lunedì 4 febbraio 2013

Inchieste da prima pagina, la procura globalizzata: Trani



Ogni volta che scoppia uno scandalo, uno di quegli intrecci che occupano immediatamente la prima pagina dei media, ecco che spunta la magistratura di Trani.
Devo ancora capire che organo sessuale maschile c’entri il tribunale di Trani con indagini su presunti o reali reati commessi in giro per l’Italia. Devo ancora capire quante delle inchieste di Woodcock – cognome e aspetto fatto per occupare le pagine web dei portati “tuttologi” (dove trovi la farfallina di Belen vicino al bacio Santanchè e Belpietro, al simbolo del partituncolo di Ignazio La Russa e al titolo su come curare la gotta) hanno dato luogo a processi e quanti di questi processi abbiano sentenziato con condanne, cioè inviati a giudizio gli indagati e ritenuti colpevoli.
Ieri, ho scoperto di non essere la sola a nutrire alcune “perplessità” in merito alla suddetta procura onnipresente. La procura globalizzata di Trani.
Mi fa compagnia il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati. In un intervento al Congresso di Magistratura Democratica, pur non facendo esplicitamente luoghi e nomi, afferma che alcune procure considerano la competenza territoriale un “optional”. C'è stata una "gara tra diversi uffici giudiziari, ma sembra che la new entry abbia acquisito una posizione di primato irraggiungibile". Il riferimento, implicito, è alla procura di Trani.
Le dichiarazioni di Bruti Liberati hanno provocato commenti. Come quella di Elio Lannutti, attuale senatore dell’Idv e presidente dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari): “Invece di ironizzare, Bruti Liberati spieghi perché la sua blasonata procura ha girato la testa dall’altra parte su circostanziate denunce dell’Adusbef.

A parte le prime tre parole, sulle quali dissento, trovo la domanda di Lanutti interessante. Sarebbe opportuna una risposta da parte di Bruti Liberati, capo della procura blasonata di Milano.
Notare che Lanutti, dopo aver censurato l’ironia, ne fa uso proprio oon quel “blasonata”.

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