Ieri, nel corso
della presentazione di una mostra sui rapporti tra Stato e Chiesa, alla quale
erano presenti il presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, è stato “catturato” un momento della
conversazione tra Andrea Riccardi –
ministro della Cooperazione Internazionale – e il ministro della Giustizia
Paola Severino.
Le affermazioni
captate di Riccardi che, indubbiamente, deve ricordarsi che ciò che dice assume sempre una veste istituzionale,
è un concetto chiaro che contiene una verità. Verità che ha “irritato” i servi di Berlusconi.
Dopo aver appreso
che era saltato il vertice Alfano-Monti nel quale si dovevano affrontare gli argomenti:
Rai e giustizia, Riccardi avrebbe detto quanto segue:
“Hai visto cos'è successo oggi? Alfano voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare,
ed è la cosa che mi fa più schifo della politica, ma quei tempi sono finiti.
Loro hanno grossi problemi nel
trovare l'accordo sulla legge elettorale”.
I servi di Berlusconi
si sono subito affrettati a esprimere la loro “irritazione” e Riccardi ha fatto
ammenda: “Si è trattato di battute,
estrapolate nel corso di una conversazione informale, captate a distanza da
alcuni giornalisti e non riportate nella loro interezza né nel loro genuino
contesto, tanto da apparire forzate. A tali battute non si può attribuire pertanto
alcun valore di giudizio personale. Mi scuso se qualcuno si possa ritenere
offeso”.
Riccardi sarà
anche un “tecnico”, ma ha fatto un’osservazione politica dimostrando di
conoscere bene…la politica e le “logiche” del politichese. Che, nella
fattispecie, sono le logiche ad personam di Silvio Berlusconi (motivo per il
quale è saltato il vertice) e quelle del suo partito. Alfano è sempre stato e
sempre sarà esclusivamente il segretario particolare del suo padrone. Come
tale: riceve ordini ed esegue.
Non gli "manca il
quid" (affermazione attribuita nei giorni scorsi a Berlusconi nei confronti di Alfano). Gli mancano testa e coglioni.
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