Il ‘talent show’ per il business i concorrenti sono
aspiranti imprenditori
di Monica Di Sisto
Chi è disposto a
tuffarsi in una vasca di squali pur di avviare la propria impresa? Per fortuna
è una vasca virtuale: si chiama Shark Tank, ed qualcosa di intermedio fra un
talent show e un reality. Di sicuro è un grande successo che va in onda sulla
rete televisiva americana Abc. È arrivato alla terza edizione: aspiranti
imprenditori cercano di convincere una giuria di cinque "squali"
professionisti finanzieri, capitani d’industria e celebrities – pronti ad
investire di tasca propria oltre sei milioni di dollari in iniziative
innovative in cambio di una partecipazione azionaria. Finiscono con l’essere
finanziate le aziende più impensate. Nelle ultime settimane, per esempio,
grazie a questa trasmissione, è stata finanziato You Smell, un portale online
attraverso cui si possono comporre e acquistare saponi con olii essenziali e
materiali di prima qualità a propria scelta. Oppure ‘Invisarack’m una piccola
azienda produttrice di strutture che si montano in casa e poi una volta
applicate aggiungono spazio di carico omologato a ogni veicolo, dalla
utilitaria alla canoa. O ancora ‘OnesoleThe Original Interchangeable Shoe’, la
fabbrica della scarpa con tomaia intercambiabile inventata da un exfarmacista.
Sono le avanguardie di quelle giovani imprese che negli Usa, secondo la Fondazione Kaufmann, creano ogni anno 3 milioni di posti di lavoro. Nel reality un video illustra struttura, funzionamento, piano finanziario o fatturati di ciascun progetto in gara. Gli "squali" ne analizzano spietatamente dettagli, potenzialità, diseconomie.
Infine in studio c’è l’esame finale, dove faccia a faccia con gli ideatori la giuria pone loro domande scomode, ironizzando sulle loro ingenuità, scoprendone le debolezze e, solo alla fine di un vero fuoco di fila, decidendo se sostenere o meno, con consigli, acquisti, investimenti, i progetti più solidi. Accedendo al sito della trasmissione, intanto, i telespettatori possono mettersi in contatto web con tutti i partecipanti che guadagnano così visibilità e potenziale spazio di mercato. Una formula multimediale che assicura all’Abc, per il secondo anno di seguito, il primo posto nel gradimento del pubblico adulto della prima serata del venerdì.
Non è il primo caso di applicazione pratica dei format televisivi al mondo del business: qualche anno fa in The Apprentice il magnate Donald Trump cercava un apprendista cui insegnare tutti i trucchi del mestiere di costruttore. Si parlò allora anche di un’edizione italiana, ma non se ne fece nulla.
Sono le avanguardie di quelle giovani imprese che negli Usa, secondo la Fondazione Kaufmann, creano ogni anno 3 milioni di posti di lavoro. Nel reality un video illustra struttura, funzionamento, piano finanziario o fatturati di ciascun progetto in gara. Gli "squali" ne analizzano spietatamente dettagli, potenzialità, diseconomie.
Infine in studio c’è l’esame finale, dove faccia a faccia con gli ideatori la giuria pone loro domande scomode, ironizzando sulle loro ingenuità, scoprendone le debolezze e, solo alla fine di un vero fuoco di fila, decidendo se sostenere o meno, con consigli, acquisti, investimenti, i progetti più solidi. Accedendo al sito della trasmissione, intanto, i telespettatori possono mettersi in contatto web con tutti i partecipanti che guadagnano così visibilità e potenziale spazio di mercato. Una formula multimediale che assicura all’Abc, per il secondo anno di seguito, il primo posto nel gradimento del pubblico adulto della prima serata del venerdì.
Non è il primo caso di applicazione pratica dei format televisivi al mondo del business: qualche anno fa in The Apprentice il magnate Donald Trump cercava un apprendista cui insegnare tutti i trucchi del mestiere di costruttore. Si parlò allora anche di un’edizione italiana, ma non se ne fece nulla.
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