Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
venerdì 30 novembre 2012
Francesco De Gregori: ‘Guarda che non sono io’
Guarda che non sono io quello che stai
cercando
Quello che conosce il tempo e che ti spiega il mondo
Quello che ti perdona e ti capisce
Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce
Guarda che non sono io quello seduto accanto
Che ti prende la mano e che ti asciuga il pianto
Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e mi ringrazia
Vuole sapere qualcosa
Di una vecchia canzone
Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando"
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio
E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io
Guarda che non sono io quello che mi somiglia
L'angelo a piedi nudi, o il diavolo in bottiglia
Il vagabondo sul vagone
La pace fra gli ulivi, e la rivoluzione
Guarda che non sono io la mia fotografia
Che non vale niente e che ti porti via
Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e vuol sapere
E mi domanda qualcosa
Di una vecchia canzone
Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando"
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio
E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io
Quello che conosce il tempo e che ti spiega il mondo
Quello che ti perdona e ti capisce
Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce
Guarda che non sono io quello seduto accanto
Che ti prende la mano e che ti asciuga il pianto
Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e mi ringrazia
Vuole sapere qualcosa
Di una vecchia canzone
Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando"
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio
E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io
Guarda che non sono io quello che mi somiglia
L'angelo a piedi nudi, o il diavolo in bottiglia
Il vagabondo sul vagone
La pace fra gli ulivi, e la rivoluzione
Guarda che non sono io la mia fotografia
Che non vale niente e che ti porti via
Cammino per la strada
Qualcuno mi vede
E mi chiama per nome
Si ferma e vuol sapere
E mi domanda qualcosa
Di una vecchia canzone
Ed io gli dico "Scusami però non so di cosa stai parlando"
Sono qui con le mie buste della spesa
Lo vedi, sto scappando
Se credi di conoscermi
Non è un problema mio
E guarda che non sto scherzando
Guarda come sta piovendo
Guarda che ti stai bagnando
Guarda che ti stai sbagliando
Guarda che non sono io
Musica indispensabile: Francesco De Gregori, nuovo album ‘Sulla strada’
Non so da quanto tempo non divoravo un
album. Succede per due cd recentemente usciti.
Il primo è ‘Sulla strada’ di Francesco De Gregori. Il secondo è American Soul di Mick Hucknall.
Musicalmente, De Gregori è cresciuto. Già
da album precedenti. Ma in questo, ci sono tocchi artistici che ne esaltano i
testi. E, ancora una volta, ascoltando e riascoltando i testi di De
Gregori, penso che non abbia nulla da
invidiare ai Bob Dylan e Leonard Cohen.
Trovo i testi di Francesco De Gregori
semplicemente I M M E N S I.
Ho ascoltato qualche secondo del primo
brano e poi del secondo e mi sono detta: lo compro.
Mi piace dalla prima all’ultima canzone e
sto consumando ‘Guarda che non sono io’, 'Falso movimento', 'Belle Epoque’, ‘Showtime’.
L'aria che
tira in questo disco mi riporta per certi versi ad alcuni momenti di Rimmel.
Ovviamente, non c’è un brano fatto per il
passaggio in radio, tanto meno: un tormentone, eppure, questo disco mi sta
tormentando. Non riesco a smettere di ascoltarlo.
Io penso che così come ci si ferma a
guardare un’opera d’arte, a vedere un film, anche per la Musica bisogna
fermarsi ad ascoltarla. Smettere ogni cosa e trovare dei minuti per ascoltare.
Devo trovare il tempo per riascoltare De Gregori. Ne vale la pena.
Ovviamente, è implicito che vi consiglio di ascoltarlo e acquistarlo.
Francesco De Gregori, nuovo album ‘Sulla strada’: recensione Rockol
da:
Rockol
di
Paola De Simone
Viviamo giorni strani, giorni che stanno
ormai diventando anni e che ricorderemo per la dolorosa perdita di Lucio Dalla,
il rispettabile abbandono artistico di Ivano Fossati, il forzato prendi e
lascia di Vasco Rossi e il temuto annuncio di un ultimo disco a firma Francesco
Guccini. Colonne che si sgretolano e che ci lasciano tra vuoti e interrogativi.
Per fortuna, però, in questo scenario sconfortante qualche pilastro resta e
dignitosamente resiste. Francesco De Gregori è tra questi. Il tempo non sembra
averlo preso di mira e si presenta in gran
spolvero all’interno delle nove tracce che compongono “Sulla strada”, suo
nuovo disco di inediti che segue di quattro anni il precedente “Per brevità
chiamato artista”. L’ispirazione è chiara: galeotto fu il libro “On the road”,
manifesto della beat generation scritto da Jack Kerouac, che il Principe ha
letto solo di recente, a 55 anni dalla sua pubblicazione. Così nasce anche la
title track, chiamata a rappresentare il disco come singolo di lancio,
anticipazione energica che sceglie il folk-rock a ritmare l’esperienza del
viaggio.
