizzato uno dei titoli
più disturbanti della fine del secolo scorso. Il personaggio più suggestivo è
quello di Vaughan, figura enigmatica la cui principale occupazione è riprodurre,
nei minimi dettagli, incidenti automobilistici di cui sono rimaste vittime
persone famose (ad esempio, le tragedie di James Dean e Jayne Mansfield).
Fast and Furious di Rob Cohen (2001)
Primo episodio di una delle saghe di
maggior successo del nuovo millennio, è un film ad alto tasso adrenalinico dove
i personaggi guidano auto truccate, lanciate a folle velocità nel mondo delle
corse illegali. Vin Diesel (che veste i panni del protagonista Dom Toretto) da
attore di secondo piano diventerà, grazie a «Fast and Furious», una delle
stelle del cinema d'azione contemporaneo. Rob Cohen ha diretto solo questo
capitolo: il secondo è firmato John Singleton, mentre dal terzo la regia è
passata nelle mani del taiwanese Justin Lin.
Cars
di John Lasseter (2006)
Il mondo delle automobili secondo la Pixar:
«Cars» è il più importante film d'animazione sull'argomento e rappresenta il
ritorno di John Lasseter dietro la macchina da presa a sette anni di distanza
da «Toy Story 2». Al centro della scena le disavventure di Saetta McQueen, una
giovane e ambiziosa auto da corsa, che si ritroverà catapultata, senza volerlo,
in una bizzarra cittadina chiamata Radiator Springs. Tra i personaggi più
divertenti, lo stralunato Carl Attrezzi e Luigi, una Fiat 500 appassionata del
marchio Ferrari. Il seguito («Cars 2», sempre di Lasseter), girato nel 2011, è
invece piuttosto debole.
Grindhouse-A
Prova di morte di Quentin Tarantino (2007)
Da sempre un grande amante dei b-movie
degli anni '60 e '70, Quentin Tarantino ha voluto omaggiare il cinema di
exploitation del periodo con «A prova di morte», primo episodio del film
«Grindhouse» (il secondo, «Planet Terror», è stato diretto da Robert
Rodriguez). Diviso anch'esso in due parti, «A prova di morte» ha come
denominatore comune il personaggio di Mike, uno stuntman in pensione,
interpretato da un memorabile Kurt Russell, che prova una forte eccitazione
uccidendo belle ragazze a bordo della sua vettura, una Chevrolet Nova SS.
Diverse le citazioni presenti: da «Bullit» (il numero di targa dell'auto di
Mike è lo stesso di quella di McQueen) a «Punto zero».
Drive di Nicolas Winding Refn (2011)
Un pilota senza nome, di professione
stuntman cinematografico a Hollywood, arrotonda le entrate prestando servizio
come autista per alcuni rapinatori di banche. Una trama in apparenza semplice
che si trasforma in una vera e propria lezione di regia grazie al talento di
Nicolas Winding Refn, autore danese noto per la trilogia di «Pusher» e per
«Valhalla Rising» (2009). «Drive» è la sua pellicola della maturità, grazie
all'ottimo ritmo e a una coppia di attori in stato di grazia: Ryan Gosling e
Carey Mulligan. Premio per la Miglior Regia al Festival di Cannes 2011.
Holy
Motors di Leos Carax (2012)
Un curioso attore viene chiamato a
interpretare diversi personaggi nell'arco di una sola giornata. La limousine,
con la quale si sposta tra i vari"set", è il suo camerino e l'unico
luogo dove, tra un travestimento e l'altro, può ritrovare se stesso. Operazione
tra le più surreali e interessanti degli ultimi anni, «Holy Motors» conferma
l'eccentrico talento di Leos Carax (autore de «Gli amanti del Pont-Neuf» del
1991) e del suo attore feticcio Denis Lavant. Indimenticabile la scena finale
in cui le lussuose autovetture, lasciate a riposare in un parcheggio notturno,
commentano la giornata appena trascorsa.
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