Irpef 2011, ecco i dati. Mezza Italia guadagna meno di 15mila euro.
Reddito medio: 19.250 euro
di Nicoletta Cottone e Vittorio Nuti
Il 90% degli italiani dichiara un
reddito al di sotto dei 35mila euro: oltre 20,3 milioni di italiani hanno
redditi al di sotto dei 15mila euro, mentre più di 17 milioni dichiarano di
avere redditi compresi nella forbice fra 15mila e 35mila euro. Un terzo dei
contribuenti non supera un reddito complessivo lordo di 10mila euro. Il 20% dei
contibuenti dichiara redditi fra 26mila e 100mila euro, Solo lo 0,07%, pari a
30.590 soggetti, ha un reddito superiore a 300mila euro. I dati relativi alle
dichiarazioni presentate per l'anno d'imposta 2010 sono stati resi noti dal
Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia.
Oltre 41,5 milioni di dichiarazioni presentate
Le dichiarazioni dei redditi
presentate per l'anno d'imposta 2010 sono state oltre 41,5 milioni, in lieve
aumento rispetto all'anno precedente (0,6 per cento). Torna, dunque, lievemente
a crescere (più 24mila) il numero dei contribuenti che dichiara, recuperando
per meno di un decimo il calo registrato l'anno precedente, pari a meno 280mila.
Ad aumentare in realtà sono i contribuenti che dichiarano un reddito dipendente
(più 56mila). Si contraggono, invece, i soggetti che dichiarano reddito
d'impresa e di lavoro autonomo (influisce chi ha optato per il regime dei
minimi che ha registrato un più 90mila adesioni nel 2010. Guarda la tabella: Da
Unico al 730, Regione per Regione le dichiarazioni presentate
In Lombardia i redditi più elevati
La Lombardia, con un reddito medio
di 22.710 euro, è in testa alla classifica dei redditi medi complessivi,
seguita
dal Lazio (21.720 euro). In coda la Calabria con 13.970 euro. Il reddito medio è 19.251 euro. Guarda la cartina: Il reddito medio per area geografica di residenza
dal Lazio (21.720 euro). In coda la Calabria con 13.970 euro. Il reddito medio è 19.251 euro. Guarda la cartina: Il reddito medio per area geografica di residenza
Imposta netta dichiarata è di 149,4 miliardi
Oltre 10,6 milioni di contribuenti
hanno una imposta netta irpef pari a zero. In generale è il caso di chi ha
detrazioni o di quei contribuenti con livelli reddituali in fascia di esonero.
Pari 149,4 miliardi l'imposta netta Irpef pagata in totale da 30,8 milioni di contribuenti,
con un valore medio di 4.840 euro. Se si esamina la distribuzione dell'imposta
per classi di reddito, emerge che i contribuenti fino a 35mila euro dichiarano
il 47% dell'imposta totale, mentre il restante 53% è dichiarata da contribuenti
con redditi superiori a 35mila euro. Chi ha un reddito al di sopra dei 300mila
euro dichiara il 4,7% dell'imposta totale.
Addizionali locali, 400 euro/anno a contribuente
L'addizionale regionale all'Irpef
ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7% rispetto al 2009) con un
importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta
a circa 3 miliardi di euro (+0,4%) con un importo medio pari a 120 euro. In
tutto, ben 400 euro in media a testa. In base alle statistiche del Dipartimento
delle Finanze, L'addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio
(440 euro), seguito dalla Campania (360 euro) - la causa, in entrambi i casi,
sono gli automatismi fiscali connessi al deficit sanitario - mentre
l'addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180
euro).
Oneri
deducibili a quota 22 miliardi
Solo un
leggero incremento sul 2009 (+0,9%) per gli oneri deducibili registrati
nell'anno fiscale, che rimangono comunque una cifra di assoluto rispetto: ben
22 miliardi di euro complessivi. La parte del leone, tra le spese che i
contribuenti possono dedurre dal reddito complessivo prima del calcolo
dell'imposta dovuta, è rappresentata dai contributi previdenziali ed
assistenziali (oltre 11 miliardi), seguiti da altri oneri deducibili (1,8
miliardi) e versamenti alla previdenza complementare (822 milioni di euro, con
una crescita del 16,7%) e i contributi per i servizi domestici e familiari (536
milioni di euro, +31,5 per cento). Contrazione del 3,5%, invece, per quanto
riguarda le erogazioni a favore delle istituzioni religiose. Guarda il grafico:
Composizione
percentuale dell'ammontare degli oneri deducibili
Oneri
detraibili, quelli al 19% sono 28 mld
Gli
oneri detraibili - riferiti a voci come carichi di famiglia, o da lavoro
dipendente e pensione - permettono di abbassare l'imposta una volta calcolata.