Ma “Sulla strada” è solo la copertina di
questo lavoro ricco di altre suggestioni: innamoramento,
ironia, vita quotidiana e velata malinconia sono il mood di
Dopo aver letto l’articolo di Travaglio su Renzi e Bersani…
Da quel che ho visto e sentito nel
confronto di mercoledì su Rai1, non ho trovato Renzi spento o..moderato.
Ha giocato l’ultima carta: la più forte che
poteva mettere sul tavolo. Ha ricordato che Bersani ha avuto negli anni tempo e
modo di dimostrare cosa sapesse fare per gestire il paese. Di certo il suo
staff è molto attivo nel leggere il web (ciò che serve…non i commenti sparsi in
una marea di siti) e Renzi sa usare le carte a disposizione. Con tanto di
bluff.
Dovrebbe, a mio parere - ogni tanto -
sorprenderci nella risposta.
Ho seguito una parte di Servizio Pubblico ieri
sera. Ad alcune domande di Santoro ho indovinato l’inizio della risposta. Renzi
ha sicuramente ottima memoria.
Ma mi permetto di dargli – gratuitamente –
un suggerimento. A lui e a chi lo supporta con il copione.
Anziché iniziare con la premessa che inquadra
il contesto, con profusione di dati percentuali che fanno capire all’elettorato
che prima votava Berlusconi quanto è sul pezzo, dovrebbe dare subito una
risposta secca e poi, eventualmente, argomentare.
Vale a dire: ogni tanto, la premessa deve
diventare il concetto che supporta la risposta concisa, precisa, data
immediatamente.
Ma tu guarda se io devo spiegare ‘ste cose
allo staff di Renzi e a Renzi.
Ma chi sono io per farlo? Domanda
pertinente.
Risposta: una che deve decidere se andare a
votare. Una che non si fa fottere dalle affabulazioni politiche, una che è in
grado di capire il tatticismo, la strategia nella dialettica di Beppe Grillo
che, come Renzi, vuole sbancare alle prossime elezioni.
Marco Travaglio: Aridatece D’Alema
da: il Fatto Quotidiano
Aridatece
D’Alema
di Marco
Travaglio
Ma che gli han fatto, a Renzi, l’altra
sera? L’hanno ipnotizzato? Imbottito di bromuro? Già l’ambiente,
gli studi di Rai1, conciliava il sonno. Già il format delle domande
uguali per tutti, concordate con i rispettivi staff, ricordava più la
Bulgaria che l’America. Per non parlare di quelle “preparate dalla
redazione del Tg1” e dai suoi
acuti aficionados (Palestina, Afghanistan, mancava solo il
Sahara Occidentale): da tagliarsi le vene. Già le due claque che
applaudivano qualunque banalità suonavano fasulle. Ci si aspettava che il
sindaco di Firenze, dovendo recuperare terreno soprattutto tra i
vendoliani, desse qualche segnale di vita attaccando la mummia di Bersani. Non
aveva, per sua fortuna, che l’imbarazzo della scelta. Gli sarebbe bastato,
visto che dà del tu a Obama (all’insaputa del medesimo), copiare
dalle primarie Usa: Biden fece nero Barak, prima di diventare il suo vice
alla Casa Bianca. Invece niente: la solita polemica generazionale,
io giovane tu vecchio, io camicia bianca tu giacca color caghetta, io contro i
fondi pubblici ai partiti tu solo per dimezzarli, io critico col
centrosinistra tu al governo per 2.547 giorni. Per il resto “sono
d’accordo con l’amico Pier Luigi”. E dire che non capita tutti i giorni di
trovarsi di fronte un avversario così ingessato, imbalsamato, spento e
vulnerabile. Un avversario che – proprio mentre esplode il caso Ilva – si
scopre essersi fatto finanziare la campagna elettorale anche da Emilio
Riva (98 mila euro) e da Federacciai (100 mila). Che ha dato il suo nome
al decreto che consente agli enti ecclesiastici di non pagare
l’Ici. Che aveva al suo fianco uno come Penati. Che ha sponsorizzato
Gavio, i capitani coraggiosi di Telecom, i furbetti del quartierino
e il loro protettore Fazio. Che non s’è mai perso un Meeting
X Factor 6: finale in due serate
Sempre più show, sempre più ‘Amici’ di Sky.
La finale si svolgerà in due serate: giovedì
6 e venerdì 7 dicembre con alcune novità.
