Eternit: condanne a 16 anni di carcere
Il pm Guariniello: "Processo storico"
In aula 15 sindaci e una folla di parenti delle
vittime
Condannati a 16
anni i vertici dell'Eternit di Casale. E' la decisione pronunciata dal giudice
Giuseppe Casalbore al maxi processo di Torino contro lo svizzero Stephan
Schmidheiney, 64 anni, e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier
De Marchienne, 90 anni. L'accusa aveva chiesto per i due, accusati di disastro
doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche, una condanna
a 12 anni, aumentati a 20 a
causa della continuazione del reato.
Il tribunale, secondo quanto si ricava dalla lettura del dispositivo della sentenza, che è tuttora in corso, ha ritenuto i due imputati colpevoli di disastro doloso solo per le condizioni degli stabilimenti di Cavagnolo (Torino) e Casale Monferrato (Alessandria). Per gli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli) i giudici hanno dichiarato di non doversi procedere perchè il reato è prescritto.
Il
Presidente del Tribunale Giuseppe Casalbore è passato a elencare gli indennizzi
a favore delle parti civili, che sono alcune migliaia.
Per tutti i familiari delle vittime la Corte ha stabilito un risarcimento
Quindici sindaci della zona del Monferrato, nell’Alessandrino, erano presenti nell’aula del Palazzo di giustizia di Torino, con indosso la fascia tricolore. All'ingresso stamane si era formata una lunga coda di parenti delle vittime che hanno esposto pannelli che ritraggono Stephan Schmidheiny, uno dei due imputati del processo, dietro le sbarre di una prigione. «Comunque vada quello che si conclude oggi sarà un processo storico» ha detto il pm Raffaele Guariniello entrando nell’aula.
Il capo d’accusa conteneva un elenco di 2.191 morti e 665 malati a causa delle patologie correlate con l’amianto (dato ora da aggiornare in negativo), circa 6.400 richieste di costituzione di parte civile, quasi interamente accolte. Il processo Eternit di Torino per i morti e malati d’amianto è stato la più grande causa in materia mai celebrata in Europa.
. L’accusa, rappresentata con il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello anche dai sostituti Gianfranco Colace e Sara Panelli, ha individuato nei due imputati gli «effettivi responsabili della società Eternit Spa»: lo svizzero Stephan Schmidheiney, 64 anni, e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, 89 anni. Erano accusati di disastro ambientale doloso e di omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche nei luoghi di lavoro, in riferimento al periodo dal 1952 al 2008 negli stabilimenti italiani della Eternit a Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. Per loro, i pm avevano chiesto la condanna a 20 anni di carcere.
Prima della sentenza Guariniello aveva detto: «Comunque vada quello che si conclude oggi sarà un processo storico», perché «Si è trattato - ha aggiunto - del più grande processo del mondo ed è la dimostrazione che un processo si può fare anche su tematiche come questa. Abbiamo avuto l’interessamento di molte comunità e l’aiuto di diverse amministrazioni. Ora è il momento - ha concluso - che venga fatta giustizia».
Al palazzo di giustizia di Torino erano presenti circa 160 delegazioni straniere delle parti lese da tutto il mondo.
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