lunedì 5 marzo 2012

Politica e Media, il solito Casini: sponsor di Minzolini al posto di Mazza (RaiUno)



Minzo e i soliti Casini
Appoggiato dall'Udc l'ex del Tg1 punta alla poltrona di Mazza.

Ora che Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 in attesa di ricollocamento, si è stufato di ballare da solo in quello che era l'ufficio di Michele Santoro ai tempi di Annozero - ampia stanza con bagno personale, segreteria, due assistenti, auto di servizio sempre pronta, il tutto a due passi dal Vaticano per la modica cifra di 550 mila euro all'anno - ha chiesto di essere rimesso alla guida di una testata (Tg2, Tgr o direzione di RaiUno i desiderata formulati in una lettera protocollata dalla segreteria del direttore generale) Lorenza Lei, è finita improvvisamente in un angolo.
È poi chiaro a tutti che la lettera inviata da Minzolini alla direzione per chiudere il contenzioso con l'azienda (il giudice del lavoro ha legato la richiesta di reintegro al procedimento per peculato), è stata scritta con la mano sinistra, visto che a guidarla era la destra di Casini.
LEI IN IMBARAZZO. Il direttore della Rai è quindi di fronte a un dilemma alimentato anche dalle pressioni di Monti: accontentare il direttore senza direzione (e carta di credito, essendo stato rinviato a giudizio per la vicenda dei rimborsi spese), o magari scegliere di giocarsi la scommessa fatale, in stile Highlander. Oppure, come vuole la tradizione italiana che prevede sempre una terza via, chiedere aiuto al Vaticano, affidandogli il compito di stoppare le fughe in avanti del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, evitando a tutti un bel casino.
MAZZA ISOLATO DAI VERTICI RAI. I dadi sono comunque già stati lanciati. Difficile prevedere
quando possono ricadere sul tavolo verde di viale Mazzini o anche solo immaginare la somma dello loro tantissime facce. Truccarli è quasi impossibile. Perché il consiglio di amministrazione di mercoledì 29 febbraio, nel corso del quale il consigliere di amministrazione Rai indicato dall'Udc, Rodolfo De Laurentiis, è uscito dal letargo per chiedere la rimozione di Mauro Mazza dalla direzione di RaiUno, e la successiva audizione dei vertici aziendali in commissione di Vigilanza, Lei compresa, hanno scoperchiato il vaso di Pandora.

L'Udc dalla parte di Minzolini: Casini contro Mazza

Minzo che punta a RaiUno, poi è la prova che si vuol vendicare di chi lo ha pugnalato alle spalle e per farlo punta all'appoggio di Casini. Al leader dell'Udc, infatti, non piace affatto Alberto Maccari alla guida del Tg1 e vorrebbe tanto poter tornare a contare sull'amico Minzo, con il quale ha stretto un patto di ferro. Patto che il Cavaliere non ha né benedetto né maledetto, ma soltanto registrato, non potendo più garantire ad «Augustarello» la necessaria copertura politica.

IL CAV E MEDIASET CONCENTRATI SUL BAUTY CONTEST. L'unico vero interesse del Cavaliere, in questa fase, sono le frequenze televisive da assegnare e le intenzioni del ministro Corrado Passera.
Le parole di Fedele Confalonieri pronunciate nel corso dell'incontro con i «Vedròisti» di Enrico Letta - anche l'esponente del Pd si è fatto il suo «laboratorio politico» a base di party e incontri molto lobbistici il Think-net Vedrò - sono quanto mai illuminanti: «Il beauty contest sospeso è frutto di una campagna demagogica che si riassume in quello che ha detto Passera.
E cioè se taglio le pensioni alla vecchietta devo regalare delle frequenze?». E, volendo essere ancor più chiaro, il presidente di Mediaset Fedele ha ricordato a tutti che l'azienda ha «investito un miliardo nelle frequenze» senza avere «nessun regalo».

Processo per peculato al via l'8 marzo
Ma il lasciapassare di Berlusconi a Casini ha finito per complicare la vita della Lei che confidava proprio sul disinteresse del Cavaliere per sbrogliare la matassa del caso Minzolini. L'unica speranza per la Lei resta allora la magistratura.
Nella quale, ultimamente, sembra confidare ciecamente. Più che nel Vaticano.
L'inizio del processo a carico di Minzo, rinviato a giudizio con l'accusa di peculato, è fissato per l'8 marzo e la Rai ha preannunciato l'intenzione di costituirsi parte civile. Da quel processo potrebbe dipendere il numero dei dadi.
GARIMBERTI PREME PER UN RINNOVO ALLA GOVERNANCE. Nel frattempo, anche il presidente della Rai, Paolo Garimberti, non è stato a guardare, sostenendo di aver detto al premier Mario Monti che con questa governance la Rai non può andare avanti, silurando quasi simultaneamente la stessa Lei. «Se si presenta un ordine del giorno sul direttore di RaiUno è proprio perché questo consiglio di amministrazione vuole lavorare fino alla fine», ha detto Garimberti, «e valutare se c'è un problema sulla rete ammiraglia di viale Mazzini è nella piena disponibilità del consiglio di amministrazione».
Un dubbio, anche Garimberti ha stretto un patto di ferro con Casini? Beh, visto lo spostamemto di Pierfurby verso l'ala azzurra del Pdl, con relativo panico degli ex aennini, non è un'ipotesi da scartare. Di sicuro è un altro problema per Lei, sempre meno nel cuore di lui. Pier, ovviamente...

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