Grammy, il trionfo di Adele
Sei premi alla cantante britannica nella notte in memoria di Whitney Houston. Jennifer Hudson dedica alla diva scomparsa "I will always love you" e si commuove
di Lorenzo Soria
Quelli di domenica
saranno ricordati come i Grammys di due donne con due voci classiche,
romantiche, dominanti e al di fuori delle mode. Di Adele, la cantante e autrice
britannica 23enne che con il suo stile soul e privo di fronzoli e spettacoli pirotecnici
ha dominato le classifiche dell'ultimo anno dai due lati dell'Atlantico e che è
uscita dalla cerimonia con sei statuette, incluse quelle per miglior album con 21
, miglior disco e migliore canzone dell'anno. E di Whitney Houston, morta
tragicamente a solo 48 anni il giorno prima della cerimonia e la cui ombra e il
cui ricordo hanno aleggiato pesantemente sulla serata, sin dal momento in cui
ha avuto inizio con Bruce Springsteen e la E Street Band che hanno dato un
sapore molto personale al loro inno politico We take care of our own e poi
proseguita subito dopo con LL Cool J, maestro delle cerimonie, che ha
riconosciuto con voce greve che c'era stata «una morte in famiglia» e ha
invitato tutti a una preghiera «per la nostra sorella caduta, Whitney Houston».
Si sono alzati tutti in piedi, in un silenzio pieno di significato, teste basse e molte lacrime, in quella che è stata una danza delicata tra le celebrazione e il lutto, tra la gioia e il dolore. Una serata di emozioni forti e contrastanti, che per Adele Laurie Blue Adkins ha segnato un altro trionfo personale: perché quando si è messa a cantare Rolling in the Deep era la prima volta che si esibiva in pubblico da quando a fine anno aveva avuto dei problemi alla voce e aveva
dovuto cancellare un suo tour per un’operazione alla gola.Si sono alzati tutti in piedi, in un silenzio pieno di significato, teste basse e molte lacrime, in quella che è stata una danza delicata tra le celebrazione e il lutto, tra la gioia e il dolore. Una serata di emozioni forti e contrastanti, che per Adele Laurie Blue Adkins ha segnato un altro trionfo personale: perché quando si è messa a cantare Rolling in the Deep era la prima volta che si esibiva in pubblico da quando a fine anno aveva avuto dei problemi alla voce e aveva
Subito dietro Adele, con cinque Grammys, troviamo i Foo Fighters, per il loro album White Limo . «Questo e' un disco speciale per noi - ha detto Dave Grohl, il leader della band -. Invece di andare al miglior studio di Hollywood lo abbiamo fatto nel mio garage con un microfono e un registratore. E questo premio dimostra che nel fare musica l'elemento umano resta la cosa più importante, che è tutto qui (indicando il petto, ndr) e non su un computer».
Tra gli altri vincitori, vanno segnalati
Kanye West con
quattro Grammys, incluso uno per un duetto con con Jay-Z chiamato Otis che è un
omaggio a Otis Redding e per My Beautiful Dark Twisted Fantasy , che ha vinto
come «Best rap album». Il migliore nuovo artista, un riconoscimento che era
andato ad Adele tre anni fa, è Bon Iver, un tra il folk e il pop. C'è stato
anche un Grammy postumo per Amy Winehouse , per il suo duetto con Tony Bennett Body
and Soul , mentre Bonnie Raitt e Alicia Keys, con A Sunday Kind of Love , hanno
reso omaggio alla memoria di Etta James, morta in gennaio a 73 anni. «Viva
Whitney Houston - ha detto a un certo punto Mitch Winehouse, il padre di Amy -
Viva Amy Winehouse. Viva Etta James. C'e una splendida band femminile su in
Paradiso».
Nel corso delle
tre ore e mezzo di show, gli Oscar della musica hanno regalato altre emozioni.
Chris Brown, circondato da una pesante ombra sin da quando tre anni fa è stato
accusato di violenza nei confronti della sua allora girlfriend, Rihanna, ha
vinto per «best R&B album» con F.A.M.E. . La stesa Rihanna si è esibita con
i Coldplay. Il cantante country Glen Campbell, in lotta contro l'Alzheimer, ha
avuto una standing ovation per la sua performance di Rhinestone Cowboy . In un
altro momento di nostalgia, Mike Love e Brian Wilson, le due anime dei Beach
Boys, hanno regalato un Good Vibrations , con tanto di falsetti. E poi c’è
stato il momento, anzi due, di Sir Paul McCartney, alla soglia dei 70 anni. Ha
cantato una nuova canzone, My Valentine . E ha chiuso lo show con un misto di
canzoni prese da Abbey Road accompagnato sul palco da Springsteen, Dave Grohl
dei Foo Fighters e dal chitarrista degli Eagles Joe Walsh. Ma ad eclissare le
varie esibizioni ci ha pensato Jennifer Hudson, che con I Will Always Love You
ha reso il più commovente tributo a Whitney Houston. Ha chiuso con bacio:
«Whitney, we love you».
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