lunedì 9 gennaio 2012

Marinella Venegoni, nell’era del “cinguettio” (twitter): Dondoni, Giordano, Emma Marrone


Nell’ambiente sportivo, soprattutto calcistico, la vicinanza quotidiana alle società, ai campi di allenamento, la frequentazione delle sale stampa, il tifo personale, nonché l’ossessione italiana che rende il calcio l’oppiaceo preferito dal sesso maschile, fa sì che si creino rapporti personali amichevoli tra giornalisti e calciatori.
Il più delle volte sono amicizie fasulle, raramente rapporti sinceri. L’amicizia vera non condiziona decisioni, scelte professionali. Non toglie lucidità. Non è di parte. Prende a far parte un elemento. Lo considera. Che è un concetto – pratico, non astratto – diverso.

Nell’ambiente dello spettacolo, settore musicale in primis, succede la stessa cosa. Meccanismi identici.
A creare un “clima di intesa” ci pensano, ad esempio, coloro che sono ai piedi della signora Fascino: Maria De Filippi.
Sarà sicuramente perché la loro conoscenza musicale e capacità critica – indipendente – li fa apprezzare le Amoroso e le Marrone. Sarà anche che “dedicarsi” ai “talenti” della De Filippi consente di aumentare la visibilità del giornalista (o presunto tale).

Avere dei rapporti personali non è certo una colpa. Ciò che conta è che si tenga distinto il piano personale da quello professionale. Che si sia oggettivi, che si eserciti spirito critico quando nel proprio ruolo professionale si può selezionare, decidere, prendere o togliere. Quando da ciò che diciamo e facciamo dipendono altre persone oltre a quelle a noi “amiche”. Tanto più se il mestiere che si esercita è quello del critico.
Certo. Per comportarsi in questo modo bisogna essere onesti mentalmente e dotati di spina dorsale.
Non colloco nella categoria degli intelligenti Luca Dondoni, Paolo Giordano e Emma Marrone.
Nella specie intelligente, colloco Ernesto Assante. Sono certa che anche lui abbia delle amicizie in ambito professionale. Solo che, quando lo leggo, non ho l’impressione di avere a che fare con un markettaro o con un incapace opportunista che si lega al carro che tira in questo momento (non si sa ancora per quanto):  quello dei fuori usciti da talent, quello che gravita intorno a Maria De Filippi.
Tra i quali fuori usciti, rende più in termini di relazione e visibilità Emma Marrone rispetto a Alessandra Amoroso.

Arrivata seconda al Festival di Sanremo 2011 con i Modà, la Marrone viene spacciata da qualche mese – per allungare quella visibilità sempre a rischio estinzione per i cosiddetti talenti di X Factor e Amici – come la ragazza “moderna” che si esprime e manifesta a favore delle donne. Non che non ci creda. Ci crederà sicuramente. Non che, per esperienza di vita e carattere, le manchi una certa grinta.
Sennonché, alcuni media la descrivono come una specie di paladina. Fortunatamente, di teste femminili pensanti che ne sono migliaia e migliaia, senza che ogni parola, ogni gesto, ogni partecipazione sia spacciata simbolicamente come la “donna del vento che sta cambiando”.
Cagate mediatiche.

Ogni volta che vedo e leggo certa “pubblicità” su Emma Marrone mi piace sempre di più, come persona, Veronica Scopelliti in arte Noemi. Che ha sicuramente dei pensieri, che farà scelte a favore o contro qualcuno; senza per questo assumere o farsi assumere come paladina moderna del nuovo corso femminile.

