giovedì 16 febbraio 2012

Governo Monti, Ici alla Chiesa: esenzione solo se attività non commerciale



Svolta di Monti sull'Ici alla Chiesa

L'esenzione dall'Ici per gli enti non commerciali, tra cui anche la Chiesa, varrà solo per quegli immobili in cui sia "esclusiva" l'attività non commerciale. Per gli immobili ad attività 'mista', l'esenzione riguarderà solo la frazione nella quale si svolga l'attività non commerciale. Lo ha precisato il premier Mario Monti, in una lettera al vice presidente della Commissione Europea joaquin Almunia, annunciando un emendamento che "chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione".

Questi i criteri individuati da Monti: "L'esenzione fa riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un'attività non commerciale; l'abrogazione di norme che prevedono l'esenzione per immobili dove l'attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; l'esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l'attività di natura non commerciale; l'introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal Ministro dell'economia e delle finanze circa l'individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all'interno di uno stesso immobile". Il Presidente Monti auspica che l'iniziativa del Governo "permetta alla Commissione europea di chiudere la procedura aperta nell'ottobre 2010".

Il discorso al Parlamento europeo
I sacrifici chiesti agli italiani "non sono imposti dall'Europa ma necessari per il miglioramento della vita economica, sociale e civile degli italiani e nell'interesse dei nostri figli".
Lo ha detto il premier Mario Monti al Parlamento Europeo.
Impegno in Italia indissociabile da impegno Ue
L'impegno del presidente del Consiglio Mario Monti "verso l'Italia è indissociable dall'impegno verso l'Unione europea".
"Stiamo portando l'Italia fuori dalla zona d'ombra"
"L'Italia è impegnata in una complessa corsa uscire dall'emergenza: stiamo gradualmente riuscendo a togliere il nostro paese dalla zona d'ombra in cui in qualche momento è stato collocato come fonte, contagio o focolaio" della crisi. Monti a Strasburgo ha ricordato "gli sforzi" e il consolidamento dei conti.
Determinati a equilibrio dei conti e riforme
Il governo italiano è "determinato ad andare rapidamente al riequilibrio dei conti pubblici" confermando l'obiettivo del pareggio di bilancio al 2013 e "compiere molto rapidamente le riforme strutturali necessarie".
Euro non può essere fattore di disgregazione
L'Euro "è stato il perfezionamento più ambizioso" realizzato finora dall'Europa, "non possiamo permettere che diventi un fattore di disgregazione".
La crisi dell'Eurozona, ha detto Monti ha portato a "troppi risentimenti, troppe divisioni: queste classificazioni sono da rifiutare recisamente". L'Italia è "considerato un paese periferico e non ho niente contro questa connotazione geografica", ma "proprio gli stati centrali, a partire dai due maggiori, Francia e Germania, sono stati all'origine della crisi del patto di stabilità e crescita quando, nel 2003 e con la complicita' dell'Italia allora presidente di turno dell'Ecofin, hanno preferito utilizzare la loro influenza per forzare il meccanismo di enforcement del patto". Quindi le rsponsabilita' non sono solo dei "periferici", ha osservato Monti. "Abbiamo impiegato 8 anni per ricostruire faticosamente una credibilita' al patto di stabilità e crescita": a questo punto, Monti ha fatto riferimento al ruolo della Commissione con il "6 pack", in vigore dal dicembre scorso, per il rafforzamento della governance europea.

L'Italia ha una "materia prima sempre più rara in Europa, un'opinione pubblica favorevole al'Ue".
L'Europa deve "conciliare la disciplina di bilancio e la crescita". Lo ha detto il premier Mario Monti secondo cui non bisogna abbassare la guardia dopo l'approvazione del fiscal compact.
Olimpiadi, decisione difficile, ma la gente ha capito
"Ho dovuto prendere una decisione difficile" dicendo no "ad un magnifico progetto per portare a Roma alle olimpiadi, c'è stata molta delusione" ma l'impressione è che "l'opinione pubblica abbia capito.
Non ci sono 'buoni' e 'cattivi' in Europa...
In Europa non ci sono "buoni" e "cattivi", anzi è bene ricordare sempre che la pratica di non rispettare la disciplina di bilancio è stata inaugurata proprio da Francia e Germania.  "Ho da osservare che gli Stati centrali - e lo è stata anche l'Italia dal punto di vista della responsabilità - a cominciare dalle due maggiori economie dell'eurozona, Germania e Francia sono state all'origine" della crisi del debito. "Quei due Paesi hanno preferito esercitare la loro influenza politica per rompere l'enforcement" sui vincoli di bilancio, "è un fatto che un grande 'vulnus' alla credibilità della disciplina di bilancio è venuto da lì".

Insomma, "non possiamo dimenticare che ci sono responsabilità del centro, così come della periferia, perché è vero che diversi Stati dalla periferia - come quello che rappresento - si sono spesso lasciati andare all'indisciplina di bilancio. Ma non esistono i buoni e i cattivi".

"Integrazione e democrazia sono conciliabili"
Non è vero che l'integrazione europea e la democrazia non sono conciliabili: lo ha detto, parlando nell'aula del Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo, il presidente del Consiglio Mario Monti. "Scusate se mi faccio prendere dalla passione per l'integrazione", ha detto rispondendo in inglese alle critiche euroscettiche sul rischio che l'Unione europea si trasformi un un superStato.
"Colpito dall'appoggio dei gruppi parlamentari Ue"
"Sono compiaciuto e colpito dall'appoggio che gran parte dei capi dei gruppi parlamentari, non tutti, hanno manifestato sulle posizioni che ho esposto". Lo ha detto il premier, Mario Monti, nel corso di una conferenza stampa a Strasburgo. "Ho avuto conferma di come in questa aula si costruisca veramente il futuro dell'Europa - ha aggiunto Monti - e come sia possibile attraverso il Parlamento europeo conciliare l'esigenza dell'integrazione europea con l'esigenza della vita democratica".

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