Corsie riservate, ecco chi sono i privilegiati con il pass auto
Oltre 4mila privilegiati da Paolo Berlusconi alla Cgil, da Renzo Bossi alla cognata di Letizia Moratti. Nella lista politici nazionali, giornalisti e centinaia di banche e aziende. Un lungo elenco di 'aventi diritto' che adesso la giunta del sindaco Pisapia intende tagliare del 40 per cento
di Alessia Gallone
È un
piccolo esercito di oltre 4mila componenti ufficiali, il “club” delle corsie
preferenziali. Tanti sono i pass validi che permettono, al pari di un bus
dell’Atm, di evitare code e ingorghi. Troppi, secondo la stessa
amministrazione, che ha deciso una stretta. Perché, nel tempo, oltre a medici,
forze dell’ordine e personale degli enti in servizio, si sono ingrossate le
fila di politici, partiti, banche, aziende, politici e giornalisti. Ecco i
nomi: da Paolo Berlusconi e Renzo Bossi fino alla Cgil. La possibilità non è da
poco: viaggiare tranquilli in corsia preferenziale, seguire percorsi vietati ai
più. Ma a non essere esiguo è anche il numero dei pass distribuiti. Da
tagliare, sostengono a Palazzo Marino: per l’assessore alla Mobilità,
Pierfrancesco Maran, si può scendere di un bel 40 per cento.
Perché
per la prima volta, interrogando il cervellone, vengono fuori anche i nomi
degli intestatari. E perché alcune categorie, nel tempo, si sono moltiplicate:
tanto che ormai i pass distribuiti a politici (considerando le targhe) hanno
superato i 360 e qualcuno sempre consultando gli elenchi che potrebbero
contenere anche cambi
di targa risulterebbe intestatario di 4 o 5 lasciapassare. Tanto che, tra le “autorità dello Stato e alte personalità”,
figurano anche Paolo Berlusconi o Maria Rosa Bedy Moratti. E tanto che le banche possiedono 376 permessi, le aziende private 489 e i giornalisti oltre 200.
di targa risulterebbe intestatario di 4 o 5 lasciapassare. Tanto che, tra le “autorità dello Stato e alte personalità”,
figurano anche Paolo Berlusconi o Maria Rosa Bedy Moratti. E tanto che le banche possiedono 376 permessi, le aziende private 489 e i giornalisti oltre 200.
Gli uffici comunali hanno già avviato le prime scremature. Partendo da un dato: sono 4mila i pass validi, ma nelle tabelle ne risultano 4.950. Questo perché sono associati alla targa: qualcuno ne ha più di due, considerando, però, anche quelle magari cambiate e non più valide. Attenzione: qui non c’è nessun “furbetto”, nessuno che abbia neanche minimamente a che fare con le cronache che hanno raccontato di permessi falsificati. Tutti possiedono il contrassegno per diritto. A stabilirlo sono due ordinanze, firmate nel 2000 da Gabriele Albertini, che hanno allargato le maglie non solo a forze armate, ambulanze, veicoli istituzionali, ma anche ad altre categorie con esigenze di servizio: uffici giudiziari, consolati (65 pass), corpi dello Stato (328), medici (260), enti. Tutte legittime esigenze. A cui si aggiungono quelle di consiglieri comunali (66 targhe), provinciali, regionali; e poi deputati, partiti e sindacati, banche, giornalisti, società private.
A porre il problema è anche il capogruppo dei Radicali, Marco Cappato, che ha presentato un’interrogazione: «Una grandissima parte di questi permessi non è attribuita a personalità istituzionali», sostiene. E, nella città di Area C, dovrebbero essere annullati «tutti i pass con l’eccezione del personale medico e tecnico impegnato in prestazioni urgenti e d’emergenza attribuiti a personalità non istituzionali» o «non esclusivamente collegate» a Milano. Non superando una vettura a testa.
LE PERSONALITA’. La dicitura è proprio quella: “Autorità dello Stato e alte personalità». In tutto sono 28 (37 i pass che sarebbero collegati). Accanto al commissario straordinario per la Grande Brera o all’oncologo Umberto Veronesi, anche Marina Berlusconi, Roberto Colaninno (le targhe sarebbero 4), il banchiere Massimo Ponzellini e Roberto Schmid, direttore dello Iuss di Pavia ed ex fedelissimo di Letizia Moratti.
BANCHE E AZIENDE. È uno dei gruppi più corposi: i pass totali al netto di targhe scadute salgono a 376. Il record spetta a Intesa Sanpaolo, con 75 permessi, ma anche Unicredit (64) e Popolare di Milano (43) sono alte in classifica. È da qui che il Comune inizierà la cura dimagrante. Stessa sorte per le aziende: 489. Ci sono tutti i gruppi che contano: da Coca Cola a Borsa italiana, dalle Generali alle squadre di calcio (Inter batte Milan 12 a 8), da Eni a Fiera, dalla moda (Armani, Prada, Versace...) a Pirelli (21), Telecom (20), Mediaset (6).
ASSOCIAZIONI ED ENTI. Fra ministeri, università e ospedali gli enti pubblici superano quota 400. Tra chi ha diritto ai permessi ci sono anche la Camera di Commercio (33 in tutto, compresi i 3 del presidente di Promos Bruno Ermolli) e molte associazioni. Tra i 242 pass di queste ultime si trovano gli intestatari più vari: dalla Compagnia delle Opere (7) all’Arcivescovado (17), dalla Fondazione Cariplo (5) alla Scala e a “Mondo Gatto onlus”.
I POLITICI. Sono 283 i politici, oltre 360 i pass: un elenco bipartisan. Molti risulterebbero proprietari di più di una targa privilegiata. Che siano tutte scadute? Il presidente Formigoni ne avrebbe 4. Nell’elenco c’è ancora l’ex sottosegretario regionale e geometra di Berlusconi Francesco Magnano. I pass per i deputati sono 91. E, oltre ai “lombardi”, ci sono anche onorevoli liguri come Claudio Scajola. Nutrito è l’elenco dei partiti e dei sindacati, nessuno escluso. C’è la Cgil con ben 17 pass, il Pdl e il Pd con quattro, la Sinistra per Pisapia (sei), i Pensionati del Sole o la Fiamma tricolore.
I GIORNALISTI. Ci sono le troupe tv (la Rai ne ha 35), naturalmente. Ma anche le agenzie, i quotidiani, case editrici, molti direttori come Maurizio Belpietro o Alessandro Sallusti. Tra i giornalisti spiccano i nomi di Emilio Fede, Roberto Poletti, Cesare Cadeo, Valerio Staffelli.
Nessun commento:
Posta un commento