da: Il Sole 24 Ore
Mediaset
esce da Endemol. Incasso da 72 milioni di euro
di Daniele
Lepido
Grande Fratello,
addio. Calato il sipario sulla 12esima edizione del reality più famoso del
mondo, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, Mediaset ha ceduto sul mercato la
propria quota di debito senior di Endemol, che corrisponderebbe al 6% del
capitale (se fosse stato convertito in equity). L'incasso dovrebbe essere pari
a circa 72 milioni di euro. A comprare, probabilmente, uno dei grandi fondi
ancora partner.
La notizia
circolava ieri nel mondo bancario mentre il titolo ha lasciato sul terreno
l'1,35%, chiudendo poco sopra i due euro (2,04) e con il Ftse Mib in perdita
dello 0,19 per cento. Interpellata da questo giornale, l'azienda non ha
smentito la notizia. Secondo alcune fonti la cessione è avvenuta a seguito di
una offerta cash che ha riconosciuto a Endemol un valore complessivo di circa
1,2 miliardi di euro, superiore a quello proposto dall'offerta di Time Warner
di novembre (un miliardo tutta cassa).
Del resto era
prevedibile che Mediaset avrebbe colto al volo l'opportunità di liberarsi
dell'ultimo pezzo della società olandese: nel bilancio 2011 appena approvato
dal Cda si legge infatti che «la partecipazione detenuta nel Gruppo Endemol non
viene più valutata con il metodo del patrimonio netto previsto per le società
collegate, bensì classificata e valutata come partecipazione aviable for sale
(disponibile alla vendita, ndr) ai sensi dello Ias 39». E lo stesso Pier Silvio
Berlusconi, vicepresidente esecutivo del Biscione, già nel luglio scorso alla
serata di presentazione dei nuovi palinsesti autunnali in merito alla vicenda
Endemol aveva dichiarato che «Mediaset farà
un passo indietro oppure deciderà
di restare con un ruolo più importante, visto che avremmo voluto contare di
più».
Evidentemente la
finestra che si è aperta nelle scorse ore è stata valutata dal gruppo
conveniente sia sul fronte del prezzo spuntato, sia perché rende il broadcaster
libero di negoziare gli acquisti da Endemol nel quadro dell'annunciato taglio
di costi per 250 milioni di euro l'anno. Infine, dal punto di vista finanziario
la partecipazione era già stata svalutata a zero nel bilancio 2010 e gli ultimi
strascichi della sfortunata vicenda olandese potrebbero avere un impatto soft
nel conto economico 2012, mentre incideranno sul patrimonio.
Ma questa
decisione che effetti avrà sulla multinazionale dei contenuti che produce
format come La prova del cuoco e Chi ha incastrato Peter Pan? Dopo l'accordo
per la ristrutturazione pro-rata del maxi-debito (2,1 miliardi di euro scesi a
500 milioni), le tensioni finanziarie si sono attenuate e l'azionariato ha di
fatto cambiato volto. Dopo la gestione a tre (Goldman Sachs, la Cyrte di John
DeMol e il gruppo italiano) ora la società è tutta nelle mani di fondi, tra i
quali Apollo, Centerbridge, Rbs, Lamco (ex Lehman), oltre a Goldman e la stessa
Cyrte. E una delle condizioni per il salvataggio con la conversione del debito
in equity era proprio che non ci fosse un azionista dominante.
A questo punto la
partita sembra diventata esclusivamente finanziaria, senza più un socio
industriale a muoversi in controtendenza. La scommessa dei nuovi azionisti sarà
quindi quella di rivendere a prezzi vantaggiosi una società risanata. Anche se
le strategie industriali per il rilancio non sono al momento chiarissime, visto
oltretutto che la presenza al vertice manageriale di una figura esperta di
produzioni televisive, come l'italiano Marco Bassetti, potrebbe essere a
rischio (si veda a proposito l'intervista del Sole 24 Ore il 4 marzo scorso).
L'impressione è
allora che Mediaset, sin dall'inizio insoddisfatta per la limitata possibilità
di orientare la gestione industriale della società, abitata da troppi vicini di
casa finanziari, abbia colto la palla al balzo per ottenere un po' di cassa e
filarsela da una nave che se da una parte ha rafforzato la sua struttura
dall'altra non sembra più avere una rotta chiara.
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