I quattro dell’X Factor 6 (quanti e come
dureranno dopo la fine dello show staremo a vedere...), come in alcune sessioni
di esami, avranno la possibilità di portare un argomento a scelta. Altresì
detto: cavallo di battaglia. Ossia: scelgono un brano. Sono previsti speciali
arrangiamenti per gli inediti e soliti duetti con artisti navigati. Che
tradotto significa (tranne rare eccezioni): devo vendere il mio disco, mi tocca
andare a X Factor a duettare con la futura “pop-star”, salvo poi tra qualche
mese, a domanda sui talent, esternare che lì non nascono artisti, ecc…ecc…
Nella prima manche della finale, quella di
giovedì 6 dicembre, ci sarà una prima eliminazione. I tre dell’X Factor 6 si
contenderanno la vittoria finale, cioè il banco della lotteria Sony.
Ma le novità dello show non finiscono qui.
Poiché questa edizione è stata sbandierata come quella del “potete votare
ovunque e dovunque”: il televoto sarà attivo per tutta la notte e per l’intera
giornata di venerdì.
Ora..vorrei sapere chi cazzo (e due…oggi
proprio non riesco a uscire dalla dialettica corporale…) vota alle quattro del
mattino. A parte Morgan che ha la giornata invertita: vive di notte e manco
dorme di giorno.
L’estensione notturna del televoto si spiega con il
fatto che i potenti mezzi informatici (server) di Sky funzionano quando la
maggior parte della gente dorme. O fa altro…
I tre dell’X Factor 6 esauriranno le loro
forze a suon di brani, da soli e in duetto. Ospiti previsti Kylie Minogue e
altri tre a sorpresa.
X Factor 6, semifinale: eliminato Daniele, finale con Chiara, Ics, Cixi, Davide
X
Factor 6: in finale Chiara Galiazzo, Davide Merlini, Ics e Cixi, eliminato
Daniele Coletta
di Fabio
Traversa
L'INIZIO I cinque semifinalisti si
esibiscono in una performance corale di Your Song di Elton John mentre sui
ledwall che si colorano di rosa scorrono le immagini di celebri personaggi
simbolo di un certo modo di essere liberi, creativi ed eccentrici. Poi Mika irrompe sulla scena ed intona la
sua Grace Kelly trascinando il
pubblico in un turbinio di palloncini e musica.
I
VOTI AI BRANI Prima manche sugli inediti. Davide Merlini
(6,5 a lui, 7 al brano) in 100000 parole d'amore (Max Pezzali - Francesco
Ilacqua - Luca Chiaravalli), Ics (7 a lui, 7,5 al brano) in L'autostima di
prima mattina (Morgan - Ics), Cixi (7,5 a lei, 7,5 al brano) in Non sono
l'unica (T. Bungaro - C. Chiodo), Daniele Coletta (7,5 a lui, 7 al brano) in Un
giorno in più (Gavin De Graw - M. Cianchi - M. Valicelli), Chiara Galiazzo (9 a lei, 7,5 al brano) in Due respiri (Eros Ramazzotti - L. Chiaravalli - S. Grandi). Meno televoti per Daniele che va al ballottaggio.
Seconda
manche sulle cover. Chiara
(8,5) in L'amore è tutto qui, Cixi (7) in The message, Davide (7) in In un
giorno qualunque, Ics (6) in Invisible man. Il meno votato è Cixi che va a rischio eliminazione.
All'ultimo scontro Daniele (7) in 21 guns,
Cixi (7,5) in Turning tables. A cappella Daniele (7,5) in Sono solo parole e
Cixi (8) in Nobody's perfect.
Rai, nomine direttori di rete e tg: Leone, Teodoli e Vianello, Orfeo al Tg1
da: Il Sole 24 Ore
Orfeo
alla guida del Tg1 ma il cda Rai si spacca
di Marco
Mele
Non è stata una grande giornata per il
vertice Rai voluto dal governo Monti. Il Regolamento presentato dal presidente
Anna Maria Tarantola è stato respinto dal consiglio di amministrazione con
sette voti contro due. La proposta più impegnativa e qualificante del direttore
generale Luigi Gubitosi, la designazione di Mario Orfeo alla direzione del Tg1,
è passata con cinque voti a favore e quattro contrari.
Non si tratta di un buon viatico per chi
andrà a dirigere il tg nazionale di maggior ascolto in vista delle elezioni
politiche. I consiglieri, in sostanza, hanno mandato un messaggio al presidente
e al direttore generale così sintetizzabile: «Non potete avere carta bianca su
tutto». Il Regolamento era stato già respinto tre settimane fa. Secondo il
presidente della Rai la revisione delle procedure proposta avrebbe reso più
trasparente, corretta e funzionale l'operatività dello stesso Cda senza
togliere potere all'organo di gestione. Tesi che non ha convinto i consiglieri
nominati dal Parlamento.
