da: Adnkronos
''All'inizio ho vissuto una grande responsabilità nell'indossare i panni di Luca Zingaretti''.
Lo racconta all'Adnkronos l'attore Michele Riondino che
da giovedì, per sei settimane, sarà su Rai1 nella serie 'Il
giovane Montalbano', una coproduzione Rai Fiction-Palomar firmata da
Francesco Bruni e Andrea Camilleri, per la regia di Gianluca Maria Tavarelli (‘Paolo
Borsellino’ ‘Le cose che restano’). Sei film per la televisione nei quali veste
i panni del commissario ragazzo, che affronterà scelte di vita importanti prima
di diventare il Salvo Montalbano che tutti conosciamo, interpretato da
Zingaretti.
''Temevo
fosse un progetto di quelli furbi -spiega Riondino- che
vogliono strizzare l'occhio allo spettatore senza mostrare cambiamenti. E
invece no -sottolinea il giovane attore- è stato un vero e proprio
approfondimento del personaggio e quando l'ho capito, quella responsabilità che
mi pesava prima si è trasformata in stimolo. Adesso siamo sicuri di avere dato
il massimo'', afferma.
Riondino è attualmente impegnato sul set del nuovo film di Marco Bellocchio,
di cui però non anticipa nulla. Preferisce parlare del personaggio che
interpreta in tv: ''Ricalca quelli che saranno gli aspetti futuri del
Montalbano più adulto -spiega- ma nel giovane questi tratti sono più accesi ed
evidenti: se Montalbano senior è ottuso, Montalbano junior lo è forse un po' di
più e si incaponisce nell'errore''.
Per la nuova serie ''abbiamo usato molto il romanzo di Camilleri
-afferma Riondino - distanziandoci dal prodotto televisivo, anche se lo
spartito è lo stesso. Il nostro lavoro si è concentrato sugli aspetti
caratteriali e psicologici del personaggio, cercando di distrarre il pubblico
dal fatto che Montalbano non è ancora pelato e di una certa età, ma ha 15 anni
di meno. Per questo non si è lavorato sulla somiglianza fisica tra il
Montalbano giovane e quello più anziano. E' stato come mettere in scena due
'Amleto' interpretati da attori diversi'', spiega.
Inoltre la nuova serie 'investe' su una lingua più marcata, un lavoro
sul dialetto siciliano, chiarisce Riondino, ''più fedele al testo scritto di
Camilleri. Un rischio che anche la Rai ha accettato di correre''. E il pugliese
Riondino alle prese con il siciliano, come si è trovato? ''Io ho lavorato molto
con palermitani e catanesi -afferma l'attore- ho diviso casa con diversi
siciliani e in fondo mi sento un po' siciliano d'adozione. Ovviamente non è la
mia lingua, ma sono riuscito a trovare una certa dose di istintività''.
Quanto ai prossimi impegni, oltre al set 'top secret' di Bellocchio,
Riondino sta scrivendo a quattro mani uno spettacolo teatrale con Marco
Andreoli e la sua compagnia 'Circo Bordeaux'. ''Si tratta di una favola nera
con due personaggi principali che affronta il tema dell'abbandono, della
crescita e del senso di responsabilità''. Lo spettacolo sarà a ottobre in
teatro, quel teatro che Riondino definisce ''la mia palestra continua, dove mi
misuro sempre sulla mie capacità motorie, sulla concentrazione e attenzione. Il
cinema invece -conclude l'attore - è lo sfoggio della tecnica di recitazione.
Tra i due non saprei qual è il mio preferito''.
ECCO IL MIO POST
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