La polemica ‘Twitter-Crozza”
non mi riguarda e concordo con Michele Serra che la comicità è rischiare la
faccia davanti a un riflettore.
Ritengo, però, che
sarebbe di buon gusto, ogni tanto, giusto per fare qualcosa di diverso,
ammettere che si svolazza qua e là nel web – dai social network alla “moda” ad
altri siti di approfondimento – per capire che “aria tira” e trovare, tra l’altro,
anche qualche spunto da proporre in prima serata.
Se non è il caso
di citare la fonte non mi pare neppure il caso di fingere di non conoscere
twitter, facebook e spacciare il modo di proporsi in tv esclusivamente come farina
del proprio sacco.
Ovviamente, buon gusto e buon senso non possono essere unilaterali. Anche coloro che “cinguettano”
in Twitter, dovrebbero rendersi conto che non sempre è un esercizio di “copia e incolla”. In
merito ad alcuni personaggi, argomenti, si hanno medesime reazioni. Certo, se l’espressione
della reazione è identica, “puzza” un po’ di: prendo dagli altri senza neppure
dire “ho letto in giro per il web”.
Martedì scorso ho
visto l’inizio di ‘Ballarò’. Floris ha iniziato mostrando le ultime
dichiarazioni in materia di posto fisso da parte di Monti e di alcuni suoi
ministri. La stessa cosa avevo fatto io, la mattina, con un post.
Non mi è passata
neppure per l’anticamera del cervello che Floris avesse copiato da me. Anche perché…manco
conosce questo blog!.
Questo per dire,
che si possono avere idee in comune nel proporre l’informazione, nell’approfondire
e che non tutto ciò che ritroviamo rappresentato e citato deve per forza essere
roba nostra copiata da altri.
Certi “cinguettatori”
vedano di ridurre la loro megalomania…
L'Amaca di Michele Serra - da 'la Repubblica'
Internet è, molto
spesso, il modo più nuovo per dire le cose più vecchie. Vedi l’acida
polemichetta (su Twitter) a proposito di Maurizio Crozza, accusato di “copiare
le battute”, uno degli argomenti prediletti, nel sottobosco teatrale, dai tempi
di Aristofane. Comici e autori di satira si accusano da sempre, già tra di
loro, di rubare le battute. E’ una polemica stucchevole e soprattutto capziosa,
basata assai più sul devastante narcisismo degli artisti (più o meno mancati)
che sull’oggettività dell’accusa, perché una buona parte delle battute comiche
è “res nullius” come i pesci del mare. Nascono da un mix inestricabile di
tradizione popolare, motti di spirito orecchiabili, meccanismi comici
riadattati, limati, modificati, rovesciati. Ciò che fa poi la differenza è il
loro uso, il contesto nel quale vengono inserite, e soprattutto la maniera di
dirle, che è poi il successo dell’arte comica. Il bravo comico (per esempio
Crozza) sa rendere comica, usandola nel modo giusto e al momento giusto, anche
una battuta media; il cattivo comico rende loffia e inerte anche una buona battuta, per esempio scrivendola su
Twitter. La comicità è rischiare la faccia davanti a un riflettore. Il resto è
diceria nell’ombra, mormorio degli assenti.
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