Le altre nomine, quelle dei direttori di
rete (Giancarlo Leone a Rai1, Angelo
Teodoli a Rai2 e Andrea Vianello a Rai3) insieme a quella di Marcello
Ciannamea che andrà a sostituire Teodoli ai palinsesti, saranno operative dal
primo gennaio. Si tratta, infatti, di trovare nel frattempo una collocazione
gradita ai direttori rimossi ed evitare possibili ricorsi alla magistratura.
Viene cancellata la direzione
intrattenimento, creata meno di un anno fa sotto la direzione di Leone, con la
confluenza delle attività e del personale all'interno delle singole reti. Si
tratta di un dietrofront rispetto alla creazione di strutture orizzontali
specializzate in un genere televisivo.
Voto Onu su Palestina: Bernardo Valli, ‘La fine dell’ambiguità’
da: Repubblica
La fine dell’ambiguità
di Bernardo Valli
Una mano saggia ha riacciuffato, all’ultimo
minuto, i responsabili della politica
estera italiana sul punto di commettere un errore, dovuto a un antico, inguaribile vizio: l’ambiguità. Ambigua
sarebbe stata infatti l’astensione all’
Assemblea generale dell’Onu. Dove era all’ordine del giorno la mozione
palestinese.
L’astensione era stata decisa, sia pure tra
mille esitazioni, e comunque data per quasi certa alla Farnesina, fino alla
vigilia del voto. Prima di diventare definitiva la decisione è per fortuna
rimbalzata da un palazzo romano all’altro: e a conclusione del percorso
l’astensione si è trasformata in un dignitoso «sì » alla richiesta di promuovere
la Palestina da semplice osservatore a Stato osservatore, presso le Nazioni
Unite.
Non pochi diplomatici attribuiscono la
salutare correzione al Quirinale.
La prima osservazione è che in questa occasione il voto di un Paese rispettabile, che non fa della furbizia la sua arma principale, non poteva che essere chiaro, netto: « Sì » oppure «No». L’astensione era consentita a un Paese come la Germania, che ha tragici problemi storici con lo Stato ebraico, e che quindi doveva tenersi in disparte, per non urtare Gerusalemme, ribadendo al tempo stesso la validità del principio dei due Stati, l’israeliano e il palestinese. Principio da realizzare, come pensano anche gli americani, attraverso dei negoziati, e non con il tentativo unilaterale e disperato di Abu Mazen alle Nazioni Unite.
Il Buongiorno di Massimo Gramellini
da: La Stampa
L’ultimo
treno
Come Bertoldo che non riusciva mai a
trovare l’albero a cui impiccarsi, il Senato ha rinviato a martedì il voto di
fiducia sul decreto che taglia i costi della politica, a causa di uno sciopero
dei treni. Sono venuto a capo per consentirvi di smaltire l’incredulità.
Martedì cosa si inventeranno, un’indigestione di cozze collettiva? Oltretutto
pare che la storia dello sciopero sia una scusa raffazzonata lì per lì, pur di
nascondere i dissidi interni ai partiti e giustificare la più politica di tutte
le arti: il rinvio. Ma come fanno a non capire che qualunque verità
risulterebbe meno fastidiosa di quella penosa bugia? Un Paese dove un
operaio scompare in mare durante la bufera cadendo da una gru su cui non doveva
nemmeno stare, e dove una barista pendolare muore di stanchezza alla fermata
della metro dopo essersi alzata per l’ennesima volta di domenica alle quattro
del mattino, ecco, un Paese così serio e duramente provato pretende di non
essere offeso dagli sfoggi di tracotanza di coloro che dovrebbero fornire il
buon esempio. Questa era davvero l’ultima occasione per un colpo d’ala.
Immaginate il presidente dell’assemblea Schifani che annuncia alle telecamere:
«Abbiamo deciso all’unanimità di restare a Roma nel weekend per votare una
legge tanto attesa dall’opinione pubblica. Il Senato rimane aperto sabato e
domenica. Invito i cittadini ad assistere dai palchi al nostro lavoro». Non
dico che si sarebbero guadagnati la rielezione, ma uno sconto del venti per
cento sulle pernacchie sì. Così invece niente, neanche la mancia.
Primarie Pd, esposto contro fondazione pro Renzi: non è vero che chiunque può votare per email
Meno male che tra due giorni ‘ste primarie
finiscono perché mi hanno scassato la mixxia...
Vabbè…l’espressione non è il massimo della
finezza. Ma è venerdì. Ho avuto una settimana INTENSAMENTE PRODUTTIVA (per la
gioia di Passera e Monti) e il mio dna è già poco predisposto (a meno che, non
mi prenda la vena tattica) agli eufemismi.
da: Il Fatto Quotidiano
Renzi:
“Basta una email per votare”. L’esposto ai garanti: “Regole violate”
Lo
staff del rottamatore ha comprato una pagina su tre quotidiani nazionali per i
ballottaggi di domenica. Ma gli altri candidati si rivolgono al comitato dei
garanti: "Codice di comportamento vieta la pubblicità sui giornali".
