E vabbè che è un governo di bocconiani ed ex consulenti di
McKinsey, ma poiché noi italiani non
campiamo tutti a slides (documento ottenuto con il programma power point di
Microsoft Office, composto da diapositive per le presentazioni con le quali le società
di consulenza mostrano l’aria fritta alle aziende private che gli pagano il “pizzo”)
sarebbe “opportuno” parlare in lingua italiana di cose concrete.
Iniziamo con il
sostituire ‘spending review’ con ‘revisione della spesa’. Quella che facciamo
nelle nostre case per far quadrare i conti, eliminando spese surpeflue e cercando
di risparmiare su spese correnti.
E
vabbè che è un governo di
bocconiani ed ex consulenti di McKinsey, ma
poiché noi italiani non
campiamo tutti a slides (documento
ottenuto con il programma power point di Microsoft Office, composto da
diapositive per le presentazioni con le quali le società di consulenza mostrano
l’aria fritta alle aziende private che gli pagano il “pizzo”), sarebbe
“opportuno” parlare in lingua italiana di cose concrete.
Sarebbe quindi "opportuno" sostituire i termini
inglesi ‘spending review’ con gli italiani: ‘revisione della spesa’. Quella che
facciamo nelle nostre case per far quadrare i conti, eliminando spese surpeflue
e cercando di risparmiare su spese correnti.
Ecchecazzo!
Spending Review, governo ai cittadini: segnalate gli
sprechi
Attraverso il sito Web dell'esecutivo. Nel mirino,
tra le altre cose: spesa sanitaria, scuola, tribunali e giudici di pace
Segnalare sprechi
e fornire suggerimenti per porre un freno alla spesa pubblica fuori controllo.
E' questo l'aiuto che il governo ha chiesto ai cittadini attraverso la
compilazione del modulo "Esprimi la tua opinione".
Attraverso il modulo, inserito nella pagina web della spending review sul sito
del governo, le persone "hanno la possibilità di dare suggerimenti,
segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e
ricerca delle spese futili".
Intanto il supercommissario per la spending review, Enrico Bondi, avrà "15
giorni" di tempo per presentare un "cronoprogramma" al consiglio
dei ministri per tagli e razionalizzazioni della spesa pubblica. Lo prevede la
bozza di decreto legge sulla spending review. Il consiglio dei ministri
verificherà l'attuazione del piano "sulla base di relazioni mensili del
commissario".
Dalle misure sulla spending review sono escluse la "Presidenza della Repubblica,
la Corte costituzionale e il Parlamento". Tra le amministrazioni pubbliche
sono "incluse tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti,
organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti
locali, nonché le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal
disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanbitaria".
Il commissario straordinario potrà operare "in piena autonomia e con
indipendenza di giudizio e di valutazione" e potrà avvalersi anche di un
"subcommissario". Potrà stare in carica non più di un anno e
percepire un'indennità "non superiore a quella del dirigente generale
della presidenza del consiglio dei ministri".
Dopo aver raccolto le informazioni sulle diverse voci di spesa e aver segnalato
al consiglio dei ministri quelle che si possono tagliare, ridurre o
razionalizzare, il commissario indica le misure da prendere e "fissa un
termine per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e alla scadenza del
termine il consiglio dei ministri può autorizzare, nel rispetto dell'articolo
120 della Costituzione (sui poteri sostitutivi del governo nei confronti di
regioni ed enti locali, n.d.r.), l'esercizio dei poteri sostitutivi dei vertici
delle amministrazioni inadempienti".
La spesa sanitaria occupa il primo posto nella classifica della "spesa
pubblica rivedibile nel medio periodo". A giudizio del governo sono
considerati rivedibili, infatti, 97,6 miliardi di spesa sanitaria che
rappresentano un terzo dei 295 miliardi di euro del totale della spesa pubblica
sotto osservazione. E' quanto emerge dalla documentazione sulla 'Spendig
review' pubblicata sul sito del governo.
Riduzione in vista anche per i tribunali. L'operazione 'Spending review',
secondo quanto emerge dalla documentazione del sito del governo, prevede una
riduzione del numero dei tribunali, delle sedi distaccate e degli uffici di
procura, "per un totale di 3.600 unità di personale amministrativo da
riassegnare dove vi sono carenze". L'intervento "consentirà di recuperare
600-750 magistrati togati. Il risparmio stimato è di 45-60 milioni di euro
l'anno". Sforbiciata in vista per gli uffici del giudice di pace:
passeranno da 848 a
174 con un risparmio atteso a regime di 28 milioni di euro l'anno.
Spending review in vista anche per la scuola con una riduzione, a partire dal
2014, del 50% delle spese per fitti passivi e gestione degli immobili (già dal
2013 riduzione del 10%). Inoltre, il governo punta ad una riduzione degli
organici dirigenziali e ad una riconversione dei profili.
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