da: la
Repubblica
Ospedali, dopo il ricovero
il conto
"Ecco quanto ci è
costato curarvi"
Da giovedì le strutture lombarde dovranno comunicare ai pazienti il costo
delle prestazioni erogate: "Operazione trasparenza". L'Ordine dei medici:
"Decisione esecrabile e umiliante"
di Andrea Montanari
Da marzo, sarà la Regione a dire ai pazienti, anche quelli che pagano i
ticket, quanto sono costati alla sanità lombarda. Tra ricoveri, esami e
prestazioni specialistiche che le casse del Pirellone hanno dovuto rimborsare
agli ospedali e alle cliniche convenzionate. Una sorta di conto all’incontrario
già pagato che ogni cittadino da ora in poi riceverà al momento delle
dimissioni da un ricovero o insieme ai risultati degli esami, in caso di
semplice prestazione ambulatoriale. «È un’operazione di trasparenza e
informazione assolutamente positiva spiega l’assessore regionale alla
Sanità, Luciano Bresciani Avere consapevolezza dei costi pubblici e
sapere ciò che lo Stato, cioè tutti noi, spendiamo per curarci. L’importante è
evitare strumentalizzazioni. Chi ha usufruito di servizi sanitari di cui aveva
necessità non viene colpevolizzato. Ma tutti i cittadini, dai malati ai medici,
devono responsabilizzarsi».
Le regole. Venerdì scorso tutti i direttori generali delle Asl e degli ospedali lombardi hanno ricevuto una lettera del direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina, con le istruzioni. In caso di ricovero, il paziente, al momento delle dimissioni riceverà una lettera con di seguito «il valore esposto, espresso in euro, che rappresenta il rimborso corrisposto mediamente agli ospedali lombardi per il costo sostenuto per tipologie di attività e di prestazioni simili a quelle che ha usufruito durante il suo ricovero». Nel caso, invece, di semplici esami, il paziente riceverà una comunicazione scritta più articolata. Con il valore del rimborso per i costi sostenuti suddiviso, però, tra la quota coperta dall’eventuale ticket sanitario. Quella relativa alla eventuale ulteriore spesa per la quota fissa della ricetta. E quella eventualmente riconosciuta dal Servizio sanitario regionale alla struttura ambulatoriale a saldo.
Le regole. Venerdì scorso tutti i direttori generali delle Asl e degli ospedali lombardi hanno ricevuto una lettera del direttore generale della Sanità, Carlo Lucchina, con le istruzioni. In caso di ricovero, il paziente, al momento delle dimissioni riceverà una lettera con di seguito «il valore esposto, espresso in euro, che rappresenta il rimborso corrisposto mediamente agli ospedali lombardi per il costo sostenuto per tipologie di attività e di prestazioni simili a quelle che ha usufruito durante il suo ricovero». Nel caso, invece, di semplici esami, il paziente riceverà una comunicazione scritta più articolata. Con il valore del rimborso per i costi sostenuti suddiviso, però, tra la quota coperta dall’eventuale ticket sanitario. Quella relativa alla eventuale ulteriore spesa per la quota fissa della ricetta. E quella eventualmente riconosciuta dal Servizio sanitario regionale alla struttura ambulatoriale a saldo.
La media. La cifra relativa al rimborso, in realtà, sarà calcolata su una media,
non sul costo della prestazione di quel paziente. In base a una media di valore
calcolata in base alle prestazioni erogate nel corso del 2011. Questo perché,
in genere, al momento delle dimissioni dall’ospedale, non è ancora possibile
fare un conto finale dei costi della cura di un paziente.
Le prestazioni. Con la consegna del referto degli esami fatti, ad esempio, un paziente scoprirà che per la liberazione del tunnel carpale la Regione rimborsa all’ambulatorio 898,42 euro. Per la correzione di retrazione della palpebra, 1166,60 euro (come per la ricostruzione). Ogni asportazione del sacco delle vie lacrimali costa ben 369,47 euro. Un solo trattamento di Cross linking cornerale per rafforzare la cornea ha un rimorso di 1850 euro. Quello per la legatura e lo stripping delle vene varicose è di 1.461 euro. Per la circoncisione è di 1.065 euro. Mentre per la biopsia dell’utero con dilatazione del canale cervicale è di 945 euro. Solo un’artroscopia carpocarpale vale 1750 euro, mentre un’asportazione artroscopia di cartilagine del ginocchio oltre 2000 euro. Tutti esami molto diffusi e molto spesso prescritti dai medici di famiglia o dagli specialisti.
La filosofia. Per la Regione i costi del sistema sono rimborsi corrisposti alla strutture e quindi sono questi i valori da comunicare ai cittadini. «È infatti inopportuno - scrive il direttore generale Lucchina - che ogni struttura cerchi di stimare i propri costi di produzione con l’esito di avere una grande eterogeneità di informazioni, poco verificabili, fornite dai cittadini con il risultato di generale di grande confusione».
Lo scopo. L’obiettivo della comunicazione è quello di sensibilizzare i cittadini, ma soprattutto di responsabilizzare i medici che prescrivono troppi esami.
Le prestazioni. Con la consegna del referto degli esami fatti, ad esempio, un paziente scoprirà che per la liberazione del tunnel carpale la Regione rimborsa all’ambulatorio 898,42 euro. Per la correzione di retrazione della palpebra, 1166,60 euro (come per la ricostruzione). Ogni asportazione del sacco delle vie lacrimali costa ben 369,47 euro. Un solo trattamento di Cross linking cornerale per rafforzare la cornea ha un rimorso di 1850 euro. Quello per la legatura e lo stripping delle vene varicose è di 1.461 euro. Per la circoncisione è di 1.065 euro. Mentre per la biopsia dell’utero con dilatazione del canale cervicale è di 945 euro. Solo un’artroscopia carpocarpale vale 1750 euro, mentre un’asportazione artroscopia di cartilagine del ginocchio oltre 2000 euro. Tutti esami molto diffusi e molto spesso prescritti dai medici di famiglia o dagli specialisti.
La filosofia. Per la Regione i costi del sistema sono rimborsi corrisposti alla strutture e quindi sono questi i valori da comunicare ai cittadini. «È infatti inopportuno - scrive il direttore generale Lucchina - che ogni struttura cerchi di stimare i propri costi di produzione con l’esito di avere una grande eterogeneità di informazioni, poco verificabili, fornite dai cittadini con il risultato di generale di grande confusione».
Lo scopo. L’obiettivo della comunicazione è quello di sensibilizzare i cittadini, ma soprattutto di responsabilizzare i medici che prescrivono troppi esami.
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