Nell’ambiente sportivo, soprattutto
calcistico, la vicinanza quotidiana alle società, ai campi di allenamento, la
frequentazione delle sale stampa, il tifo personale, nonché l’ossessione
italiana che rende il calcio l’oppiaceo preferito dal sesso maschile, fa sì che
si creino rapporti personali amichevoli tra giornalisti e calciatori.
Il più delle volte sono amicizie
fasulle, raramente rapporti sinceri. L’amicizia vera non condiziona decisioni,
scelte professionali. Non toglie lucidità. Non è di parte. Prende a far parte
un elemento. Lo considera. Che è un concetto – pratico, non astratto – diverso.
Nell’ambiente dello spettacolo,
settore musicale in primis, succede la stessa cosa. Meccanismi identici.
A creare un “clima di intesa” ci
pensano, ad esempio, coloro che sono ai piedi della signora Fascino: Maria De
Filippi.
Sarà sicuramente perché la loro
conoscenza musicale e capacità critica – indipendente – li fa apprezzare le
Amoroso e le Marrone. Sarà anche che “dedicarsi” ai “talenti” della De Filippi
consente di aumentare la visibilità del giornalista (o presunto tale).
Avere dei rapporti personali non è
certo una colpa. Ciò che conta è che si tenga distinto il piano personale da
quello professionale. Che si sia oggettivi, che si eserciti spirito critico
quando nel proprio ruolo professionale si può selezionare, decidere, prendere o
togliere. Quando da ciò che diciamo e facciamo dipendono altre persone oltre a
quelle a noi “amiche”. Tanto più se il mestiere che si esercita è quello del
critico.
Certo. Per comportarsi in questo
modo bisogna essere onesti mentalmente e dotati di spina dorsale.
Non colloco nella categoria degli
intelligenti Luca Dondoni, Paolo Giordano e Emma Marrone.
Nella specie intelligente, colloco
Ernesto Assante. Sono certa che anche lui abbia delle amicizie in ambito professionale.
Solo che, quando lo leggo, non ho l’impressione di avere a che fare con un
markettaro o con un incapace opportunista che si lega al carro che tira in
questo momento (non si sa ancora per quanto):
quello dei fuori usciti da talent, quello che gravita intorno a Maria De
Filippi.
Tra i quali fuori usciti, rende più
in termini di relazione e visibilità Emma Marrone rispetto a Alessandra
Amoroso.
Arrivata seconda al Festival di
Sanremo 2011 con i Modà, la Marrone viene spacciata da qualche mese – per
allungare quella visibilità sempre a rischio estinzione per i cosiddetti
talenti di X Factor e Amici – come la ragazza “moderna” che si esprime e
manifesta a favore delle donne. Non che non ci creda. Ci crederà sicuramente.
Non che, per esperienza di vita e carattere, le manchi una certa grinta.
Sennonché, alcuni media la
descrivono come una specie di paladina. Fortunatamente, di teste femminili
pensanti che ne sono migliaia e migliaia, senza che ogni parola, ogni gesto,
ogni partecipazione sia spacciata simbolicamente come la “donna del vento che
sta cambiando”.
Cagate mediatiche.
Ogni volta che vedo e leggo certa
“pubblicità” su Emma Marrone mi piace sempre di più, come persona, Veronica
Scopelliti in arte Noemi. Che ha sicuramente dei pensieri, che farà scelte a
favore o contro qualcuno; senza per questo assumere o farsi assumere come
paladina moderna del nuovo corso femminile.
Tutto quanto sopra lo penso da
tempo, ma sta diventando un post perché ho letto un articolo di Marinella
Venegoni su La Stampa, quotidiano nel quale scrive, tra gli altri (in ogni
quotidiano ci sono giornalisti e
quaquaraquà), Luca Dondoni, sulle cui qualità mi sono espressa non molto
tempo fa (post che ha suscitato alcune “attenzioni” e…ora capisco il perché).
L’unica “qualità” che trovo in Luca
Dondoni è l’amicizia con Emma Marrone. Capite quanto questo rapporto
costituisca un valore artistico. Musicale e giornalistico.