Eppure anche i comitati per Bersani hanno acquistato uno spazio sull'edizione
di Cuneo de La Stampa. Intanto sale la preoccupazione degli elettori sui social
network
Bersani e gli altri candidati alle primarie
contro Renzi. Il segretario del Pd, Nichi Vendola, Bruno Tabacci e Laura
Puppato hanno presentato un esposto al collegio dei garanti delle primarie
contro le pagine riconducibili alla fondazione Big Bang del sindaco di Firenze,
comparse oggi su La Stampa, Quotidiano nazionale e Corriere della
Sera, secondo cui, anche per chi finora non si è iscritto, basta soltanto
una mail per potere partecipare al secondo turno. “Anche chi non ha votato al
primo turno può farlo al ballottaggio richiedendo la registrazione”, si legge,
sottolineando
Onu, sì alla Palestina "Stato osservatore"
L’Assemblea generale dell’Onu con 138 sì, e
41 astenuti riconosce la Palestina come “Stato osservatore”.
Europa divisa sul voto: a favore, Italia, Spagna, Francia, Irlanda, Grecia e Islanda, si sono
astenuti Germania, Gran Bretagna, l'Olanda e la Repubblica Ceca.
giovedì 29 novembre 2012
Lavoro, vertenza FNAC: il colosso francese vende al fondo Orlando Italy
da: la Repubblica
Ppr
cede Fnac Italia a fondo Orlando
L'addio
al Paese all'inizio del 2013
La
società spiega la decisione di lasciare: "Non abbiamo mai trovato le
condizioni per operare". Entro gennaio il closing: private equity
specializzato in operazioni fino a 100 milioni con turn over tra 50 e 500
milioni
ll gruppo
Fnac, controllato dal colosso del
lusso francese Ppr di Francois-Henri Pinault, ha firmato un accordo per la cessione di Fnac Italia al
fondo di investimento Orlando Italy. La cessione - si legge in una nota -
sarà chiusa a gennaio 2013, data entro cui verranno presentatati i progetti del
fondo per la catena di negozi che si occupa di distribuzione di libri, musica e
tempo libero.
Lo scorso gennaio, nell'ambito del piano generale di risparmio e per il rilancio della competitività dell'azienda, Fnac aveva annunciato la propria intenzione di uscire dal mercato italiano entro fine anno. "Dal suo arrivo in Italia nel 2000 - spiega la società - Fnac non ha mai raggiunto le condizioni operative necessarie per imporsi in questo paese. La crisi economica che l'Italia sta attraversando dal 2009 ha accelerato questo processo".
In Italia Fnac ha otto negozi e circa 600 dipendenti che da tempo si sono mobilitati con presidi, flash-mob e scioperi per ottenere chiarezza sul loro futuro occupazionale, messo a rischio dalla decisione del gruppo controllato da Ppr di disimpegnarsi in Italia. Il fondo Orlando Italy è specializzato nelle "special situations", cioè nel rilevare aziende in forte difficoltà con l'obiettivo di riportarle alla redditività attraverso radicali processi di ristrutturazione: il taglio delle operazioni arriva in media fino a 100 milioni in società con un turnover tra 50 e 500 milioni.
Milano, San Raffaele: a proposito di tagli....
dai commenti nel blog:
Il 26 u.s l'A.d del ha diffuso sulla posta interna dell'Ospedale un documento, poi diffuso dallo
stesso ai media, dove si ripresenta come una "vergine", parlando e
addirittura facendo degli esempi concreti con stipendi netti e i...tagli del
10%.
Ma, allora, perchè
ha disdetto gli accordi sindacali dal 1973 al 2012? E in questi accordi ve ne
sono alcuni di carattere economico il cui calcolo non corrisponde al 10% ma a…?
Lo dice l’Amministratore Delegato.
Visto che
insiste con questa affermazione, perchè non chiarisce quali accordi disdice? Perché,
invece, li disdice tutti? Perchè lascia i licenziamenti sul piatto…
Primarie PD: confronto Bersani-Renzi su Rai1
da: Il Fatto Quotidiano
Primarie,
confronto tv Renzi-Bersani: il sindaco parla da segretario del Pd
Poche
scintille davanti alle telecamere di Raiuno tra i due candidati al
ballottaggio. Colloquio riservato prima della trasmissione. Restano divisioni
profonde su alleanze e "agenda Monti". Anche in caso di sconfitta, il
"rottamatore" potrebbe pesare molto nella gestione del partito
di Sara
Nicoli
Una messa cantata, in puro stile Rai-Tg1,
seguita da oltre 6,5 milioni di spettatori con uno share 22.85%, forse
ha spostato qualcosa, ma più probabilmente no. A poche ore, ormai, dal
ballottaggio, lo scontro Renzi-Bersani su Raiuno non ha regalato alcun colpo di
scena (leggi il confronto tra i programmi dei due candidati).
