lunedì 7 maggio 2012

Grecia, elezioni: sinistra radicale in crescita, neo-nazisti in Parlamento



La rabbia anti-Ue contro i partiti della maggioranza
La sinistra sorpassa i socialisti, i neo-nazi in Parlamento, Nea Dimokratia e Pasok pronti alla grande coalizione
di Francesco Moscatelli

Terremoto politico in Grecia: gli elettori bocciano i due grandi partiti tradizionali, Nea Dimokratia e Pasok, promotori della politica di austerità voluta dall’Unione europea e sostenitori dei Memorandum firmati dal governo di Atene con i creditori internazionali, e promuovono la sinistra radicale e i neo-nazisti. Sorprendente anche il dato sull’astensione: ieri 4 greci su 10 non si sono recati alle urne.

Fra le forze europeiste tiene, la destra moderata di Nea Dimokratia, che ha raccolto il 20% dei consensi (nel 2009 prese il 33,5%). È andata decisamente peggio ai socialisti del Pasok, che si fermano a un disastroso 14% (nel 2009 erano al 43,9%). A festeggiare sono i partiti anti-Bruxelles: a sinistra, oltre all’8% dei comunisti, si registra uno storico risultato della coalizione radicale.

Syriza che con il 16% triplica i suoi consensi (non era mai andata oltre il 5%) diventando il secondo partito del Paese. «Questo voto è un messaggio a favore di una rivoluzione pacifica e avverte che la politica di austerità della Germania di Angela Merkel è stata sconfitta. È arrivato il momento di riportare la democrazia nel luogo dove è nata» afferma Alexis Tsipras, 38 anni, leader di Syriza.

A destra il Partito dei greci indipendenti si attesta sul 10% mentre con il 6% entrano per la prima volta in Parlamento i neo-nazisti di Alba Dorata. «Per chi ha tradito questo Paese, è arrivato il momento di avere paura»,
ha minacciato il leader di estrema destra Nikos Michaloliakos durante una conferenza stampa ad Atene. Quindi ha citato il «Veni, vidi, vici» di Giulio Cesare, assicurando che il suo partito combatterà contro la «schiavitù» dell’accordo sul debito.

Gli occhi dell’Europa sono puntati sulle prossime mosse di Antonio Samaras, leader di Nea Dimokratia e principale candidato alla guida di un esecutivo di unità nazionale. Sulla base del «proporzionale rinforzato» greco (soglia del 3% e 40 dei 300 seggi assegnati come premio al primo partito), un’alleanza fra Nea Dimokratia e Pasok otterrebbe la maggioranza con più di 150 seggi, che potrebbe essere ulteriormente rafforzata con il sostegno di Sinistra democratica (18 seggi).

Samaras ha auspicato modifiche al Memorandum firmato con i creditori internazionali e ha affermato di voler allargare la sua proposta a tutte le forze politiche favorevoli alla permanenza della Grecia nell’eurozona. Il segretario socialista Evangelos Venizelos ha ammesso che sarà «difficile» dare vita a tale esecutivo, ma ha sottolineato che «il cambiamento radicale della scena politica non significa la fine della crisi, perché la crisi è in piena evoluzione».

La situazione è ad alto rischio e tutti, a questo punto, aspettano la reazione dei mercati. «Presto il governo non sarà in grado di pagare i dipendenti pubblici e le pensioni, e questo alimenterà forti tensioni sui mercati finanziari» spiegano gli analisti. Qualcuno si spinge oltre e ritiene che ci sia «un 40% di rischio che la Grecia esca dall’euro entro quest’anno».

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