da: Il Sole 24 ore
Imu, l'acconto di giugno si pagherà con l'aliquota
base
di Cristiano dell’Oste
Le aliquote
dell'Imu cambieranno ancora. E non solo in virtù delle decisioni prese dai
singoli municipi, ma anche in base ai conteggi perfezionati a Roma, tra via XX
Settembre e Palazzo Chigi. Secondo l'ultimo pacchetto di correzioni al decreto
fiscale, entro il prossimo 31 luglio – su proposta del ministero dell'Economia
– sarà emanato un decreto della presidenza del Consiglio che conterrà la
«modifica delle aliquote, delle relative variazioni e della detrazione».
In pratica, una
volta verificato il gettito dell'acconto
– che dovrà essere pagato entro il
18 giugno sulla base delle attuali
aliquote nazionali – il Governo potrà ritoccare i parametri generali
dell'imposta, così da garantire comunque alle casse pubbliche i 21,4 miliardi
di euro di introiti attesi per il 2012. Il saldo dell'Imu, infatti, dovrà
essere pagato a dicembre secondo le
nuove aliquote. Che saranno sì decise dai Comuni, ma nell'ambito della nuova
cornice delineata a livello nazionale.
Il subemendamento
firmato ieri sera a nome del Governo dai senatori Mario Baldassarri (Fli) e
Antonio Azzollini (Pdl) – relatori per la conversione del Dl 16/2012 – prende
atto del fatto che il gettito dell'Imu in questo momento è molto difficile da
stimare. Vuoi per l'impossibilità di conoscere gli introiti derivanti dagli
immobili rurali, che non sono mai stati tassati e in molti casi sono ancora
accatastati come terreni. Vuoi per la difficoltà di calcolare quante saranno le
abitazioni principali, che ai tempi dell'Ici erano 19,7 milioni e che con l'Imu
sono sicuramente destinate a scendere di numero (la nuova definizione di legge
esclude, ad esempio, tutte le case concesse in uso gratuito ai parenti).
Per uscire da
questa situazione di incertezza, viene delineato un meccanismo scaglionato nel
tempo.
Entro il 18 giugno i contribuenti verseranno l'acconto dell'Imu, che
sarà pari al 50% dell'imposta dovuta e andrà calcolato con le aliquote e gli
sconti definiti dal decreto salva-Italia: 4 per mille sulla prima casa e 7,6
per mille sugli altri immobili (si veda anche l'articolo alla pagina seguente).
Poi, entro il mese di luglio, il ministero dell'Economia verificherà il gettito
e detterà le correzioni del caso. Correzioni che potranno riguardare il livello
delle aliquote nazionali, ma anche – pare di capire – i margini di manovra
comunali (oggi i sindaci possono far salire o scendere del 3 per mille
l'aliquota ordinaria e del 2 per mille quella sulla prima casa). Inoltre,
potrebbe cambiare anche la detrazione di 200 euro riconosciuta sull'abitazione
principale, così come quella aggiuntiva di 50 euro oggi prevista per ogni
figlio di età non superiore a 26 anni che abiti nella stessa casa.
Nel frattempo,
entro il 30 giugno i Comuni approveranno il preventivo, iscrivendo in bilancio
il gettito Imu così come stimato dal dipartimento delle Finanze. Dopodiché,
entro il 30 settembre, sulla base dei dati aggiornati, potranno «approvare o
modificare il regolamento e la deliberazione relativa alle aliquote e alla
detrazione del tributo». I sindaci, quindi, potranno aspettare il provvedimento
del Governo prima di mettere nero su bianco le aliquote locali, che comunque
saranno "usate" dai contribuenti solo per il versamento del saldo (in
scadenza il 17 dicembre). Il testo precisa anche che i Comuni non potranno
pretendere dallo Stato la differenza tra il gettito Imu stimato dalle Finanze e
quello effettivo. Piuttosto, questo gettito "convenzionale" sarà
rivisto insieme agli accertamenti relativi al fondo di riequilibrio e ai
trasferimenti erariali, così come previsto dall'accordo Conferenza Stato-città
e autonomie locali del 1° marzo 2012.
Nessun commento:
Posta un commento