Interessante,
questa parte del servizio di 'Vanity Fair ' su Noemi.
La parte musicale
iniziale di Sono solo parole mi piace
molto. Perché mi fa presagire che stanno per arrivare parole che chiedono
attenzione, che hanno un suono. Per questo sono rimasta piacevolmente sorpresa
dal fatto che questo psicologo degli effetti della musica descriva proprio la
parte iniziale come qualcosa di significativo del brano.
da: Vanity Fair
Adele, Noemi e la nota segreta
Si chiama appoggiatura, ci riduce le lacrime. E la
cantante di Sono solo parole,
come quella di Someone Like You, la sua usare.
di Luca Ventura
«Non parlo
italiano, ma capisco lo stesso quello che Noemi cerca di dirmi: c’è qualcosa
che non va, vuole che anch’io senta la stessa rabbia, la stessa tristezza che
prova lei adesso. E ci riesce, grazie all’appoggiatura».
Il trucco – spiega
John Sloboda, docente emerito di Psicologia all’Università di Keele in
Inghilterra - sta tutto in due note. La
prima si discosta dall’armonia quel tanto che basta a creare un leggero senso
di smarrimento, la seconda ritorna immediatamente sul tracciato prestabilito,
segnalando all’ascoltatore che l’emergenza è cessata e che può riprendere il
fiato. Nel linguaggio tecnico, appunto, si chiama «appoggiatura», e secondo
Sloboda, che 20 anni fa è stato il primo a studiarne gli strani effetti sulla
psiche, può avere, se associata a un bel testo e alla voce giusta, effetti
deflagranti: pelle d’oca, battito cardiaco accelerato, persino il pianto.
Un esempio da manuale è Someone Like You di Adele, che di appoggiature ne ha in
quantità: la più esplosiva, quando la cantante inglese indugia, nel ritornello,
sulla «u» finale. A Sanremo, invece,
la regina delle appoggiature è «Noemi, che ne fa un uso particolarmente
affascinante: la ripetizione si traduce in un’urgente richiesta di attenzione».
Anche Martin Guhn,
docente di Psicologia della British Columbia, a Vancouver, Canada, studia da
anni l’effetto della musica sulle emozioni: le canzoni che ci danno i brividi,
dice, di solito includono variazioni inattese di timbro, volume e armonia. «Da
questo punto di vista il brano di Noemi
è molto interessante, specie nella parte iniziale. Mentre il riverbero
delle tastiere crea una sensazione di spazio, la voce trasmette un’idea di
vicinanza e intimità, se non di tristezza e solitudine. L’uso frequente
dell’appoggiatura, insieme alla ripetizione della frase musicale, è molto
coinvolgente: quando l’armonia cambia e
la strumentazione si arricchisce, siamo pronti a seguire Noemi ovunque la sua voce ci voglia condurre».
Sloboda non ha
ancora trovato una spiegazione al fenomeno: «Posso solo dire che le canzoni che
ci fanno emozionare di solito sono le più lente, e le più ricche di
appoggiature: in 18 casi su 20, i passaggi che ci commuovono ne contengono
almeno una». Un’ipotesi la offre un team di neurologi della McGill University
di Montreal: l’ascolto di questo tipo di pezzi, secondo le loro ricerche,
induce il rilascio di dopamina nel sistema di ricompensa del cervello.
Esattamente come avviene nel caso di cibo, sesso e droga.
Ciao! Io vengo dalla Grecia. Sto facendo una ricerca su Noemi. Sto studiando come usa i gesti nelle sue live. sono uno psicologo. Possiamo collaborare? Sto cercando un sito o un blog per pubblicare i risultati
RispondiEliminaCiao...hai contattato Noemi sulla sua pagina facebook o instagram...penso che lei potrebbe essere interessata alla tua analisi
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