Tutto già sentito, tutto già detto. Tempi serrati, ricette diverse, molti punti
di convergenza e ancora una volta distanze siderali e scintille soprattutto
sulle alleanze.
Il tema che ha ancora una volta diviso, in
modo strategico, i due contendenti delle primarie del centrosinistra, sono
state le alleanze per il dopo voto. Porte aperte per Bersani a Nichi Vendola e Pier
Ferdinando Casini, strada sbarrata ad entrambi per Matteo Renzi. Su questo tema
gli animi si sono surriscaldati, ma in fondo sono stati solo due i momenti di
scontro effettivo tra il “vecchio” segretario del Pd e il “giovane” aspirante
ora alla leadership del centrosinistra, più concretamente domani vero
concorrente alla segreteria del Pd. E, infatti, ieri sera, Matteo Renzi ha
Film in uscita: “Una famiglia perfetta”
da: la Repubblica
Il
Natale di Castellitto, Gerini e Giallini: "Una famiglia perfetta",
peccato sia finta...
Arriva
nei cinema la nuova commedia del regista di "Immaturi", Paolo
Genovese: un intreccio tra fantasia e realtà, in cui una compagnia di attori
viene reclutata per trascorrere il Natale con un eccentrico e ricco
personaggio. E il protagonista spiega: "Le feste sono come le Olimpiadi:
un tentativo di volerci più bene"
di Claudia
Morgoglione
Confezione natalizia che più patinata non
si può, quella di Una famiglia perfetta: sontuoso casale in Umbria
sfarzosamente decorato, canzoni tradizionali delle feste in versione pop,
fuochi d'artificio di mezzanotte, lucine e alberi addobbati ovunque. Ma dietro
questo campionario scenografico decisamente glamour, dietro i volti di attori
popolari come Claudia Gerini, Sergio Castellitto, Carolina Crescentini e Marco
Giallini, la commedia di Paolo Genovese - reduce dal successo dei due Immaturi
- nasconde altre ambizioni: più che divertire, vorrebbe far riflettere.
Abolendo parolacce, gag fisiche e altri artifici alla cinepanettone, a favore
di un tono spesso amaro o sentimentale.
Remake italiano (ma volutamente infedele
nello stile e nei contenuti) di una
X Factor 6, semifinale: inediti, ospite Mika
Ospite della semifinale Mika. La gara si
svolgerà in due manche. Nella prima saranno eseguiti gli inediti, nella seconda
le cover.
Inediti
Under
uomini
Davide
- 100000 Parole d’amore (M. Pezzali – F. Ilacqua – L.
Chiaravalli)
Daniele - Un giorno in più (G. De Graw – M. Cianchi – M. Valicelli)
Daniele - Un giorno in più (G. De Graw – M. Cianchi – M. Valicelli)
Under
donne
Cixi
- Non sono l’unica (T. Bungaro – C. Chiodo)
Over
Ics
- L’autostima di prima mattina (M. Castoldi – Ics)
Chiara – Due respiri (E. Ramazzotti - L. Chiaravalli – S. Grandi)
Chiara – Due respiri (E. Ramazzotti - L. Chiaravalli – S. Grandi)
Cover
assegnate
Under
uomini
Davide – In un giorno qualunque (Marco Mengoni)
Daniele
- Living on a prayer (Bon Jovi)
Under donne
Cixi – The message (Nate James)
Over
Cixi
- Ics - Invisible man (Queen)
Chiara - L’amore è tutto qui (Piero Ciampi)
Chiara - L’amore è tutto qui (Piero Ciampi)
Internet, poteri di controllo all’Itu: U.E contraria, Google lancia la Take Action
da: Il Sole 24 Ore
L'Itu
vuole cambiare le regole del Web? La Ue non ci sta e Google lancia la campagna
Take Action
di Gianni
Rusconi
L'appuntamento è a Dubai, dal 3 al 14
dicembre. Alla World Conference on International Telecommunications 2012 si
deciderà il destino della Rete. O per lo meno si affronteranno alcuni dei temi
che da mesi agitano l'universo del Web e che hanno per oggetto le regole alla
base della grande rete telematica. Ad agitare i lavori è arrivata in queste ore
una mozione a firma di alcuni parlamentari europei per opporsi al trasferimento
all'Itu, l'International Communications Union (l'organismo per le
telecomunicazioni dell'Onu), dei poteri di controllo di Internet, al momento
esercitati dall'Icaan.
La petizione proposta all'Assemblea della Ue, che ricalca nella
sostanza l'opposizione alle possibili risoluzioni dell'Itu eretta da Google,
chiede agli Stati membri di rifiutare le
modifiche ai regolamenti ed è finalizzata ad evitare che vengano meno la libera circolazione delle informazioni in Rete e le relazioni
d'affari, nonché il funzionamento e
la gestione di Internet.
