lunedì 4 febbraio 2013

Beppe Grillo contro La7 e Servizio Pubblico: “faziosi”



Certo che….se Grillo sceglie per il suo ritorno diretto in tv – indirettamente, ci sta tutti i giorni – quel ‘Servizio Pubblico’ dell’ormai “nemico” Santoro (come fece Berlusconi), queste esternazioni sulla rete che Telecom sta faticosamente tentando di vendere, non faranno che…crescere l’audience del programma.
Perché Beppe Grillo deve – e sottolineo, deve – battere in ascolto la Mummia.
Se invece Grillo sceglierà un’altra rete, sarà perché ha bisogno di uno spazio coperto con degli autoparlanti.
Lui che è uomo di spettacolo – non un macchietta come la Mummia Berlusconi – saprà come attrarre, mantenere attenzione, provocare assensi e consensi in chi lo guarda.
Non sarà invece in grado di allontanare l’impressione che per ottenere il massimo consenso per il Movimento 5 Stelle, anche lui, più di altri, fa uso di alcuni tatticismi dialettici infarciti di banalità e semplificazioni. Che c’è di nuovo e di vivo in questo? Nulla. Il nuovo, forse, e non per questo migliore, sarà forse rappresentato da parte dei grillini che arriveranno in Parlamento. Ma questo film deve ancora andare in onda….



Tra tutti i canali televisivi, la 7 è il più fazioso. Un canale fuori controllo, con figuranti strapagati nonostante abbia perso circa 70 milioni nel 2012. Chi paga le perdite? TImedia, di Telecom Italia, ne detiene la proprietà, quindi la finanziamo tutti noi con le bollette, peggio del canone. Franco Bernabè, l'ad di Telecom, sta cercando di venderla, per ora senza successo, a Urbano Cairo e Clessidra. Se non ci riuscirà gli rimarrà solo l'asta pubblica. Partecipare potrebbe essere un'opportunità, non per rilanciarla, ma per chiuderla.

“In risposta all’intervista della trasmissione Servizio Pubblico del 31 gennaio 2013, montata tagliando le risposte in modo da renderle ridicole o incomprensibili, pubblico l’intervista integrale in modo che ognuno possa valutare l’obiettività dell’informazione” Federico Pizzarotti, sindaco di Parma [dalla descrizione del video su youtube]

- Nel 2011 i debiti complessivi del Comune di Parma (Comune + Partecipate) ammontavano a 874 milioni di euro; nel 2012 i debiti sono stati ridotti di 44 milioni (in relazione alla cessione della quota di Stu Pasubio).
- Nel corso del 2012, in meno di un anno, siamo riusciti ad effettuare pagamenti ai fornitori per 84 milioni di euro (tieni presente che il debito del Comune verso i fornitori è quello più difficile da liquidare, rispetto al debito verso le banche, che invece è sostenibile e razionabile nel tempo).

- Sono state vendute all’asta tutte le auto blu, con un risparmio di 250 mila euro l’anno (il sindaco gira con una Zafira a Metano, oppure in bicicletta)
- Ridotti del 10% gli stipendi del sindaco, vice sindaco e presidente del Consiglio Comunale: anche qui il risparmio è di decine di migliaia di euro.
- Sospeso Quoziente Parma voluto dall’ex amministrazione (un coefficiente che in teoria avrebbe dovuto aiutare le famiglie a sostenere il costo delle rette scolastiche). In realtà è costato complessivamente 5 milioni di euro, di cui: 118.000 euro in consulenze e studi con l’Università di Parma, 82.000 euro ai CAAF per il calcolo del QP, un Dirigente dedicato per alcuni anni, 540.000 euro di mancate entrate nell’anno 2011 ed 250.000 euro di mancate entrate nel 2012 in relazione all’applicazione del QP ai servizi educativi (in misura ridotta, alla fine, il denaro per le agevolazioni alle famiglie: era più strumento di propaganda che altro).
Se lo strumento fosse davvero uno strumento di equità a costo zero per l’amministrazione comunale significherebbe che a fronte di alcune famiglie che si vedono applicate delle riduzioni a qualsivoglia tariffa ce ne sono altre che si vedono proporzionalmente applicato un corrispondente aumento. Il fatto che in questi anni abbia comportato “solo” agevolazioni per tutti ha significato un pesante aggravio alle casse del Comune.
- Abbiamo aumentato il costo delle rette scolastiche, ma lo abbiamo fatto solo per le fasce di reddito superiori, cioè il 20% del totale delle famiglie, per permettere al restante 80% di usufruire degli stessi servizi"

Intervista integrale di Pizzarotti a Servizio Pubblico


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