mercoledì 3 aprile 2013

Debiti dello Stato verso le imprese: rinviato il decreto, smentito aumento Irpef


da: la Repubblica

Irpef, nessun aumento previsto nel testo. 
Rinviato il Cdm sul decreto debiti P.A.
Dopo le voci circolate ieri, il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali smentisce l'ipotesi di un aumento dell'addizionale in relazione allo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese. Il responsabile economico del Pd: "Sarebbe inaccettabile". Ministri Grilli e Passera: "Servono approfondimenti sul dl"

L'ipotesi di anticipare al 2013 l'aumento dell'addizionale Irpef regionale è stata definitivamente esclusa dal decreto che sbloccherà i pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Secondo quanto si apprende la misura non è nel provvedimento. Intanto il Consiglio dei ministri previsto per oggi con all'ordine del giorno il varo del decreto sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione "si terrà nei prossimi giorni". Lo comunica Palazzo Chigi spiegando che il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, "anche a seguito delle articolate risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l'opportunità di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della P.A.".


Dopo le voci circolate ieri di un possibile aumento dell'addizionale Irper regionale, fino a un massimo dello 0,6%, fin da quest'anno invece che dal 2014, portando l'attuale tetto dell'1,73 dell'aliquota massima al 2,33%, si era sollevato un coro di polemiche, tanto che stamani Michel Martone, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ad Agorà, su Rai Tre, ha smentito l'ipotesi: "Stando alle risoluzioni approvate ieri in Parlamento, l'aumento delle imposte per i cittadini non risulta agli atti anche perché c'è stata una presa di posizione molto forte di tutti i partiti. Si tratta di indiscrezioni giornalistiche".  

Sarebbe una misura "inaccettabile sia nel merito che nel metodo" un'eventuale anticipazione dell'addizionale Irpef per Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. "Nel merito - aveva scritto in una nota - perché un ulteriore aumento di imposte aggraverebbe la pesante recessione in corso e annullerebbe gli effetti anticiclici dello sblocco dei pagamenti finanziato a debito. Nel metodo, perché ieri il Parlamento ha approvato le risoluzioni sulla relazione di aggiornamento del documento di economia e finanza nella quale non vi è alcun riferimento all'anticipo della misura né accenni sono stati fatti dai ministri auditi dalle commissioni speciali di Camera e Senato. Auspichiamo che si tratti di errore e che il governo confermi quanto contenuto nella relazione vagliata dal Parlamento".

"Siamo assolutamente contrari a qualsiasi aumento di imposte, le imposte vanno abbassate'', ha affermato poi il segretario federale della Lega, Roberto Maroni.

Il decreto. Il testo del decreto prevede lo sblocco di 40 miliardi in due anni per i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. È tramontata definitivamente l'ipotesi dell'anticipo dell'aumento delle addizionali regionali Irpef: così come già anticipato ieri e confermato in mattinata a poche ore dalla riunione del Cdm, si tratta di una soluzione che al momento non viene considerata "percorribile" dagli ambienti dell'Economia. Un'ipotesi bocciata dai leader di Cgil, Cisl e Uil. La bozza circolata prevede che i pagamenti dei debiti contratti dagli enti locali vengano esclusi dai vincoli del patto di stabilità per un importo complessivo di 5 miliardi di euro. È prevista inoltre l'istituzione di un Fondo per assicurare liquidità a quegli enti che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti per mancanza di liquidità. Per i responsabili degli enti locali inadempienti sono previste sanzioni pecuniarie. Condizione questa richiesta anche dalla risoluzione parlamentare unitaria di tutte le forse politiche votata ieri all'unanimità che consentirà nel pomeriggio all'esecutivo di licenziare il decreto.

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