Tutto quanto sopra lo penso da tempo, ma sta diventando un post perché ho letto un articolo di Marinella Venegoni su La Stampa, quotidiano nel quale scrive, tra gli altri (in ogni quotidiano ci sono giornalisti e  quaquaraquà), Luca Dondoni, sulle cui qualità mi sono espressa non molto tempo fa (post che ha suscitato alcune “attenzioni” e…ora capisco il perché).
L’unica “qualità” che trovo in Luca Dondoni è l’amicizia con Emma Marrone. Capite quanto questo rapporto costituisca un valore artistico. Musicale e giornalistico.
Nel prossimo post riporterò l’articolo di Marinella Venegoni che riporta i “cinguetti” (nell'era di Facebook e Twitter, quest’ultimo è l’ultimissima moda) tra Dondoni, Giordano ed Emma Marrone.
Niente di che. Niente che dimostri nulla di più di quanto non si potesse immaginare senza il cinguettio. Del resto. Ognuno mette a disposizione nei rapporti professionali/personali ciò che ha a disposizione.
Cosa abbiano da dare Dondoni, Giordano e la Marrone, al vostro pensiero stabilire…

Dell’articolo della Venegoni – che non è un critico musicale che sempre mi convince - sottoscrivo alcune affermazioni.
La prima, su Emma Marrone, prescinde dal “cinguettio” in Twitter. Vale in sé, comunque.
Scrive di lei la Venegoni: “Da ragazza di mondo che ha impostato la propria promozione sulla parola parlata (unica da lungo tempo in questo ambiente dove il silenzio degli emergenti o dei debuttanti si è fatto sempre più rumoroso),  credo che la cosa più intelligente che Emma possa fare sia di cercare belle canzoni da cantare, perché lo spread fra quello che dice e quello che canta è stato finora quasi più inquietante di quello che ci tiene incatenati ogni mattina alle notizie economiche.
La seconda affermazione riguarda i cosiddetti (da me, non dalla Venegoni) critici musicali: “io leggo sempre meno pezzi critici, non so voi”.

E’ evidente che Emma Marrone riandrà al Festival di Sanremo perché, sull’onda del “vento che sta cambiando”, la vogliono vincitrice. I suoi addetti marketing - tra cui spiccano menti come quella di Luca Dondoni e Paolo Giordano - pensano che possa e debba farcela.
Potessi scegliere, preferirei che Noemi non fosse tra i partecipanti del prossimo festival. Si risparmierebbe (e mi risparmierei) certi “giudizi critici” di alcuni zerbinati della signora Fascino e di certe major che vogliono che a vincere sia la Marrone (ma ciò varrebbe anche se al suo posto ci fosse l’Amoroso), perché in questo modo possono continuare a stare attaccati a quel carro che li rende visibili nell’ambiente musicale e amati dai fans delle due cantanti di Mariiiaaahhh.
Se quel carro perdesse le ruote, non tirasse più, dovrebbero cercare di “lavorare”. Riciclarsi professionalmente. Riallacciare rapporti o cercare di avviare quelli dai quali sono stati esclusi. Perché privi delle qualità indispensabili: intelligenza e spina dorsale.
Sarebbe un brutto 2012 per loro. Dai Marrone, vai e vinci. Fallo soprattutto per i “critici musicali” Luca Dondoni e Paolo Giordano.

Concludo con un’osservazione sulle reazioni nel web. I siti che si occupano di spettacolo e gossip hanno trattato la faccenda come una “guerra tra due donne”. Una mi è chiara. L’altra chi sarebbe?
Tipico modo idiota e opportunistico di commentare.
Più che la frecciata a una ragazza dall’atteggiamento ed eloquio tamarro, che ha avuto la fortuna di arrivare dove altre più dotate di lei (in tutti i sensi) non giungono, e che i tacchi a spillo e l’abito sexy non rendono donna sensuale e di fascino, c’è una considerazione sulla  professione del critico musicale – settore prevalentemente maschile – che un giornalista della carta stampata e del web dovrebbe cogliere.
Io la colgo, non solo perché è talmente evidente che non si può ignorare, ma, soprattutto, perché sono una persona con un pensiero indipendente e con un blog che non cerca di attirare visibilità manipolando le informazioni o dando un resoconto parziale per attirare proseliti da parte di mononeuronici.

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