Nel prossimo post riporterò
l’articolo di Marinella Venegoni che riporta i “cinguetti” (nell'era di
Facebook e Twitter, quest’ultimo è l’ultimissima moda) tra Dondoni, Giordano ed
Emma Marrone.
Niente di che. Niente che dimostri
nulla di più di quanto non si potesse immaginare senza il cinguettio. Del
resto. Ognuno mette a disposizione nei rapporti professionali/personali ciò che
ha a disposizione.
Cosa abbiano da dare Dondoni,
Giordano e la Marrone, al vostro pensiero stabilire…
Dell’articolo della Venegoni – che
non è un critico musicale che sempre mi convince - sottoscrivo alcune
affermazioni.
La prima, su Emma Marrone, prescinde dal “cinguettio” in Twitter. Vale in sé, comunque.
La prima, su Emma Marrone, prescinde dal “cinguettio” in Twitter. Vale in sé, comunque.
Scrive di lei la Venegoni: “Da
ragazza di mondo che ha impostato la propria promozione sulla parola parlata (unica da lungo tempo in questo ambiente dove il
silenzio degli emergenti o dei debuttanti si è fatto sempre più rumoroso),
credo che la cosa più intelligente che Emma possa fare sia di cercare belle canzoni da cantare, perché lo
spread fra quello che dice e quello che canta è stato finora quasi più inquietante di quello che ci tiene incatenati ogni mattina alle
notizie economiche.
La seconda affermazione riguarda i cosiddetti (da
me, non dalla Venegoni) critici musicali: “io leggo sempre meno pezzi critici, non so voi”.
E’ evidente che Emma Marrone
riandrà al Festival di Sanremo perché, sull’onda del “vento che sta cambiando”,
la vogliono vincitrice. I suoi addetti marketing - tra cui spiccano menti come
quella di Luca Dondoni e Paolo Giordano - pensano che possa e debba farcela.
Potessi scegliere, preferirei che Noemi
non fosse tra i partecipanti del prossimo festival. Si risparmierebbe (e mi
risparmierei) certi “giudizi critici” di alcuni zerbinati della signora Fascino
e di certe major che vogliono che a vincere sia la Marrone (ma ciò varrebbe
anche se al suo posto ci fosse l’Amoroso), perché in questo modo possono
continuare a stare attaccati a quel carro che li rende visibili nell’ambiente
musicale e amati dai fans delle due cantanti di Mariiiaaahhh.
Se quel carro perdesse le ruote,
non tirasse più, dovrebbero cercare di “lavorare”. Riciclarsi
professionalmente. Riallacciare rapporti o cercare di avviare quelli dai quali
sono stati esclusi. Perché privi delle qualità indispensabili: intelligenza e
spina dorsale.
Sarebbe un brutto 2012 per loro.
Dai Marrone, vai e vinci. Fallo soprattutto per i “critici musicali” Luca
Dondoni e Paolo Giordano.
Concludo con un’osservazione sulle
reazioni nel web. I siti che si occupano di spettacolo e gossip hanno trattato
la faccenda come una “guerra tra due donne”. Una mi è chiara. L’altra chi
sarebbe?
Tipico modo idiota e opportunistico
di commentare.
Più che la frecciata a una ragazza
dall’atteggiamento ed eloquio tamarro, che ha avuto la fortuna di arrivare dove
altre più dotate di lei (in tutti i sensi) non giungono, e che i tacchi a
spillo e l’abito sexy non rendono donna sensuale e di fascino, c’è una
considerazione sulla professione del
critico musicale – settore prevalentemente maschile – che un giornalista della
carta stampata e del web dovrebbe cogliere.
Io la colgo, non solo perché è
talmente evidente che non si può ignorare, ma, soprattutto, perché sono una
persona con un pensiero indipendente e con un blog che non cerca di attirare
visibilità manipolando le informazioni o dando un resoconto parziale per
attirare proseliti da parte di mononeuronici.
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