Ufficialmente, le proposte che verranno
presentate al vaglio del consiglio e del segretario generale dell'Itu, sono
ancora top secret. Qualche documento, a quanto riporta il sito wcitleaks.org, è stato però svelato in
anticipo e fra questi ce n'è uno (datato 13 novembre) che vedrebbela Russia,
paradossalmente, avanzare la
Lavoro: Bangladesh, aziende mortali
da: Lettera 43
Bangladesh,
aziende mortali
Le
imprese tessili sono trappole. Dove in 3 mln lavorano per 27 euro al mese. E
dal 2006 500 operai hanno perso la vita.
di Davide
Illarietti
L’ultimo rogo è del 26 novembre:
in 12 arse vive. Il giorno prima le vittime erano state 121:
bruciate in un incendio. Per lo più donne, tutte schiave del «made in».
Operaie del tessile che adesso, dopo le
ultime stragi del Bangladesh, occupano le strade e si rifiutano di entrare
negli stabilimenti della morte nella poverissima capitale Dacca. Protestano
contro le paghe da 83 centesimi di euro al giorno, contro le condizioni di
lavoro imposte dai «caporali» dell'abbigliamento, contro l'indifferenza dei
clienti occidentali. Tra questi diverse aziende italiane.
DAL 2006 OLTRE 500 VITTIME. Il
bollettino degli scontri di Dacca, periodicamente tormentata da sciagure come
gli ultimi due incendi, la dice lunga sull’esasperazione delle donne bengalesi:
oltre 200 fabbriche chiuse, un'autostrada bloccata, migliaia di persone così
affamate e terrorizzate da rischiare di perdere anche il magro stipendio per
scendere in strada a gridare la loro rabbia. I numeri, d’altronde, sono
terribili: dal 2006 sono oltre 500 i lavoratori bengalesi morti in incidenti
dai quali non sono potuti scappare.
LE PERSONE SFRUTTATE SONO 3 MLN. Lo
sfruttamento nel settore tessile in Bangladesh riguarda oltre 3 milioni di persone
(donne, soprattutto, anche minorenni) «incatenate» alle macchine cucitrici,
costrette a lavorare sette giorni su sette, per 14 ore al giorno e, in media,
27 euro al mese.
Quelli che…non hanno Marchionne: Volkswagen, investimenti per 50 mld in tre anni
da: la Repubblica
Volkswagen
sfida la crisi dell'auto
Investimenti
per 50 mld in tre anni
Il
colosso tedesco ha annunciato il più grande e più costoso piano di sviluppo
della sua storia a cui si aggiungono 10 miliardi di spese previste in Cina.
Progetto applaudito anche dal potente sindacato IgMetall
di Andrea
Tarquini
Non a tutti i grandi dell'auto la crisi
dell'euro e dell'economia internazionale fa paura. Volkswagen, il colosso tedesco,
risponde alla prova della crisi lanciando la più grossa e costosa sfida della
sua storia. Investirà almeno 50,2 miliardi di euro nei prossimi tre anni, e ciò
senza contare i dieci miliardi di investimenti previsti in Cina dove Vw è già
market leader. Con la pioggia di investimenti su nuove tecnologie, propulsioni
sempre più pulite, efficienti ed ecologiche, e su una raffica di nuovi modelli
di tutti i marchi, il gigante di Wolfsburg vuole accelerare la sua rincorsa di
Toyota e General Motors. E raggiungere, a quanto pare prima del 2018 (scadenza
che Vw si era posta finora), l'obiettivo di sorpassare entrambi i concorrenti e
divenire stabilmente, per auto prodotte e vendute, fatturato, capitalizzazione
e utili, il numero uno incontrastato mondiale delle quattro ruote.
Già l'anno scorso Volkswagen aveva promesso ampi investimenti: 62,4 miliardi, ma dal 2012 al 2016. Adesso alza ancora la posta: appunto i 50,2 miliardi più i dieci nella sola Repubblica popolare sono il programma di spesa per soli tre anni, non cinque come nel piano precedente. "Malgrado le sfide della situazione economica
Già l'anno scorso Volkswagen aveva promesso ampi investimenti: 62,4 miliardi, ma dal 2012 al 2016. Adesso alza ancora la posta: appunto i 50,2 miliardi più i dieci nella sola Repubblica popolare sono il programma di spesa per soli tre anni, non cinque come nel piano precedente. "Malgrado le sfide della situazione economica
Maurizio Molinari: ‘Palestina, le incognite del voto Onu’
da: La Stampa
Palestina
le incognite del voto Onu
di Maurizio
Molinari
La risoluzione che oggi trasformerà la
Palestina in Stato non-membro delle Nazioni Unite è un evento spartiacque in
Medio Oriente.
