martedì 28 febbraio 2012

Ici, scuole cattoliche: l’”algoritmo” di Monti per esentare la Chiesa


Ho letto, e riportato nel post precedente, l’articolo nel quale si descrive l’”algoritmo” pensato dal bocconiano Monti per esentare le scuole cattoliche dalla nuova Ici, cioè l’Imu. Uno dei parametri dell’algoritmo dell’esenzione è il seguente: “l’eventuale avanzo sarà destinato all’attività didattica”.

Mi chiedo…

Per stabilire se una scuola cattolica non esercita attività commerciale, cioè se gli incassi non vengono accantonati a profitti ma reinvestiti nella gestione di un’attività no profit, Monti ha intenzione di affidarsi all’autocertificazione, vale a dire: gli istituti scolastici cattolici potranno dichiarare anche il falso, oppure Monti pensa che i bilanci debbano essere verificati. Da chi, come? Beh….con tutti i bocconiani laureati in Economia e Commercio ci sarà qualcuno da usare per verificare frodi – involontarie – per scansare l’Imu. Perché i bocconiani sanno leggere e “sgamare” un bilancio falso. O no?

Ovviamente, non saranno posti in essere meccanismi di verifica. Siamo il paese che ignora regole e controlli. E, comunque, certi controlli risulterebbero laboriosi e costosi. Sarebbe più semplice – e quindi non si farà – applicare la tassa Imu agli immobili della Chiesa perché sono numerosissimi i casi di commistione. Vale a dire: in uno stesso stesso edificio ci si occupa dello spirito, del sociale e….della pecunia. Per  sottrarre all’applicazione quella parte di attività sociale che si svolge nella proprietà immobiliare, basterebbero l’introduzione di agevolazioni, esenzioni parziali. Spetterebbero alle Chiese, agli enti ecclesiastici, il dimostrare che l’immobile oggetto di Imu è destinato ad attività sociale totale o parziale e che, quindi, hanno diritto ad una detrazione o all’esenzione.
Insomma, l’onere della prova, o meglio: l’onere del diritto d’esenzione spetta al proprietario ecclesiastico. La modalità trovata da Monti è una cagata. O meglio: è il modo truffa con il quale si “accontenta” il Vaticano riducendo così delle entrate che servirebbero e sarebbero eque, facendo credere agli italiani che anche per questo provvedimento il governo Monti ha fatto ciò che altri governi – sia di centro destra, sia di centro sinistra – non hanno fatto.
Entrate che il governo Monti attinge – senza elaborati “algoritmi” di esenzione  - dalle tasche dei proprietari immobiliari italiani che hanno messo i loro risparmi nel mattone, quando ancora non stanno ancora pagando il mutuo d’acquisto per la loro abitazione dove l’attività sociale consiste nel ricevere gli amici, gli amici dei figli e il prete quando viene per la benedizione Natalizia (con busta per raccogliere l’offerta destinata ad attività sociale).

Ma, di là delle scuole. Ci sarebbero gli oratori. O meglio….
Come vogliamo considerare gli oratori nei quali ci sono bar, sale cinema e si affittano locali ai privati per assemblee condominiali e altro. Ah…già. Gli incassi vengono reimpiegati per attività sociali.
E’ per questo che le banche sono piene di conti correnti intestati a organi ecclesiastici ed esiste un comitato finanza in Vaticano che decide degli investimenti finanziari della Chiesa. Creando buchi di bilancio.
Monti ha anche un algoritmo di calcolo anche per esentare le proprietà immobiliari ad uso oratorio ma non solo?

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