Anche con Monti sulla Tv decidono gli amici di B.
All’annuncio inaspettato di Vari, un avvocato e magistrato di poche e concise
dichiarazioni, qualcuno in platea si è guardato intorno per cercare uno sguardo
di conforto, e poi riflettere: “A questo punto, potevano lasciare Paolo Romani
– dice un editore di un gruppo televisivo importante – il fantasioso inventore
del beauty contest”, il concorso di bellezza che regalava le frequenze a
Mediaset, momentaneamente congelato (non cancellato). Massimo Vari, ex
vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, non si è mai occupato di
televisioni, tralicci, canali, digitale terrestro o tecnologia analogica. Ma ha
il curriculum giusto per la poltrona, secondo i parametri italici: sei anni fa
era tra i favoriti di Forza Italia per la nomina al vertice di Agcom,
l’Autorità garante per le Telecomunicazione distrutta in questi anni da
inchieste e manipolazioni.
Tra i suoi innumerevoli incarichi, durante una carriera nei posti di potere in
cui apparire conta quasi zero, Vari è stato consigliere di Stato per il
Vaticano. Anche Giancarlo Innocenzi, considerato da molti un suo carico
amico, godeva di ottimi uffici con la Chiesa (tant’è che a Roma abitava in una
casa di Propaganda Fide, il braccio immobiliare del Vaticano, che affaccia su
piazza San Pietro). Vari e Innocenzi si sono conosciuti in Vaticano, potevano
continuare il sodalizio all’Autorità, ma poi Silvio Berlusconi
preferì Corra-do Calabrò. Mentre Innocenzi, esattamente due anni fa, lasciò l’Agcom perché coinvolto nell’inchiesta di Trani in cui si svelava il sistema di pressioni del Cavaliere per chiudere Annozero, la trasmissione di Michele Santoro.
preferì Corra-do Calabrò. Mentre Innocenzi, esattamente due anni fa, lasciò l’Agcom perché coinvolto nell’inchiesta di Trani in cui si svelava il sistema di pressioni del Cavaliere per chiudere Annozero, la trasmissione di Michele Santoro.
Quando Mario Monti e Corrado Passera l’hanno chiamato al ministero per lo
Sviluppo economico, Vari aveva appena finito il suo servizio alla Corte dei
Conti di Lussemburgo. Nessuno pensava, ma molti sospettavano, che il
costituzionalista potesse avere un ruolo decisivo nella partita televisiva,
quella che Berlusconi e i suoi collaboratori guardano con attenzione: mancava
un pezzo del racconto, però. Vari è l’uomo indicato dal Pdl per presidiare il
ministero strategico di Passera, è amico di vecchia data di Gianni Letta
e Fedele
Confalonieri. A parte le relazioni pubbliche e private, Vari
non ha competenze specifiche in materie televisive, eppure il Pdl ha insistito
affinché Passera gli affidasse la delega. Sarà una coincidenza del calendario
governativo, ma nei prossimi mesi Passera e Monti dovranno decidere se
riformare davvero la Rai oppure allestire l’ennesimo Consiglio di
amministrazione emanazione dei partiti e, soprattutto, del Cavaliere. Capitolo
frequenze televisive: il beauty contest è stato fermato per tre mesi, tra qualche
settimana il governo dovrà prendere una decisione definitiva. Ieri Vari si è
presentato dagli agguerriti editori televisivi con un foglio di appunti ben
scritti e ben studiati, ma prima si è voluto presentare: “Sono io il
sottosegretario alle Telecomunicazioni”.
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