Nei dati diffusi dal Fisco, risulta che gli oneri detraibili al 19% ammontano a
circa 28 miliardi di euro, in leggero calo sulla rilevazione precedente (-0,6
per cento). La voce più frequente sono le spese sanitarie (15 miliardi di euro,
il 48% del totale degli oneri detraibili), seguiti dalle assicurazioni vita e
infortuni (6,5 miliardi di euro) e gli interessi sui mutui (4.1 miliardi di
euro). Quest'ultima è una delle componenti dove la diminuzione delle spese
sostenute dalle famiglie per interessi passivi (per esempio, su mutui prima
casa e ristrutturazioni) è più consistente. Gli oneri relativi a mutui per
recupero edilizio, per fare un esempio, sono scesi del 28 per cento. Guarda il
grafico: Composizione
percentuale dell'ammontare degli oneri detraibili al 19%
Welfare familiare, cresce la spesa per badanti
Sempre
con riferimento agli oneri detraibili - ma con aliquote diverse - il
Dipartimento delle Finanze registra anche una serie di dati che rispecchiano in
qualche modo l'evoluzione della società italiana. Ad esempio, il favore con cui
sono stati utilizzati gli oneri detraibili al 55% e al 36%, come dimostra il
forte aumento delle spese per la riqualificazione energetica (+23%) e delle
spese per il recupero edilizio (+12 per cento). Da segnalare anche la crescita
del "welfare familiare, con l'incremento di 18mila unità dei contribuenti
che hanno sostenuto spese per badanti nel corso del 2010, con una crescita del
21,8% dell'ammontare totale di tali spese. Quasi un milione di contribuenti
(915 mila) ha invece effettuato "erogazioni liberali" a favore delle
Onlus.
Lavoratori
dipendenti in testa
Dai dati
messi a disposizione dal Fisco, risulta che le tipologie di reddito
maggiormente dichiarate sono quelle relative al lavoro dipendente (53% del
reddito complessivo, che comprende sia i compensi per prestazioni Cococo sia i
sussidi) e alle pensioni (circa il 29 per cento). Rispetto al valore medio
complessivo (19.251 euro), il reddito medio da pensione risulta inferiore del
22%, quello da lavoro dipendente invece lo supera del 3 per cento. Iinfine,
quello da lavoro autonomo lo supera di più del doppio.
Lavoro
dipendente, redditi fermi
Nel
presentare i dati sulle dichiarazioni 2011 a sei mesi dal termine di
presentazione del modello Unico (settembre scorso, il Dipartimento delle
Finanze sottolinea come l'anno fiscale di riferimento, il 2010, sia stato
l'anno in cui si è manifestata «una ripresa dell'economia mondiale e
nell'ambito dell'Unione», anche se l'Italia è tra i paesi «che hanno avuto un
incremento più contenuto del Pil»: +1,8% in termini reali. La
"ripresina" 2010 si è poi rispecchiata in una crescita media dei
redditi che ha riguardato solo pensioni e lavoro autonomo, lasciando fuori il
reddito da lavoro dipendente. Da un confronto con i dati riferiti all'anno precedente
(2009), risulta infatti che i redditi medi 2010 da pensione sono cresciuti del
2,6%, quelli da lavoro autonomo, sempre nel 2010, del 3,6%, mentre il reddito
da lavoro dipendente rimane praticamente immobile: solo +0,1 per cento. Nello
stesso confronto 2010-2009, il reddito d'impresa cresce del 5,8%. Un buon
risultato, che però si limita a riportare tale tipo di reddito ai livelli
pre-crisi del 2008.
Un
milione ha fatto donazioni alle Onlus
Nonostante
la crisi, gli italiani non dimenticano la solidarietà: nel 2010 quasi un
milione di contribuenti (915 mila) ha effettuato erogazioni liberali a favore
delle Onlus. Una contrazione si, invece, è avuta nelle "erogazioni a
favore di istituzioni religiose" (-3,5 per cento).
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