lunedì 20 febbraio 2012

Festival di Sanremo 2012: il potere del televoto



Torna lo strapotere dei reality: vince Emma di «Amici» davanti ad Arisa e Noemi 
di Francesco Prisco

Ancora una volta tutto secondo copione: Emma e la sua «Non è l'inferno» si aggiudicano il sessantaduesimo Festival di Sanremo. Ci hanno visto giusto i bookmaker che da settimane scommettevano sull'arrabbiata e muscolare vocalist prodotta dalla factory di «Amici» di Maria De Filippi, seconda l'anno scorso. Dietro di lei stavolta ci sono la nuova, melodica Arisa, interprete de «La notte», e Noemi, terza con il brano «Sono solo parole».
Tre donne sul podio, insomma, per un'edizione che non sarà certo ricordata per le canzoni in concorso quanto piuttosto per i sermoni acchiappa-share e spacca-Rai di Adriano Celentano - ieri di nuovo aggressivo ma più misurato persino davanti alle contestazioni – e per la «farfallina» della soubrette Belen Rodriguez. Un festival che, a suo modo, farà storia: è l'ultimo dell'era Gianmarco Mazzi, visto che il direttore artistico stretto nell'angolo per le polemiche sul Molleggiato, rassegna le proprie dimissioni. E di conseguenza è l'ultimo ad avere Gianni Morandi nell'insolita veste di conduttore. Per il resto, Arisa raccoglie il premio della sala stampa e tv, mentre Samuele Bersani si aggiudica il riconoscimento della critica intitolato a Mia Martini.
Comanda il reality. Dopo la felice eccezione dell'anno scorso, con Roberto Vecchioni pluripremiato, per la terza volta in quattro anni si afferma un'invenzione di Maria De Filippi. Più in generale, torna a emergere lo strapotere dei reduci da reality formato talent show: al secondo posto c'è Arisa che quest'anno s'è rilanciata partecipando a X-Factor in veste di giudice, al terzo Noemi che da questo stesso reality è stata scoperta qualche anno fa. E per un motivo molto semplice: il televoto, a seguito dell'ennesimo cambio di regolamento, è tornato a essere padrone della manifestazione dopo l'edizione 2011 che conferiva maggiore peso alle decisioni di critici e orchestrali. E quando comanda il televoto, gli artisti da reality - che già sono rodati a questo sistema di valutazione - partono per forza di cose avvantaggiati.
Il rush finale. Emblematico in tal senso il processo che ha portato alla determinazione del podio, per la prima volta nella storia sanremese tutto «a porte aperte». Poco prima di mezzanotte Morandi indica la classifica dei sei artisti individuati dal sistema di votazione misto televoto-orchestra: è prima Arisa, davanti a Emma e al tandem trash Gigi D'Alessio-Loredana Berté. Quarta è Noemi ma diventa prima quando i giornalisti della sala stampa esercitano la propria golden share. A questo punto la triade Noemi, Arisa, Emma si sottopone al televoto definitivo che determinerà la classifica finale. Di fronte a tali raffinati bizantinismi, la speranza è che nessuno in Parlamento prenda spunto da Sanremo per la riforma della legge elettorale.
Una ragazza semplice. Il pezzo di Emma non è certo un capolavoro di contrappunto, per quanto riesca parecchio orecchiabile nella strofa e trascinante nel ritornello. Il testo prova a declinare i mille volti del disagio dell'Italia contemporanea: ancora una volta non è che rappresenti chissà quale prova stilistica ma il suo limite maggiore è il fatto che a un ascoltatore più scafato suoni poco credibile se cantato da quella che tutti celebrano come una «ragazza semplice», ma meglio sarebbe dire sempliciotta. Una che vince Sanremo e dichiara: «Porterò avanti quello che ho sempre pensato da quando sono nata». Oppure: «Se si viene fuori da Amici o da una cantina, se hai un fuoco dentro, se devi sfondare sfondi». E poi, interrogata in diretta da Morandi, neanche si ricorda i nomi degli autori del suo brano.
Promossi e bocciati. In ogni caso, l'edizione 2012 del festival si chiude con un Morandi in evidente stato di confusione, così in bambola da collezionare gaffe fino all'ultimo minuto di trasmissione. Lo stress non perdona. La soubrette ceca Ivana Mrazova, assente per malattia alla prima serata, non ha brillato certo per produttività: s'è vista poco e, per come s'è vista, va pure bene così. Bella senz'anima, senza sale e senza pepe. Per fortuna c'era Rocco Papaleo con la sua parodia del conduttore tecnico Monti style e c'era la serata dei duetti internazionali che ha portato all'Ariston gente come Patti Smith e Brian May. Poi l'affair della «farfallina» di Belen e ovviamente l'uragano Celentano. In quel caso sì: davvero tanto pepe.

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