Durante una visita
all’ufficio di collocamento della sua città, la ministra torinese Elsa Fornero
ha teso la mano a un disoccupato di vent’anni seduto in attesa, il quale ha
eroicamente resistito al richiamo della buona educazione che gli suggeriva di
alzarsi in piedi. Col sedere ancorato alla seggiola, il James Dean di Porta
Palazzo ha spiegato alla ministra di essersi diplomato presso l’istituto
alberghiero e, quando lei gli ha fatto notare che di solito quel diploma
garantisce un lavoro, le ha candidamente risposto: «Ma a me non piace lavorare la sera mentre gli altri escono». Le
cronache sostengono che Fornero non lo abbia neanche addentato. Ci sarebbe da
chiedersi come mai il seder-incollato abbia scelto l’indirizzo alberghiero: alberghi
e ristoranti hanno da sempre la pessima abitudine di servire la cena all’ora di
cena. E’ una notizia sconvolgente, me ne rendo conto, però qualcuno doveva pur
darla a quel caro fanciullo.
Storie come questa rinforzano purtroppo i luoghi comuni sulla molle gioventù, quando invece esistono ragazzi che vorrebbero lavorare e non ci riescono, e tantissimi altri che lo fanno gratis o per due soldi, con contratti finti o precari, e vedono il proprio entusiasmo messo a repentaglio da adulti giovanilisti a parole. Quei ragazzi mi fanno pena. L’alberghiero fuori orario soltanto rabbia. Spero per lui che la vita gli tolga in fretta la seggiola da sotto il sedere. Una bella culata sul pavimento potrebbe ancora avere effetti miracolosi sul suo carattere.
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