I motivi sono tre: l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha un nuovo status giuridico,
il suo presidente Mahmud Abbas assume il ruolo di protagonista regionale e gli accordi di pace di Oslo del 1993 vengono
indeboliti se non delegittimati.
Forte del sostegno di 132 Stati su 193,
l’Anp si avvia a raccogliere nell’Assemblea Generale dell’Onu ben oltre i 97
voti necessari grazie ai quali la Palestina
viene dichiarata Stato osservatore -
come la Santa Sede - assumendo la legittimità internazionale perseguita
dall’Olp di Yasser Arafat sin dalla dichiarazione di Algeri del 15 novembre
1988, con la conseguenza di poter aderire a
Trattati, Corti e Convenzioni a cominciare dal Tribunale penale
internazionale. Poiché il testo della risoluzione fa riferimento a «Cisgiordania,
Gaza e Gerusalemme Est» ciò significa che l’Onu
riconosce l’esistenza di uno Stato di Palestina entro i confini anteriori al giugno 1967 - proprio come recita la
Dichiarazione d’indipendenza palestinese - a prescindere dal raggiungimento di
un accordo di pace con Israele.
Il Buongiorno di Massimo Gramelli
da: La Stampa
Carlà
e le donne
Non è vero che la più grande produttrice
torinese di gaffe sia Elsa Fornero. Ne esiste una che da anni si è
delocalizzata all’estero: a Parigi, pour la précision. E’ accaduto che Carla
Bruni rompesse un estenuante silenzio per dichiarare a Vogue che la sua
generazione non ha più bisogno del femminismo. Ignoro quante femministe ci
siano in Francia. Di certo però ci sono molte femmine dotate di telefonino che
hanno intasato la rete di messaggi per la ex Première Madamin. Il più caloroso:
«La mia generazione ha bisogno del femminismo, ma il femminismo non ha bisogno
di Carla Bruni». Ho avviato una breve inchiesta fra le mie colleghe. Cynthia: «Senza il femminismo lei non sarebbe dov’è
e non potrebbe dire le scemenze che dice». Anna e Raffaella: «Facile non
avere bisogno del femminismo quando sei una privilegiata». Michela: «La
situazione è peggiorata da quando il femminismo non c’è più». Tonia: «Il
soffitto di cristallo che impedisce alle donne di salire nella scala sociale da
noi è ancora di piombo». Barbara: «Non
il femminismo ma il rispetto della femminilità continua ad avere bisogno di
lotte».
Finché al mondo esisteranno donne
mobbizzate, violate, ammazzate e in troppi Paesi segregate e infibulate, il
femminismo avrà un senso. Certo, bisogna intendersi. Se femminismo significa
mettere Christine Lagarde al Fondo Monetario - una donna che ragiona come un
uomo - o Carla Bruni sulle copertine - una donna che ha fatto carriera
utilizzando gli uomini - è maschilismo travestito. Se invece significa
riplasmare il mondo secondo un modello femminile di convivenza, allora
sbrighiamoci, perché non vedo molte altre àncore di salvezza per il genere
umano.
mercoledì 28 novembre 2012
X Factor 6: Sky “taglia” le esternazioni di Arisa
Censura o “tutela” dell’immagine, Sky fa la figura del peracottaro quando non
rende disponibile o rimuove i video con le esternazioni di Arisa oggetto di discussione nel web. Quello stesso web che Sky “coccola” spingendo a votare e quando gli internauti si apprestano a farlo: NON FUNZIONA UN CAZZO.
X
Factor 6: Sky cancella ogni traccia della polemica lanciata da Arisa nell’ Xtra
Factor
di Matteo
Pagano
La scorsa puntata del talent show di SkyUno
si è chiusa tra le polemiche, anche se poi tutto è avvenuto nell’ Xtra Factor con Arisa che ha lanciato accuse al sistema del
televoto. La giurata, infatti, sosteneva che il sistema del voto non era
affidabile in quanto diversi telespettatori le avevano comunicato che i voti
per i Frères Chaos tornavano indietro. Poi la giurata ha chiesto scusa, anche
se ora sembra piuttosto intenzionata ad abbandonare il suo posto da giurata nel
programma. In realtà però la cantante ha ragione in quanto soprattutto durante
il tilt il sistema si blocca e molti voti non vengono convalidati: proprio per
questo si è presa la decisione che se si andrà nuovamente il tilt quest’ ultimo
sarà allungato di 100 secondi.
La polemica lanciata da Arisa però non è
piaciuta per niente a Sky che ha
criticato la cantante e che ha deciso di
cancellare ogni traccia della scorsa puntata dell’ Xtra Factor. Su Skyuno,
infatti, la classica replica del programma non è
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