In fabbrica, diva e prostituta il tris al cinema
di Vittoria Puccini
Incontro con
l'attrice, nelle sale con "Magnifica presenza" di Ozpetek. Sarà una
maitresse in tv ed ha girato un film tratto da "Acciaio". "Lì ho
capito cos'è l'inferno"
Vittoria Puccini in jeans, coi capelli raccolti, sembra una moderna
ballerina di Degas. Si muove rapida nella nuova casa invasa dal sole. Terrazza
magnifica, la maxi cucina di plastica occupa quasi tutta la stanza della figlia
Elena. "Bella vero? L'ho trovata su Internet, con una figlia ti diverti,
puoi tornare bambina". La ragazza che conquistò l'Italia con Elisa di Rivombrosa
è in grande ascesa: è al cinema con Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek,
ha girato Acciaio
di Stefano Mordini dal libro di Silvia Avallone (il film sarà visionato per i
festival), sarà una prostituta nella serie Rai Altri tempi di Marco Turco
sull'abolizione delle case chiuse.
"È un bel momento per il lavoro, però
la mia vita è cambiata... Non ho mai parlato della scomparsa di mia madre"
dice con pudore "facevo la madrina a Venezia, in poche ore ho vissuto la
gioia e il dolore più profondo. Sono passati sette mesi e improvvisamente ho
capito di avere una forza in più, ti scatta, non so spiegarlo, la voglia di
fare le cose bene per restituire i sacrifici. Avere una figlia mi ha aiutato...
Ma l'assenza di mia madre è qualcosa con cui farò i conti tutti i giorni della
mia vita". Ricaccia le lacrime, abbassa gli occhi, si accarezza la testa
per mettere a posto i capelli, ordinatissimi. Cambiamo argomento. Con quella
faccia da eroina romantica
potrà fare davvero la prostituta? Non ci crede nessuno.
potrà fare davvero la prostituta? Non ci crede nessuno.
"Marco Turco dice di sì, mi fido" ride. "Con lui ho
girato la storia di Basaglia, nessuno credeva che avrei potuto fare la pazza
invece ho vinto la sfida con me stessa. Non mi sono mai guardata allo specchio.
Se mi svegliavo con le occhiaie, meglio".
Vittoria, che storia racconterà "Altri tempi"?
"Il film parte che sono ragazzina - Turco ha scritto la storia con
Sermoneta e vuole raccontare un'epoca - e finisco per diventare una maitresse.
S'intrecciano tante storie, una delle prostitute s'innamora di un
poliziotto".
I tempi cambiano, le escort non sognano i poliziotti.
"Già. Ma negli anni 40 queste donne disperate non si prostituivano
perché speravano di diventare attrici famose... Mi sono chiesta perché un uomo
paghi una donna, è sempre un problema di potere. Ho una figlia, certi modelli
sono inaccettabili e si è creato un circolo vizioso: queste ragazze hanno
visibilità, vengono intervistate".
Con "Acciaio" di Mordini è entrata in fabbrica.
Con "Acciaio" di Mordini è entrata in fabbrica.
"Entrare alla Lucchini è stata un'esperienza pazzesca, la sera
avevamo la faccia nera. Ma gli operai che lavorano lì dentro, in quel posto
così aspro, sono gentili, disponibili a raccontarti la loro vita. È stato come
trovare gli angeli all'inferno. Una fabbrica siderurgica è l'inferno: le colate
di lava, il calore. È stato uno scambio umano fortissimo. Tutta Piombino è
collegata alla fabbrica: ci hanno lavorato padri, figli, nipoti. Per quanto
siano provati e rischino la vita, gli operai parlano con rispetto del luogo di
lavoro. Hanno una grande dignità e meritano rispetto".
Interpreta una ragazza borghese impiegata in fabbrica che s'innamora di un operaio, Michele Riondino.
"Sono una laureata che lavora negli uffici e decide chi licenziare. Acciaio fotografa la realtà difficile che stiamo vivendo. Sono entrata in tutti gli uffici, anche in una stanza dove c'è un calendario che indica i giorni senza incidenti sul lavoro. Si riazzera tutte le volte. Fa veramente impressione".
Si sarà fatta un'idea sull'articolo 18.
"Leggendo i giornali mi dico: forse c'è qualcosa che non so. Se
ogni categoria dice: "Tutelatemi" non si va avanti, però colpirne
solo alcune è ingiusto. E non può essere solo festa grande per gli imprenditori.
Penso che non si possano fare passi indietro, i diritti acquisiti vanno difesi.
Le donne con figli hanno difficoltà a mantenere il posto di lavoro, è
vergognoso. In Francia in certi casi è lo Stato a pagare la tata".
Si nasconde una pasionaria dietro l'eroina romantica.
"Ho le mie idee. Mica posso fare solo le eroine, m'interessano
anche storie più realistiche. Quando reciti crei un personaggio e ti distacchi
da te, ma prendi spunto da cose viste o vissute".
Nel film di Ozpetek è sofisticata, elegantissima.
"Le dive dell'epoca erano creature irraggiungibili. Oggi il divismo
non esiste, sai cosa mangia la tua attrice preferita, si sa tutto. Ferzan
t'invita a casa per le letture poi la sceneggiatura si trasforma; il film viene
fuori sul set, ha bisogno di vedere la scena. È speciale".
Quanto pensa di essere cambiata?
"Ho guadagnato il rispetto di me stessa, ora faccio le cose perché
le voglio io e non perché gli altri si aspettano qualcosa".
Fa un mestiere che si basa sull'immagine.
Fa un mestiere che si basa sull'immagine.
"In nessun mestiere il corpo è così centrale. Cominci la mattina
nuda in sartoria davanti allo specchio e puoi essere la più bella ma ti trovi
tutti i difetti. La bellezza al cinema sta nella verità, ma è vero, noi attrici
siamo schiave della perfezione. È impossibile essere sempre perfette. Per gli
uomini è diverso, anche coi difetti diventano interessanti. Beati loro".
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