martedì 13 novembre 2012

Rcs: lavoratori contro il piano di riorganizzazione


da: Lettera 43

Rcs, lavoratori in protesta
Ipotesi fusione con Publikompass.
di Marco Valle

Questa volta la deroga del segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, è arrivata. Ma i poligrafici del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport (gruppo Rcs) non l’hanno neppure presa in considerazione. Il 13 novembre 2012, si sciopera, senza se e senza ma.
E lo si fa non tanto per unirsi al coro della protesta generale, ma contro l’azienda e un piano di riorganizzazione che arriverà il 19 dicembre, come da programma. Così il 14 novembre i quotidiani Rcs non saranno in edicola. L’ultima volta era successo a settembre 2011 in occasione di un altro sciopero generale. Allora il direttore delCorriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, accusò la Cgil di costringere il giornale all’astensione dal lavoro. Questa volta, però, il direttore non ha fiatato.
PERDITA DA 380 MILIONI DI EURO. E non è un caso. Il clima rispetto a un anno fa è cambiato in via Solferino, quartier generale del quotidiano a Milano. Il gruppo editoriale è alla vigilia di un piano di riorganizzazione lacrime e sangue affidato all’amministratore delegato Pietro Scott Jovane.


Per ora nessuna indiscrezione è trapelata, neppure in sede di presentazione (il 12 novembre 2012) dei conti dei primi nove mesi chiusi con una perdita di 380,5 milioni di euro, in leggero miglioramento rispetto al rosso di 399 milioni di giugno 2012.

E la cosa ha fatto innervosire non poco gli azionisti. I più agguerriti sono stati Pier Gaetano Marchetti e Carlo Pesenti, che si aspettavano qualche anticipazione in vista del già deciso aumento di capitale da 400 milioni di euro a cui dovranno fare fronte per coprire le perdite. E invece niente.
Pubblicità: il progetto di fusione con Publikompass
Un fatto, secondo quanto ha ricostruitoLettera43.it, è che il ridimensionamento degli organici sarà importante: circa 500 i tagli previsti, di cui 100 solo tra i giornalisti, su un totale di 5.100 dipendenti Rcs.
Ma c’è di più. Nelle ultime settimane avrebbe preso forma un possibile cambio organizzativo importante per la concessionaria pubblicitaria che fa capo a Rcs Media group. Sul piatto, secondo quanto risulta a Lettera43.it, c’è la fusione con la concessionaria Publikompass, che da gennaio di quest’anno è passata al 100% sotto il controllo della Editrice La Stampa di cui Itedi, la holding che si occupa delle attività editoriali del gruppo Fiat, possiede a sua volta il 100%. A spingere in questa direzione è proprio Jaki Elkann, il delfino della famiglia Agnelli, che sogna un avvicinamento tra il quotidiano di Torino e il Corriere della Sera.
L’ALLEANZA NELLE EDIZIONI LOCALI. Del resto l’alleanza pubblicitaria tra Publikompass, che ha chiuso il 2011 in pareggio di bilancio, e Rcs è già operativa in alcune edizioni locali delCorriere della Sera Bologna e Firenze. E a Publikompass, che ha perso nel 2012 la raccolta di Discovery Channel e La Padania e Libero, serve allargare in fretta il portafoglio che annovera come pezzi forti il quotidiano nazionale La Stampa e la pubblicità locale de l'Unità, oltre che i periodici - tre mensili della Casa Editrice Universo (Al Volante, In Sella, Partiamo) e quello del Touring club italiano – oltre le due radio Nostalgia e Subasio.
Il doloroso piano Mckinsey per i periodici
Ma non è finita. Tra i punti del piano di Jovane potrebbe essere accolto il suggerimento della società di consulenza Mckinsey che da alcune settimane agita i sonni dei dipendenti della Periodici (meno 14,1 milioni il margine di guadagno nei primi nove mesi 2012), l’anello più debole del gruppo Rcs insieme con le attività spagnole (meno 36,2 milioni nei primi nove mesi del 2012). Il consiglio di Mckinsey è noto da mesi: cedere i gioielli della periodici sul mercato (il mensile femminile di alta gamma Amica e il settimanale popolare Oggi) e chiudere tutto il resto, concentrando le attività sul core business che ancora tiene: i quotidiani (più 39 milioni il margine operativo nei primi nove mesi del 2012), libri (meno 4,6 milioni) e attività digitali come Digicast (più 5,4 milioni), e Dada (più 9,2 milioni di euro).
LO SCIOPERO PREVENTIVO E IL GRUPPO SU FACEBOOK. In Rcs Periodici lavorano 350 persone di cui 200 giornalisti che il 12 novembre sono scesi in sciopero contro l’azienda. Ma non solo. Su Facebook è nato un gruppo «Rcs siamo noi» che ha come profilo un’immagine emblematica della situazione: tutte le testate periodiche Rcs stese come panni al vento in attesa della tempesta. Nella lista nera sono iscritti da tempo i settimanali di gossip Visto e Novella 2000, e i mensili Astra e Ok salute che potrebbero essere chiusi o ceduti. Non è ancora chiaro il destino del settimanale economico Il Mondo che insieme con L’Europeo è considerato un marchio di valore. Per altre testate maschili come i mensili Max e Style si profila un ridimensionamento e un passaggio dalla carta al digitale che dovrebbe toccare anche alle testate del segmento casa (Abitare) e viaggi (Dove). Sul fronte dei femminili, invece, non rischiano i mensili Amica e il settimanale Io Donna, mentre il settimanale A è da tempo sotto osservazione. 

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