Chiesa: «Con l'Ici addio a scuole cattoliche»
Il Vaticano teme per istruzione e sanità privata.
L'attacco del Pdl.
Con un blitz al decreto liberalizzazioni,
varato il 24 febbraio da Palazzo Chigi, Mario Monti ha inserito l'emendamento
sull'Imu (la nuova Ici) per gli enti non commerciali come la
Chiesa. Immancabili le reazioni al comma che dispone «l'abrogazione
immediata delle norme sull'esenzione per immobili, dove l'attività non
commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente». E mantiene, invece,
«l'esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un'attività
non commerciale».
Avvenire: «A
rischio scuole cattoliche». A rischio, secondo la Chiesa e l'associazionismo
cattolico, soprattutto le scuole paritarie religiose. «In parte, rispetto al
passato, sembra cambiare poco. Per gli immobili a uso commerciale si pagherà
domani come si pagava ieri» ha scritto Avvenire, anche se «chi evadeva
l'imposta avrà meno scappatoie». Tuttavia, per il quotidiano della Conferenza
episcopale italiana (Cei), parte del mondo no profit potrebbe «ancora restare
con il fiato sospeso. Il caso più evidente è quello delle scuole paritarie, non
statali, che svolgono un servizio pubblico».
Nell'editoriale Avvenire
ha ricordato come, per «innumerevoli scuole dell'infanzia, che già oggi vivono
di stenti (non pochi parroci e non poche associazioni che le tengono in piedi
sono allo stremo)», un'imposta in più «sarebbe il colpo di grazia».
L'allarme dei
Salesiani. Un allarme lanciato anche da don Alberto Zanini, segretario
nazionale Salesiani scuola. «L'Imu ci obbliga alla chiusura. Già adesso stiamo
vendendo le case di don Bosco, per pagare la messa in sicurezza degli edifici.
Se il governo ci tartassa pure
con questa imposta iniqua dovremo chiudere i
nostri istituti e licenziare gli insegnanti, che lavorano gratuitamente con le
categorie disagiate».
Pdl contro
l'emendamento: «Tassata la solidarietà»
Compatto, nel
mondo politico, il fuoco di fila all'emendamento del Popolo delle Libertà.
«Saranno tassate anche solidarietà e sussidiarietà? Il governo chiarisca.
Sarebbe inaccettabile che un asilo nido parrocchiale, che svolge da sempre
funzione pubblica, pagasse l'imu. È una questione di civiltà, non di
privilegi», ha dichiarato il vice presidente Pdl alla Camera Maurizio Lupi,
dalla parte della Chiesa.
«Errato
penalizzare chi si occupa di poveri o di educazione», anche per capogruppo del
Pdl al Senato Maurizio Gasparri, secondo cui «le decisioni sull'Ici alla Chiesa
erano attese. Ma va chiarito che le attività di assistenza, carità e istruzione
hanno una finalità non commerciale». Per la compagna di partito Isabella
Bertolini, del Pdl, «tassare le scuole paritarie» equivale addirittura a
mettere «un'ipoteca sull'istruzione».
Casini: «Gusto
pagare le tasse». Più cauto il cattolico Pier Ferdinando Casini, presidente
dell'Udc. «Mi sembra giusto che tutti paghino le tasse, inclusi gli edifici
della Chiesa adibiti ad attività commerciali. Si è fatta una tempesta in un
bicchiere d'acqua. La decisione di Monti è ineccepibile». Fermo restando, ha
pecisato Casini, che non si tocchi «l'esenzione agli enti assistenziali che
alleviano le ferite aperte nella società italiana, offrendo un servizio
straordinario, di supplenza alla latitanza del pubblico».
Anche il
presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricordato come «il mosaico degli
istituti religiosi costituisce una grande riserva di energie spirituali e
competenze professionali, in una logica di sussidiarietà».
Bertone: «Chiesa parte del welfare». Citando l'enciclica Caritas in veritates,
il segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone ha ricordato i circa
«15 mila i servizi attraverso cui la Chiesa contribuisce al welfare italiano».
Nel Paese, secondo i dati del Censimento 2011 delle opere della Chiesa, sono
14.246 i servizi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali, direttamente o
indirettamente collegati al Vaticano.
Concentrata soprattutto al nord, la rete della carità impiega oltre 420 mila
tra laici e religiosi, dipendenti e volontari. In generale, il 47,9% dei
servizi si trova al Nord, il 23,6% nel Centro e il 28,6% al Sud e nelle isole.
La regione con più welfare cattolico è la Lombardia (1.862). Seguono Emilia
Romagna (1.512), Toscana (1.492) e Veneto (1.227).
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