martedì 3 aprile 2012

Lega Nord: il tesoriere Belsito indagato per truffa e appopriazione indebita



…Tutto all’insaputa del senatur Umberto Bossi, ovviamente….



Lega Nord, il tesoriere Belsito indagato per appropriazione indebita e truffa
L'inchiesta è coordinata dalle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. I pm: "Tesoreria opaca dal 2004". Illeciti commessi anche da sottosegretario nell'ultimo governo Berlusconi. Indagini sull'ultimo rimborso elettorale di 18 milioni di euro


Rendiconti irregolari dei rimborsi elettorali, investimenti di fondi in Tanzania e Cipro, e denaro del partito usato per pagare le spese dei familiari di Umberto Bossi. Emerge anche questo dalle intercettazioni telefoniche che hanno contribuito a formulare le ipotesi di truffa ai danni dello Stato e finanziamento illecito ai partiti a Milano e riciclaggio a Napoli e Reggio Calabria dove spuntano possibili collegamenti con la criminalità organizzata a carico di Francesco Belsito, tesoriere della Lega Nord, che ha già ricevuto l’avviso di garanzia ma ha garantito che i fondi dalla Tanzania sono tornati sui conti della Lega due mesi fa. Secondo i pm la Tesoreria della Lega è “completamente opaca” dal 2004.

Belsito per ora risulta l’unico politico indagato e avrebbe avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi. Gli investigatori chiariscono, però, che “non si tratta del nuovo Lusi“. Per il reato di appropriazione indebita, la Lega potrebbe essere parte lesa, mentre per il reato di

truffa, gli inquirenti stanno valutando l’utilizzo non trasparente dei fondi. Si stanno effettuando accertamenti anche sull’ultimo rimborso elettorale, erogato al partito lo scorso agosto, di circa 18 milioni di euro. L’ ipotesi degli inquirenti è che il tesoriere Belsito abbia violato la legge sul finanziamento ai partiti del 1999 e ingannato i presidenti di Camera e Senato mettendo in atto una truffa ai danni dello Stato presentando rendiconti irregolari.

Le indagini hanno portato questa mattina Carabinieri e Guardia di Finanza nella sede del partito in via Bellerio, a Milano. Insieme ai carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico di Roma c’è il pm napoletano Henry John Woodcock che ha lasciato la sede senza rilasciare dichiarazioni.

Indagati anche i due uomini d’affari Paolo Scala e Stefano Bonet e altre cinque persone. Si tratta dell’avvocato Bruno Mafrici, nato a Malito Porto Salvo (Reggio Calabria), ma residente a Milano in via Borgogna, Romolo Girardelli, procacciatore di grandi affari, detto “l’ammiraglio”;  Lisa Trevisan, Leopoldo Caminotto e Nadia Arcolin. Le perquisizioni hanno, tra gli altri, riguardato la Effebi immobiliare, con sede a Genova, di cui Girardelli è risultato socio di Belsito attraverso il figlio Alex Girardelli, e la Polare Scarl, riconducibile a Stefano Bonet, del cui sportello genovese, secondo l’accusa, Romolo Girardelli risulta essere responsabile. Gli otto sono indagati per riciclaggio e Girardelli con l’aggravante di avere agevolato la cosca dei De Stefano. In tutto sono in corso circa 40 perquisizioni, anche nelle abitazioni degli otto indagati. Tra queste, a Genova, città d’origine di Belsito, alla sede del Sindacato padano Sin.pa. a Milano, e all’ufficio della società Polare del gruppo Bonet. Tutte le perquisizioni sono coordinate dal ‘Capitano Ultimo’ Sergio De Caprio. Presente oltre a Woodcock anche il pm Vincenzo Piscitelli. Gli inquirenti hanno rintracciato dati e materiale importante nel corso delle perquisizioni nei pc di Belsito e della Siram e molti degli indagati si sono detti disposti a collaborare.

Risulta inoltre coinvolta la Siram Spa, grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali, che avrebbe ricevuto “erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta” nella misura del 40% di costi che ha sostenuto nel settore della ricerca e dello sviluppo. Una seconda bufera per il Carroccio dopo lo scandalo del vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni. Tra i dirigenti del partito, il primo a parlare è Roberto Maroni che ha dichiarato: “Belsito faccia un passo indietro. E’ il momento di cogliere questa occasione per fare pulizia”. L’ex ministro ha poi ricordato di avere già “chiesto in un consiglio federale che ci portassero i conti, che si facesse chiarezza e si facesse un passo indietro”, ma ha poi aggiunto di essere stato “inascoltato da chi doveva decidere”. In giornata si terrà una riunione dei vertici della Lega.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Roberto Pellicano e Antonio Filippini. Il filone partenopeo è scaturito dall’indagine che portò al coinvolgimento del direttore dell’Avanti! Valter Lavitola e dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.

MILANO – Nell’ambito delle indagini, come spiega una nota firmata dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, “sono state eseguite perquisizioni nei luoghi in disponibilità degli indagati, nonchè di soggetti loro collegati”. La procura della Repubblica di Milano, si legge ancora nella nota, “procede per il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito Francesco, Scala Paolo e Bonet Stefano, con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord’’, “per il delitto di truffa aggravata ai danni dello stato a carico dello stesso Belsito con riferimento delle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali”, “per truffa ai danni dello Stato a carico di Bonet Stefano e Belsito Francesco con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società Siram Spa con sede a Milano”.

I presunti reati sarebbero stati commessi “in Milano e altrove dal 2010 al gennaio 2012”. La Siram Spa, è una grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali. Il gruppo ha sedi a Milano, Massa Martana (Perugia) e Roma. L’inchiesta della procura di Milano è nata, da quanto si è saputo, da alcune indagini su transazioni finanziarie riferibili ai due uomini d’affari Scala e Bonet. E’ partendo da queste movimentazioni finanziarie che gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet, in relazione agli investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord. Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, sempre a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo da parte del tesoriere del partito dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio.

NAPOLI - Per quanto concerne l’indagine degli inquirenti partenopei l’ipotesi di reato formulata è di riciclaggio in cui, tuttavia, non è coinvolto il partito. Tutti i cinque gli indagati sono accusati di questo reato. Si tratta di Bonet, Belsito e  altri tre imprenditori. La perquisizione a Milano é legata a una inchiesta della sezione reati contro la pubblica amministrazione per riciclaggio di ingenti risorse finanziarie. Nell’indagine è coinvolto un uomo di affari veneto che ha rapporti con il tesoriere della Lega Nord e che opera anche in Campania attraverso una società di Napoli del settore servizi energetici e tecnologici. Le perquisizioni odierne sono finalizzate a reperire atti e documenti riferibili alla sua attività. Sono 30 gli obiettivi del decreto di perquisizione con l’esclusione, spiega il procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico, di quelli che dovessero risultare nella disponibilità di parlamentari. Obiettivo dei pm è reperire documenti relativi ai rapporti finanziari intercorsi tra il tesoriere della Lega e l’uomo d’affari veneto.

REGGIO CALABRIA - L’inchiesta è coordinata dal magistrato Giuseppe Lombardo della Dda. I magistrati di Reggio sono al lavoro su collegamenti tra gli uomini d’affari indagati a Milano e altre persone, forse legate alla criminalità organizzata. Anche qui Belsito è indagato per riciclaggio.

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